23 febbraio 1944
Guardavamo tutti e due il cielo azzurro, il castagno spoglio con le goccioline brillanti sui rami, i gabbiani e gli altri uccelli che volando radenti sembravano d’argento: tutto questo ci commuoveva e ci toccava profondamente, tanto che non potevamo più parlare.
18 aprile 1944
Aprile è proprio un mese splendido, non troppo caldo e non troppo freddo, con pioggia ogni tanto. Il nostro castagno è già verde e qua e là si vede perfino qualche candelina.
13 maggio 1944
Il nostro castagno è in piena fioritura dai rami più bassi alla cima, è carico di foglie e molto più bello dell’anno scorso.
Cara Kitty,
posso chiamarti anch'io cosi'? Certo che si'. E' il tuo nome, dopotutto. Tu non mi conosci, o forse si', ma io so tutto di te. Abbiamo una piccola amica in comune. L'ho conosciuta molti anni fa, quando io stessa ero ancora una bambina, perfino piu' piccola di lei. Non avrei nemmeno dovuto incontrarla, ancora. Avrei dovuto aspettare di avere l'eta' giusta per leggere il suo libro, ma anch'io, come lei, avevo una sorella piu' grande, che andava gia' alle medie, e alle ragazze delle medie quel libro lo facevano leggere come compito. Ne avevo gia' sentito parlare. Mi incuriosiva e mi spaventava anche un po'. Lo lessi e dopo quella prima volta l'ho letto ancora e ancora e ancora.
Visitai Amsterdam per la prima volta nel giugno del 2003, quindi molti anni dopo il mio primo incontro con lei e con te. Quando visito una nuova citta', non amo seguire la cartina: mi piace percorrere le sue strade come se non avessi una meta, respirarne l'atmosfera, osservare le persone, i luoghi, gli edifici. Adoro perdermi, in una nuova e bella citta', e poi magari fermare un passante o un poliziotto per chiedere indicazioni. Cosi' quando me la sono trovata davanti, sono rimasta piacevolmente sorpresa, perche' non l'avevo cercata: e' stato come se qualcosa o qualcuno avesse guidato i miei passi fin li', come se fosse stata la casa stessa a chiamarmi. Si', la casa. Quella in cui ha vissuto per piu' di due anni, rinchiusa, reclusa, nascosta. Ora e' un museo. Quel giorno non sono entrata, perche' la fila di persone in attesa era davvero molto lunga. Sono rimasta li', sulla riva del canale, ad osservare la casa e a pensare a lei, a cercare di ricordare qualcosa di quello che lei aveva scritto, a guardarmi intorno sperando di riconoscere un particolare descritto nel libro. No, da qui non posso vedere nulla: il loro nascondiglio era sul retro dell'edificio, quel poco che potevano vedere si trova li'...Lei diceva di vedere....un albero! Si' si', era un albero...un ciliegio...no, non era un ciliegio...un castagno, anzi, forse un ippocastano come questi, che son qui lungo il canale....ma questi non avrebbe potuto vederli e comunque sembrano troppo giovani....Eccolo!! E' li! Dove?...ma li' li'...guarda! Spunta dai tetti delle case...E' enorme, deve essere molto vecchio...E' lui, ne sono sicura: e' lo stesso albero che vedeva dalla finestrella della soffitta. E' ancora li'...lui c'e' ancora....Che emozione, cara Kitty! Qualunque cosa me la faccia ricordare e mi faccia ricordare che e' esistita, che ha vissuto, che ha camminato, parlato, riso, pianto, cantato, ballato, sognato, amato in questo mondo, e' un'emozione. Ricordare lei e' come ricordarli tutti: tutti quei bambini, un milione e mezzo di bambini che non sono mai cresciuti o che forse hanno dovuto crescere troppo in fretta.
23 agosto 2008
Cara Kitty,
con un nodo in gola, devo dirti che il vecchio ippocastano non c'e' piu'. Oggi, nel primo pomeriggio, a causa di una forte tempesta di vento e pioggia, e' crollato sotto il suo stesso perso, trascinandosi dietro anche la struttura in metallo che era stata costruita proprio per evitare che una cosa del genere potesse accadere. Il caro, grande albero, aveva piu' di 170 anni! Gia' dal 2003 gli era stata diagnosticata una malattia e il comune di Amsterdam aveva ventilato l'intenzione di abbatterlo. I cittadini del quartiere dove si trovano la casa e l'albero hanno protestato vivamente e il comune ha desistito dal suo proposito. Pensa Kitty, e' nata perfino una fondazione, con iscritti e sostenitori in tutto il Mondo. Hanno raccolto fondi, richiesto perizie e analisi, preso provvedimenti. Si pensava che la struttura costruitagli intorno, avrebbe permesso al vecchio albero di continuare a vivere per almeno altri 15 anni. Cosi' non e' stato. Le abbondanti piogge hanno inzuppato i rami e le foglie caricandoli di un peso eccessivo per il vecchio tronco malandato. Le forti raffiche hanno fatto il resto. Oggi, intorno alle 14, l'albero si e' troncato quasi di netto, a circa un metro dal terreno e de e' crollato a terra, insieme alla struttura di sostegno. Fortunatamente non ci sono state vittime, solo lievi danni a un paio di muri di cinta e a un gazebo. Pero' l'albero non c'e' piu'. Il suo albero. Dovranno lavorare per giorni, farlo a pezzi e sollevarlo con le gru, per liberare il piccolo cortile dalla sua ingombrante ed ormai inutile presenza. E' una cosa che fa male al cuore....
4 dicembre 2009
Cara Kitty,
ho una bella notizia da darti. Oggi l'Amsterdamse Bos, ha ricevuto 150 piantine di ippocastano. Si', carissima Kitty: proprio il vecchio grande albero tanto caro alla nostra comune amica! Ti ricordi che ti avevo parlato di quella Fondazione nata con lo scopo di prendersi cura dell'albero e di preservarlo? Bene, quando nel 2003 hanno scoperto che l'albero era gravemente malato e si temeva di doverlo abbattere, la Fondazione si e' occupata di raccogliere i suoi semi, le sue castagne indiane, e di farle germogliare in un vivaio specializzato. Ora centinaia di queste piantine verranno mandate in tutto il Mondo, ovunque esista una scuola o un centro intitolato alla nostra amica. Proprio oggi 150 figli del vecchio ippocastano sono stati trapiantati nel grande parco cittadino di Amsterdam.
Non e' bella questa cosa, cara Kitty? Il vecchio albero che non c'e' piu', ma che ancora ispira speranza e nuova vita....E speriamo che nei secoli a venire, ci siano sempre nuovi alberi che possano ricordare a chi passeggia sotto i loro rami la nostra piccola amica e insieme a lei tutti quelli che hanno subito il suo stesso destino. Speriamo che chi cerchera' un po' di fresco all'ombra dei grandi, verdi ippocastani, chi in primavera ne ammirera' i grossi grappoli di fiori candidi, chi sotto le loro fronde si riparera' da un acquazzone improvviso pensi: " Ma guarda, e' un Anne Frankboom: e' uno degli alberi di Anna Frank!"
Pane dolce del Sabato
dedicato ad
Anna Frank
500 g di farina
20 g di lievito di birra fresco*
2 uova medie di circa 60/62 g pesate col guscio
100 g di zucchero
10 g di sale
125 ml di acqua
125 ml di olio extravergine d'oliva
125 ml di olio extravergine d'oliva
per il ripieno:
confettura di frutta secca
al te Earl Grey
al te Earl Grey
per decorare:
1 tuorlo d'uovo sbattuto con
1 cucchiaio di acqua
1 cucchiaio di acqua
semi di fico
Prima di tutto e importantissimo, setacciare la farina.
Sciogliere il lievito nell'acqua tiepida insieme a un cucchiaino di zucchero e far riposare una decina di minuti fino a far formare una schiuma. Mischiare la farina, il sale e lo zucchero e versarci il lievito e cominciare ad impastare, versare poi l'olio e per ultimo le uova, uno ad uno, fino alla loro incorporazione. Lavorare fino a che l'impasto si stacchi perfettamente dalla ciotola, lasciandola pulita.
Lasciar lievitare per almeno due ore, dopodichè, sgonfiare l'impasto e tagliarlo in due parti uguali. Tagliare poi ognuna delle parti in tre.
Stendere su un piano infarinato ognuna delle parti lunghe circa 35 centimetri e larghe 15. Spargere l'uva passa** sulle tre parti.Arrotolarle poi sulla lunghezza, in modo da ottenere tre lunghi "salsicciotti"
Unirli da un capo e cominciare ad intrecciare.
Ripetere l'operazione per la seconda treccia.
Adagiare le trecce su una placca da forno unta di olio. Lasciare lievitare ancora due ore.
Sbattere il tuorlo d'uovo con un cucchiaio di acqua e spennellarlo sulla superficie; spolverare di semi di sesamo o papavero.***
Infornare in forno già caldo e STATICO a 200°C per circa 15-20 minuti.****
le mie variazioni:
*in Olanda non trovo il lievito di birra fresco e quindi ho usato una bustina di quello liofilizzato, mettendola comunque a bagno nell'acqua tiepida finche' ha formato la schiuma.
**Ho usato la mia confettura di frutta secca per farcire la treccia, distribuendone 2/3 cucchiaini in ogni rettangolo di pasta.
***Ho cosparso la superficie del pane con semi di fico, ricavati da una marmellata fatta qualche settimana fa, sciacquati piu' volte sotto l'acqua corrente e fatti poi asciugare in forno ventilato a 50° per un paio d'ore.
****Il mio forno a 200° brucia la superficie e lascia crudo l'interno, quindi ho infornato a 200° solo per i primi 5 minuti, abbassando poi la temperatura a 180° e proseguendo la cottura per altri 20 minuti.
Confettura di frutta secca
con spezie
e
te Earl Grey
per tre vasi da 375 g
300 g di fichi secchi
150 g di albicocche secche
80 g di datteri snocciolati
50g di uva di Corinto
50 g di gherigli di noce
400 g di zucchero di canna
60 cl di te Earl Grey forte
noce moscata, cannella, chiodi di garofano in polvere a piacere
1 arancia non trattata
1 limone
Primo giorno
Tagliate a pezzettini tutta la frutta, tritate grossolanamente le noci, grattugiate la buccia dell'arancia e spremetela, l'arancia, non la buccia...spremete anche il limone. Versate tutti gli ingredienti in una capace ciotola, bagnate con i succhi degli agrumi e il te, mescolate bene con un cucchiaio di legno, coprite con della pellicola e mettete in frigorifero per tutta la notte o fino a 24 ore.
Secondo giorno
Versate il contenuto della ciotola in una casseruola e portate ad ebollizione. Abbassate la fiamma al minimo e proseguite la cottura per 20 minuti. Deve appena sobollire. Dopo venti minuti, schiacciate la frutta con una forchetta e proseguite la cottura per altri 10 minuti, sempre a fiamma bassa e mescolando spesso.
Togliete dal fuoco e versate nei vasetti puliti e sterilizzati. Chiudete i vasetti con i loro coperchi e capovolgeteli, lasciandoli capovolti finche' non saranno freddi.
Con la ricetta del Pane dolce di Anna Frank partecipo, spero in concorso, questa volta, all'MT Challenge di Ottobre organizzato da Alessandra, Daniela e Giorgia di Menu Turistico
Che bel post *_* è stupendo!!Ho letto Il diario di Anna Frank per la prima volta in quinta elementare e l'ho riletto un'altra volta alle superiori: è stato l'inizio di una presa di consapevolezza, quella che mi ha portata a divorare tantissimi libri sulla Shoah e ad arrivare in lacrime a Mauthausen. Forse sarà retorico, ma devo dire che quando si parla di cultura ebraica la mia mente va a quel triste capitolo della storia. Ero tentata infatti di collegare un pane a questa testimonianza, proprio ad Anne Frank, ma poi (come ho detto nel mio post) ho scelto la strada della felicità e della festa, accostando il mio pane a un libro che parla di integrazione e rispetto tra culture diverse. E comunque ho fatto bene, perché io sarei stata retorica e non avrei saputo scrivere un post meraviglioso come il tuo, pieno di sentimento, di parole meravigliose e di speranza! Complimenti davvero! :*
RispondiEliminaAnch'io ho esitato parecchio prima di scriverlo: quando si tratta questo argomento, la retorica e' sempre li' dietro l'angolo, pronta a far capolino e a vanificare le tue buone intenzioni. Perdonare, non dimenticare mai e andare avanti cercando, possibilmente riuscendoci, di non commettere di nuovo gli stessi errori...Grazie infinite per le tue bellissime parole.
EliminaTu cancelli e io ri-commento! Ma guarda un po' cosa mi tocca fare! :)
RispondiEliminaLa bellezza del post è indiscussa...ma quante volte l'avrò letto oggi??? Non scherzo!! E quasi quasi la prossima volta che torno a casa dei miei mi riprendo il libro per leggerlo nuovamente.
Ora passiamo alla ricetta... vediamo un po'... secondo te, ho trovato qualche difetto? NO! Anzi...nell'ultima foto, il "vuoto" del pezzo in primo piano ha la forma di un cuore...Lo vedo solo io???
Aiutatemiiii!!! Sto impazzendoooo!
Vabbè, delirio a parte, la confettura me la sono segnata già alle cinque di questa mattina...la devo rifare assolutamente!
Tu sei un'adorabile pazza!! E grazie anche per avermi fatto notare il buco a forma di cuore...
EliminaNon ho parole per commentare, hai scritto tutto t, anch'io ho letto quel libro ma non ho avuto al fortuna di visitare la città che ospita la sua casa, quindi ti invidio un pò. Complimenti per tutto.
RispondiEliminaIo sono qui, a disposizione!! Non hai che da saltare su un aereo e venirmi a trovare...ti ci porto io a visitare Amsterdam e i luoghi della memoria....Grazie infinite per il tuo commento.
Eliminascrisse quella a cui mancava l'ispirazione......
RispondiEliminaAlla fine arrivo'...che dici? ahahahahah Grazie Valeria, un bacione!
EliminaLeggere il tuo post e riconoscere QUEL libro è stato un salto indietro di anni.
RispondiEliminaCome ritrovar un'amica perduta.
Questo pane parla da solo... il tuo cuore pure!
Grazie
Nora
Grazie a te Nora...due volte grazie!
Eliminabeh ma io ricommento...un post così bello non può restare senza commenti; è bellissimo e commovente, quel libro l'ho letto e riletto e amato profondamente e non sapevo nulla degli alberelli... quanto poi al pane beh anche qui mancano le parole! Che bello leggere un post scritto davvero con il cuore!
RispondiEliminaE io ti ri-ringrazio Giulia! Anch'io ho scoperto da poco la storia dell'albero, non avevo sentito la notizia quando e' crollato....probabilmente ero in Italia in quel periodo, dato che il 23 agosto e' il compleanno della figliuola. Grazie per le tue belle parole, ti abbraccio e buon fine settimana.
RispondiEliminaPrendo spunto dalla tua prima risposta, e trovo da lì le ragioni per cui preferisco limitarmi al commento della ricetta. Anche perchè di cose da dire ce ne sarebbero davvero troppe e ridurle allo spazio di un commento le renderebbe davvero uno strumento di retorica fine a se stessa. Ma un grazie per aver affrontato certi temi ed averlo fatto in questo modo, ti tocca :-)
RispondiEliminaPasso alla ricetta, dunque- e posso dirtelo, che sono contenta come se l'avessi fatta io?
Fra l'altro, credo che tu abbia imboccato una strada convincente nella scelta del ripieno, usando cioè qualcosa di pensato "a parte", che permette di sbizzarrirsi molto di più e di arricchiere questo pane di sapori più variegati e complessi di quelli che deriverebbero dal semplice accostamento di ingredienti "nature".
Mi fermo qui- che per essermi sbilanciata, sono già andata parecchio oltre :-)
bravissima!
ale
Grazie infinite, Ale. Delle versioni provate, questa e' senz'altro quella che mi e' piaciuta di piu'.
EliminaRoberta, mi hai fatto commuovere.
RispondiEliminaUuuuuuh Anna!!! Che piacere averti qui!! Grazie davvero della visita e del commento.
Eliminasolo tu potevi trovare le parole e rimanere leggera e piena di speranza, mi hai commosso.
RispondiEliminaLa confettura è fantastica, ricchissima!
Grazie a te Francesca. Ti confesso una cosa: mi sono commossa anch'io scrivendolo...Pensa che e' una confettura svuota dispensa! Come dire: la necessita' aguzza l'ingegno...
EliminaÈ da ieri sera che leggo e rielggo il tuo post senza avere le parole per commentarlo. Inevitabilmente Anna Frank, mi riporta a pensare a un'altra Anna. Hanna Rogluski, la madre di Robert, pocco maggiore di Anna Frank all'epoca, sopravvissuta per miracolo e davvero per miracolo, da Auschwitz e poi Bergen Belsen. Le sue testimonianze e i suoi racconti mi hanno fatta crescere più dei tantissimi libri letti sulla Shoah. Da lei ho imparato tante cose e non posso non pensare a lei ogni volta che rileggo le tue parole. E di questo ho solo da ringraziarti.
RispondiEliminaSulla ricetta...rischio di sbilanciarmi anche io, come Ale. La scelta degli ingredienti del ripieno, la loro trasformazione in confettura fatta in casa, un ripieno pensato, calcolato, assolutamente non improvvisato, come volevo che fosse. un ripieno che ha un perchè, una ragione di esistere, non ingredienti buttati lì all'improvviso. E poi...qualla pazienza straordinaria di ricavare i semi dei fichi, tu che nel post precedente dicevi che la pazienza non è una tua dote... e vabbé, ti crediamo.
E credimi anche tu allora, se ti dico che sei GRANDE!
grazie, senza retorica, dal profondo del cuore.
Ele
Ho scritto per te. Ho fatto il pane per te. Ho preparato i semi per te. Doveva essere tutto perfetto. Grazie a te, dolcissima Eleonora.
EliminaCara Roberta, sono felice di chiudere la mia giornata leggendo una pagina come questa. Il Diario è in bella vista nella mia libreria e non passa periodo che abbia voglia di sfogliarlo casualmente. Mia figlia mi ha già chiesto molte volte se può leggerlo ma non so se a 10 anni potrebbe affrontarlo, forse si...forse devo lasciare che lo faccia da sola senza chiedermelo.
RispondiEliminaIl tuo post è magnifico, non ho altre definizioni ma ho ancora la bocca aperta di fronte al tuo pane del quale si capisce chiaramente la fragranza, la morbidezza, l'arte. La confettura per il ripieno poi, che dire....come ogni volta per ogni MTC trovo il mio vincitore del cuore, e per me questa volta sei tu. Ti abbraccio fortissimo. Pat
E vabbe' allora ditelo che volete farmi piangere!! Lo sapete che le signore anziane in menopausa avanzata hanno le lacrime in tasca...Carissima Patty, penso che tua figlia abbia l'intelligenza e la sensibilita' necessarie ad affrontare la lettura del Diario e in ogni caso ci sei tu, per aiutarla a comprenderne il significato. In ogni caso, penso anch'io che sia uno di quei libri che vanno riletti piu' volte, in epoche diverse della vita, quindi quel che non capira' o che le sfuggira' ora, lo afferrera' piu' avanti.
EliminaTu mi spaventi, carissima amica...con le (st)Renne ci avevi azzeccato...no no vade retro...non ci posso pensare...Ti abbraccio forte anch'io, alla prossima.
Ho una certa sensazione....ma non ci pensare. Un bacio grande grande.
EliminaCredo che sia giunto il momento di rileggere il Diario.
RispondiEliminaGrazie per l'emozione, gli occhi umidi e la pelle d'oca.
Sei unica.
PS: SPEDISCIMI IL PANE!!
e tu sei insostituibile e io ti amo di un amore immenso!
EliminaP.S.:TE LO FACCIO QUANDO SCENDO!
Hai ragione a dire che quando si tratta questo argomento la retorica è sempre dietro l'angolo.
RispondiEliminaSarà che ho visitato la casa di Anna Frank ad Amsterdam e che trovarmi fisicamente in quel luogo sempre più angusto e claustrofobico mano a mano che si salgono le scale, immaginando la vita che quotidianamente reclamava se stessa fra quelle mura, mi ha smosso fino nel profondo delle viscere, ma il tuo è un bel post.
Baci.
Grazie Valentina. Io ancora non ho avuto l'occasione di visitare la casa, ma posso immaginare come ci si senta...
EliminaChe gran fortuna essere approdata qui oggi, non so come ci sono arrivata ma di certo non me ne vado più.... Il diario di Anna Frank l'ho letto da giovane ragazzina, da adolescente e da adulta, ogni volta trovando e provando emozioni diverse... L'ho fatto leggere ai miei figli, perchè conoscessero e crescessero attraverso questo libro.... Mi sono emozionata leggendo queste righe, perchè quando anche io ho letto il suo diario la pensavo come ad un'amica, una mia compagna di banco purtroppo molto più sfortunata di me.... E mi perdoni il team del MTC se questa volta la ricetta passa in secondo piano anche se la reputo bella e sicuramente buonissima. Buon sabato
RispondiEliminaEly
Ma la fortuna e' tutta mia, Ely, che tu abbia trovato il mio blog!! Hai ragione, credo che a tutte noi abbia fatto lo stesso effetto: ascoltare le confidenze di un'amica sfortunata e allo stesso tempo immedesimarci con lei e le sue sensazioni, le sue frustrazioni e le sue paure...perche' alla fine, anche noi, adolescenti, ci sentivamo costrette e incomprese, non e' vero? Condivido anche la tua opinione sulle ricette di questo MTC: passano in secondo piano rispetto ai post scritti...Buon Sabato anche a te, cara Ely
EliminaUn post emozionante, un pane perfetto, curato, amato, una confettura che vorrei fosse ora nella mia dispensa, e i semi di fico... lì mi hai lasciata senza parole! Rinnovo la mia adorazione nei tuoi confronti, sei grande!!
RispondiEliminaUn abbraccio
Bucci
Grazie Bucci: adorazione ricambiata con entusiasmo, lo sai. I semini di fico sono stati un caso: quando Eleonora ha pubblicato la ricetta, io stavo schiumando la marmellata di fichi dei miei alberi e insieme alla schiuma toglievo anche un sacco di semini, cosi'......Ti abbraccio anch'io, cara Bucci.
EliminaHai realizzato un pane fantastico!!
RispondiEliminaDeve essere di una sofficità inaudita!!
Complimenti sei proprio brava!!
Un bacione e buon inizio settimana
Carmen
Ma grazie Carmen!! E tu sei sempre genitilissima. Ti abbraccio, a presto.
Eliminacaspita!!! che lavoro questo pane.... ma vale la pena.... il diario di Anna Frank.... quanti anni...
RispondiEliminaVale la pena si'!
Eliminauno splendido post, roberta, pieno di emozioni e, come dicevamo, storie. non conoscevo la storia del castagno di anna frank, e mi sembra splendida. gli alberi che crescono nei cortili delle scuole anna frank di tutto il mondo sono proprio un bel segnale.
RispondiEliminail tuo pane è meraviglioso, e se fossi in te tremerei molto sul commento di alessandra ;-)
No...nononononono...NO! Smettetela di spaventarmi!! Tanto ho visto di quelle cose, che la mia a confronto e' niente!!
EliminaAnche a me piace molto pensare che i semi dell'albero siano andati in tutto il modo: semi di speranza, semi di pace e di tolleranza...
Grazie per questo splendido post Robi..
RispondiEliminami hai fatto tornare la voglia di rileggere il diario..
Un abbraccio
Vale
E' tronata anche a me, infatti lo sto leggendo in questi giorni...
EliminaGrazie a te per il bel commento, Vale. Un bacione, a presto.
Cara Kitty, dì alla Roby che mi sono messa a piangere quando ho letto il suo post.
RispondiEliminaDille anche che ha scritto un post così bello, che ha fatto passare in secondo piano i ripieni delle sue trecce, che sono fenomenali.
Ma dille anche che è bello che sia così.
Poi ringraziala da parte mia per avere scritto quello che ha scritto e per aver preparato queste trecce.
Cara Kitty, di alla Mapi che...E' FUORI COME IL BALCONE DELLA BARBIE CELLULITE! ;-)))
EliminaGrazie Mapi, per essere la persona meravigliosa che sei: intelligente, semplice, sincera, entusiasta e sensibile.