martedì 25 settembre 2012

Pacchettini di cavolo rosso









Sono ancora in tempo? Spero di si’! Ho gia’ perso la scorsa edizione, non voglio perdermi anche questa. Solo che sono nella mia casetta francese e non ho la connessione, mi attacco abusivamente, quando posso, a quella del camping vicino, si fa per dire, a casa.
Pero’ la ricetta ce l’avevo gia’ pronta, il viola nel piatto mi piace assai, due righe veloci per salutare le mie amiche Cinzia e Valentina, alla quale faccio anche tutti i miei piu’ affettuosi auguri e via con il contest piu’ colorato del web!
Questo mese e’ di scena il viola: lo attendevo! E lo temevo pure! Perche’ nella gia’ scarsa e ripetitiva offerta di frutta e verdura del panorama olandese, unica pecca di questo Paese che adoro,  il viola e’ forse il colore meno rappresentato. Fate presto voi a dire patate e carote viola, cavolfiori viola, persino kiwi viola! Macche’, nemmeno l’ombra...sospetto che se chiedessi al mio fruttivendolo gioielliere, mi prenderebbe per matta...non che un po’ non lo sia, ma lui ancora non lo sa. Son dovuta rimanere sul banalotto: cavolo rosso, che in realta’ e’ viola, more, mirtilli...Pero’ li ho messi tutti insieme nello stesso piatto, tanto per non essere banali fino in fondo.

Pacchettini di cavolo rosso
con risotto ai frutti di bosco



ingredienti per 6  pacchettini:
6 foglie di cavolo rosso
250 g di riso
1 scalogno
100 g di mirtilli
100 g di more
100 g di ribes nero
1,5 l di brodo vegetale
½ bicchiere di vino rosso
olio extravergine d’oliva
sale e pepe
1 noce di burro
2 cucchiai di parmigiano
1 cucchiaio di creme fraiche
fili di erba cipollina abbastanza lunghi, oppure striscioline di porro o cipollotti freschi per legare i pacchettini

Fate cuocere le foglie di cavolo in acqua bollente leggermente salata per circa 30 minuti o finche’ anche le coste saranno tenere, ma in ogni caso non lasciatele cuocere troppo, altrimenti vi si spappoleranno tra le mani quando le avvolgerete intorno al ripieno. Una volta cotte scolatele e mettetele distese su un panno pulitissimo, meglio se fatto bollire per togliere qualsiasi traccia di sapone.
Preparate un risotto come al solito,sfumando con il vino rosso anziche’ con quello bianco e aggiungendo i frutti di bosco a metà cottura. Una volta cotto il riso, mantecatelo con il burro, il parmigiano e la creme fraiche. Lasciatelo rapprendere per qualche minuto, dopodiche’ distribuitelo sulle foglie di cavolo, chiudete a pacchetto, e poi “legate” ogni pachettino con l’erba cipollina o le striscioline di porro o cipollotto. Nel secondo caso, vi consiglio di sbollentare le foglie per un minuto, lasciarle asciugare su un panno e poi tagliarle nella misura desiderata.
Potete spennellare i pacchettini di burro fuso e passarli in forno caldo per 5 minuti, se li volete servire caldi, ma sono ottimi anche freddi. A seconda della quantita’ servita, possono essere sia un antipasto, che un contorno che un primo piatto.








lunedì 24 settembre 2012

EDIZIONE STRAORDINARIA! EDIZIONE STRAORDINARIA! MARAMAO NON E’ MORTO! E’ VIVO E VEGETO E ABITA IN FRANCIA!



Ero stanco di mangiare solo insalata, dice il celeberrimo protagonista della nota canzone.

 Pare che il caro Maramao, che negli ultimi 60 anni o giù di lì, tutti quanti avevamo creduto morto, sia invece ancora vivo e che, nonstante la veneranda età, goda di ottima salute.
 Abbiamo raccolto numerose testimonianze, da parte di fonti risultate essere assolutamente attendibili, che ci fanno credere che il famoso personaggio si sia trasferito in Francia, in un luogo che per il momento preferiamo non rivelare, dove continuerebbe, sotto falsa identità, ad occuparsi di agricoltura.
 A chi gli domanda cosa l’abbia spinto ad inscenare la sua morte, il simpatico vecchietto risponde che, seppur grato del fatto che pane e vino non gli mancassero, si era stancato  di mangiare solo l’insalata che c’era nell’orto.  Sostiene che gli incessanti cori di mici sotto le finetre di casa sua, gli impedissero di dormire di notte e gli rendessero la vita impossibile di giorno. Inoltre afferma che a lui non sia mai importato nulla delle gattine innamorate e che le considerasse, sono parole sue,  “una grandissima seccatura!”
 Nell’apprendere che la storia della sua scomparsa ha ispirato una famosa e popolarissima canzone, nonche’ indiscusso capolavoro della musica italiana, e’ apparso sinceramente sorpreso e si e’ dichiarato totalmente all’oscuro del fatto. Ancora non e’ chiaro se intenda intraprendere un’azione legale per rivendicarne i diritti o se piuttosto voglia querelare autori, editori ed esecutori del brano per illecito  e non autorizzato sfruttamento della propria immagine.
 La nostra redazione sta cercando di contattare Maramao per convincerlo a rilasciarci un’ intervista in esclusiva, che ovviamente, qualora ci venisse concessa, pubblicheremmo integralmente sulle pagine del nostro giornalblog.
 Nell’attesa che si faccia luce sulla vicenda e tutte le nostre domande trovino una risposta, vi invitiamo a partecipare al simpatico contest indetto dal blog Cook’n’book della mitica cheffa Sabina e dedicato al protagonista di questa storia che, lasciatecelo dire, ha quasi dell’incredibile....quasi....


venerdì 14 settembre 2012

NON CHIAMATELA PASQUALINA!



Toc toc...
Immagino gia' chi possa essere. La stavo aspettando. Guardare dall'occhiolino della porta e' un semplice scrupolo. Inspiro profondamente dal naso, espiro lentamente dalla bocca. Mano sulla maniglia. Apro.
"Buongiorno!" esclamo, cercando di sembrare allegra e cordiale in maniera convincente
"Sara' un buongiorno per lei, che si diverte tanto con le sue bloggamiche, come le chiama lei...per me non e' un buongiorno: e' un cattivo giorno...un giorno pessimo, direi..."
Su quella ppi  di pessimo vengo investita da miliardi di minuscole goccioline...
" Davvero? Come mai?"
"Ho appena subito una sonora reprimenda da parte del dottor Ego".  
Il dottor Ego Super, l'amministratore del condominio. Gli da del lei, con servile deferenza, ma lo chiama per nome, a sottolineare lo stretto rapporto di collaborazione che intercorre tra i due. 
"Tutto per colpa sua, visto che si e' presa la liberta' di farli uscire!"
"Cosa avrei fatto uscire e da dove, scusi?...non capisco..."
"Non faccia finta di non capire!! Guardi che a me non mi si prende in giro, ha capito? Quella, il ragioniere e Tragedy...lei li ha lasciati uscire dal condominio!!"
"Ah!...loro...Tecnicamente non sono usciti dal condominio..."
"Ma lei ne ha parlato sul suo...coso...li'...il blog!...e adesso tutti sono al corrente della loro esistenza."
"Tutti? Ohssignur, ma tutti chi?"
"Ma come chi? I suoi lettori, no?"
"Ah, ma allora potete stare tranquilli, lei e il dottor Super: sono talmente pochi i miei lettori..."
"Pochi o tanti che siano, non si doveva sapere! Lo sa che il dottor Ego e' categorico a riguardo. C'e' un regolamento di condominio e va rispettato."
"Non si preoccupi, me la vedo io con l'amministratore: mi assumo tutta la responsabilita' dell'accaduto"
"Ormai e' tardi, non crede? E gia' che ci siamo, lei la tovaglia fa il piacere di scuotersela in casa e non giu' dal balcone, che poi mi tocca scoparle a me, le sue briciole, se non voglio che mi si riempia il cortile di formiche"
"Ma io lo faccio per gli uccellini...e poi che fastidio vuole che diano due formichine in cortile?"
"Senta, se le piacciono tanto gli uccelli e le formiche, si compri due canarini e un terrario e se li tenga a casa sua! Guardi che la curo eh, stia attenta che IO la curo...."

Esistono ancora le portinaie? Anzi, le custodi di edifici, come vuole essere chiamata la mia? Eh gia': il mio condominio ha anche una portinaia, ovviamente. Se avessi avuto voce in capitolo, l'avrei scelta come la Renee dell'Eleganza del riccio: scorbutica e acida, siamo d'accordo, ma anche colta e persino un po' filosofa. Io sarei andata a trovarla con qualcosa di buono appena uscito dal forno, lei avrebbe messo su il te' e avremmo chiacchierato di questo e quello e lei avrebbe tentato di contagiarmi, inutilmente temo, con la sua passione per il cinema giapponese...Invece, con la fortuna che mi ritrovo, la mia portinaia si chiama Deboraconl'acca ed ha le sembianze di Giacomo Poretti di Aldo, Giovanni e Giacomo, nasone e baffi compresi...Inutile che ve lo dica, e' una gran rompipalle. Non si fa mai gli affari suoi, vede tutto e sente tutto e ho anche il fondato sospetto che mi legga la corrispondenza....meno male che ci sono le e-mail. Guai a lasciare una bicicletta nell'androne, a non rispettare le regole della raccolta differenziata, a far rumore nelle ore del silenzio o a far sgocciolare l'acqua dal balcone quando si annaffiano i fiori...E siccome io il mio condominio, inevitabilmente, me lo tiro dietro ovunque vada, lei e' sempre li' a controllare che mi comporti in modo che il mio passaggio su questa Terra arrechi il minimo fastidio al mio prossimo. Non lascio in giro immondizia, non alzo la voce sui mezzi pubblici, cedo il posto a sedere alle persone, ahime' sempre piu' rare, piu' anziane di me o alle donne incinte o con bambini piccoli in braccio; non blocco la fila alla cassa del supermercato prendendomi tutto il tempo per fare le borse con calma, ma rimetto tutto nel carrello con la stessa velocita' con cui la cassiera le passa allo scanner e mi sposto.  Non ho la patente, ma se l'avessi non parcheggerei in doppia fila o su un passo carraio, lasciando i blinker accesi come a dire "Torno subito!" e quando arriviamo ad un casello dell'autostrada, io ho gia' i soldi in mano, anche se e' notte fonda e ci siamo solo noi. Non taglio le file, non sputo per terra, non faccio pipi' sui muri...si lo so che mi e' fisicamente impossibile, ma non lo farei nemmeno se  non lo fosse...raccolgo le cacche del mio cane, non fumo nei luoghi chiusi e nemmeno all'aperto, se ci sono persone a cui da fastidio, e se proprio ho voglia di fumare, mi sposto dove non c'e' nessuno...e la "cicca", il mozzicone,  la butto nei cestini dell'immondizia...Spengo il cellulare al cinema, a teatro...IN CHIESA!...persino al ristorante...Dico buongiorno e buonasera, per favore e grazie.. e non mi sono ancora tramutata in pietra! Tratto con rispetto anche la signora che pulisce i cessi pubblici e le sono grata per il suo ingrato lavoro...e ovviamento non sbatto la tovaglia dal balcone. Sono una persona bene educata e dotata di senso civico? No! Sono solo terrorizzata dalla sciura Deboraconl'acca!!
E stavolta l'ho proprio fatta arrabbiare...Meno male che la Vitto ci ha insegnato a fare la vera torta pasqualina genovese, cosi' adesso ne preparo una e gliela porto, per farmi perdonare. Solo che io le bietole non le trovo, in Olanda, e nemmeno trovo la prescinseua ligure...Allora sapete che si fa? NON LA SI CHIAMA PASQUALINA!! Io la mia la chiamo pak-choilina, torta salata di verdure con pak-choi e latte cagliato. Pero' un ingrediente ligure ce l'ho: l'olio extravergine che mi hanno portato i miei amici William e Saskia da Ventimiglia!

Pak-choilina


Ingredienti 
per una tortiera da 20 cm

per la pasta:
300 g di farina 0, meglio se manitoba
un pizzico di sale
30 g di olio d'oliva extravergine
1/2 bicchiere di vino bianco secco
1/2 bicchiere d'acqua fredda
altro olio per ungere la teglia e la pasta

per il ripieno:
600 g di pak-choi
300 g di di spinaci
1 spring onion
300 g di latte cagliato
2 cucchiai di butter milk
2 cucchiai di parmigiano grattugiato
2 uova 
2 cucchiai di olio d'oliva extravergine
sale e pepe
maggiorana fresca

Impastare la farina con il sale, l'olio, il vino e l'acqua e lavorarla per ottenere un impasto morbido. Dividerlo in 10 palline e lasciarle riposare, coperte con un telo pulitissimo, per un paio d'ore.

Eliminare il fondo del pak-choi, tagliarlo a striscioline sottili e lavarlo sotto l'acqua corrente. Mettere l'olio in una padella e farci rosolare la sping onion, tagliata a tocchetti, a fiamma dolce. Unire il pak-choi ben sgocciolato, salare e pepare e far cuoere per una venitna di minuti. Lavare gli spinaci, scolarli per bene ed aggiungerli al pak-choi. Far cuocere per altri 5 minuti. Toglier dal fuoco e far raffreddare completamente.
Stendere una pallina di impasto in uno strato molto sottile, quasi trasparente, cercando di non romperlo. Ungere d'olio una teglia e adagiarci il primo strato di pasta, lasciando che i bordi fuoriescano dalla teglia. Stendere altri tre strati e adagiarli nella tortiera, sempre ungendo d'olio prima di coprire con il successivo. Versare le verdure sopra alla pasta. Mescolare i latte cagliato con il butter milk, il parmigiano e la maggiorana. Salare e pepare e distribuirlo sopra le verdure. Con il dorso di un cucchiaio, creare due fossette nel formaggio e rompere un uovo in ciascuna fossetta. Coprire con i restanti 6 veli di pasta, sempre ungendo bene con l'olio ogni strato prima di coprire con il successivo. A dire la verita' i miei sono solo 5: l'ultimo me lo sono dimenticato sotto il telo!...Spennellare d'olio anche l'ultimo strato. Inserire una cannuccia sotto l'ultimo strato ed arrotolare i bordi di pasta a cordoncino, in modo da sigillare per bene. Soffiare delicatamente dentro la cannuccia, finche' l'ultimo strato si sara' gonfiato a palloncino. Estrarre delicatamente la cannuccia e sigillare subito il buco. Mettere in forno a 180° per 45/50 minuti o finche' la pasta sara' ben dorata. Togliere dal forno, spennellare la superficie con altro olio e lasciar raffreddare completamente prima di servire. La pasta si ammorbidira' e la cupoletta si abbassera', ma e' proprio cosi' che deve essere.

Il pak-choi, bok choi o bok choy, come vi pare, e' una verdura a foglia di origini asiatiche appartenente alla famiglia del cavolo, le crucifere. Ha un sapore che e' una via di mezzo tra il cavolo e gli spinaci, ma piu' delicato.
Potete sostituire il latte cagliato con della ricotta mescolata a yogurt, meglio se greco, per aggiustarne il grado di acidita' e renderlo simile a quello della prescinseua ligure.
Queste torte sono migliori se servite fredde, a temperatura ambiente, e si conservano bene per un paio di giorni, quindi si possono preparare anche in anticipo.



Con la mia pak-choilina partecipo all' MT challenge di settembre: LA PASQUALINA!
del blog Menu Turistico insieme a Vittoria de La cucina piccolina



martedì 11 settembre 2012

latte cagliato e cosa tenere presente quando si vuole acquistare una mucca


Io ho una mucca. Non nella realtà, purtroppo. Solo nella mia immaginaria vita autosufficiente. La mia mucca è di razza Jersey e si chiama Rossella. 




Sceglierla ed acquistarla non e' stato facile. Non esistono concessionarie di mucche, con porte aperte e giri di prova. Inoltre ci sono un sacco di fattori da considerare, quando si vuole acquistare una mucca: il primo e piu' importante è lo scopo al quale la si vuole destinare. Latte o carne? Sì, perchè le mucche non sono tutte uguali. Esistono razze da carne, razze da latte e razze sia da carne che da latte. Io l'ho scelta da latte, perche' sono golosissima di latte e latticini. In ogni caso, per avere il latte, bisogna avere i vitelli e sapere cosa farne, anche. Una mucca ha un vitello ogni anno e produce latte per circa 10 mesi. Se e' una mucca da carne, avra' solo il latte sufficiente per allattare il vitello. Se e' di razza mista carne-latte, potra' allattare il vitello e fornirvi latte a sufficienza. Se e' una mucca da latte, potrà allattare il vitello e a voi resterà ancora una grande quantita' di latte da trasformare nel modo che preferite, pero' il vitello non darà carne di buona qualità. Fortunatamente se si opta per l'inseminazione artificiale, si' può scegliere un seme sessato, vale a dire che potete scegliere se il nascituro sara' maschio o femmina e avrete il 90% di probabilita' di successo. In questo modo i vitelli della mia Rossella, saranno in prevalenza femmine, che vendero' come mucche da latte, evitando cosi' di doverli macellare dopo averli visti nascere. La prima, pero', penso che la terrò, cosi' Rossella non sarà costretta a partorire tutti gli anni, perche' io possa avere il mio latte. Perche' proprio una Jersey? Esistono molte altre ottime razze da latte, in fondo, come la Bruna Alpina o la Frisona. Ho scelto una Jersey prima di tutto perche' è una razza francese e la mia fattoria autosufficiente e' in Francia. Poi ha giocato a suo favore anche il fatto che sia di taglia piccola e priva di corna. Inoltre e' docile ed affezionata: John Seymour, nel suo libro The new complete book of self-sufficiency, raccomanda caldamente questa razza, perchè da il miglior latte del mondo, anche se in quantità inferiore rispetto ad un Frisona, ed e' talmete adorabile che e' un problema resistere alla tentazione di portarsela in casa. Ben presto diventerà un'amica oltre che una fornitrice di ottimo latte e di concime per i campi. E' la mia mucca, insomma!  
Una volta scelta la razza, bisogna trovare qualcuno che la venda. Cosa piu' difficile di quanto sembri. Chi alleva mucche, che siano da carne o da latte, solitamente non le vende. Se un allevatore vende uno dei suoi animali, si puo' legittimamente pensare che non sia il migliore della mandria. L'ideale sarebbe rivolgersi ad un altro "contadino" autosufficiente che deve vendere il vitello avuto dalla sua mucca. In ogni caso bisogna accertarsi che la vostra mucca sia libera da grossi difetti e sia in buona salute. Anche in questo caso, il caro John ci viene in aiuto con i suoi preziosi consigli:
  • palpatele delicatamente la mammella e se avvertite dei grossi noduli, non compratela: significa che ha, o ha avuto e quindi potrebbe averla di nuovo, la mastite.
  • accertatevi che sia stata testata per la tubercolosi e la brucellosi e, ovviamente, sia stata trovata negativa
  • se è in lattazione, provate a mungerla da ogni capezzolo, per vedere come reagisce e quanto latte effettivamente può dare. Ovviamente ricordatevi che siete un estraneo per lei e, soprattutto se e' stata portata ad una fiera o in un luogo comunque non a lei familiare, è normale che sia piu' nervosa del solito. 
  • se dovesse presentare un "quarto cieco", cioè un capezzolo che non dà latte, non è un grosso problema, ma fatevi fare un ottimo prezzo!
  • provate a cingerle il collo con le braccia e a grattarla dietro le orecchie, per vedere quanto sia docile
  • valutate se il suo aspetto comunichi una sensazione di buona salute
  • se proprio siete alle prime armi, fatevi accompagnare da qualcuno più esperto di voi ed ascoltate i suoi consigli
Un altro prezioso consiglio, se siete dei neofiti, è di non acquistare una mucca al suo primo vitello: eviterete di essere in due a dover imparare cosa fare e come farlo. Meglio una mucca che sia già abituata ad essere munta e che vi faciliti il compito! Ecco, una cosa assolutamente da non dimenticare se state pensando di acquistare una mucca: dovrete mungerla! Tutti i giorni! Due volte al giorno! Per circa dieci mesi l'anno! Di per se, con la mucca giusta e una volta imparato a farlo come si deve, la cosa non si presenta ne' difficile, ne' troppo impegnativa. Richiede forse 8/10 minuti per volta. Ma va fatto! E se pensate di andare in vacanza, dovrete avere qualcuno che lo faccia per voi...oppure programmare i vostri viaggi nei due mesi in cui la vostra mucca non darà latte. In ogni caso dovra' mangiare, ed essere pulita...Pensateci bene prima di fare un passo del genere!
E cosa ne faccio di tutto il latte della mia Rossella? Essendo il piu' ricco in materia grassa, ovviamente dà dell'ottimo burro. Una volta si riteneva che questo fosse un inconveniente nella produzioni di formaggi, visto che le molecole di grasso sono molto grosse e si diceva che non coagulassero bene. Oggi molti allevatori producono anche ottimi formaggi, sia freschi che stagionati. Anzi, essendo per caratteristiche organolettiche molto simile al latte di bufala, si possono produrre anche formaggi a pasta filata. E poi panna, yogurt, ricotta, gelati...Immaginatevi di fare colazione con il latte appena munto della mia Rossella, magari con un fresco yogurt accompagnato da frutta di stagione del mio frutteto o del mio orto...Lo so: sogno ad occhi aperti....Nel frattempo:


Latte cagliato con il limone
con la ricetta di Anna Baslini


Ingredienti:
2 l di latte fresco intero possibilmente crudo
il succo di un limone

Unite il succo del limone ad un litro di latte. Portatelo ad ebollizione finche' vedrete che il latte e' completamente cagliato. Coprite una terrina con un telo pulitissimo a maglie non troppo fitte e versateci dentro il latte cagliato. Riunite le cocche del telo e legatelo con uno spago. Appendetelo a sgocciolare per tutta la notte.

Io ho poi riportato il siero sul fuoco, aggiungendo anche il restante litro di latte. Ho lasciato bollire finche' si e' formata una specie di ricotta, che ho raccolto con il mestolo forato, man mano che si formavano i fiocchi. Ho unito questa ricotta al contenuto del telo, mescolando bene. 
Il siero l'ho poi usato per pane, pizza e focaccia, di cui pubblicherò a breve la ricetta.
Potete usare questo formaggio fresco al posto della ricotta, condirlo con olio sale e pepe o altre erbe aromatiche e utilizzarlo per farcire tartine, riempire vol au vent... E' ottimo per condire i finocchi crudi tagliati sottilissimi.



per non dimenticare: 9/11 MEMORIAL, NYC




















domenica 2 settembre 2012

Hellzapoppin'...e LA COMMEDIA E' SERVITA!...forse...

Ecco! E adesso come lo descrivo questo? Mannaggia a me che riesco sempre a cacciarmi in qualche ginepraio... Tutta colpa tua, Patty Pat! Tua e del tuo contest LA COMMEDIA E' SERVITA! Servita un corno! Come te la servo questa? Va bene: ho voluto la bicicletta e ora mi tocca pedalare...Che tra tutti i capolavori della cinematografia mondiale, proprio Hellzapoppin' dovevo andare a scegliere...Perchè? Solo perche' e' unico. Originale. Surreale. Folle.



Cominciamo dalla trama...che non c'è! O meglio, c'è, ma tutti quanti fanno del loro meglio per ignorarla. Del resto un cartello all'inizio del film, avverte gli spettatori che " Ogni similitudine tra Hellzapoppin' e un film, e' da considerarsi puramente accidentale!"
Partiamo dal titolo, allora: Hellzapoppin'...intraducibile, se non con un riduttivo "L'inferno sta scoppiettando" ... che non prepara minimamente a quello che si sta per vedere...
Il genere? Bella domanda! Commedia? Musical? Romantico? Demenziale? Tutto questo e anche di piu'! 
Gli interpreti? Ecco, si': qui vado sul sicuro. Non sono nomi famosissimi, nessuna delle fulgide stelle del cinema americano di quegli anni, ma gli appassionati riconosceranno molti di quelli che in gergo vengono definiti "caratteristi" e che spesso si incontrano nelle commedie e nei musical dell'epoca. A cominciare dalla "banda" Ole Olsen e Chic Jhonson e proseguendo con la mitica Martha Raye, la bella Jane Frazee e poi Robert Paige, Hugh Herbert, Misha Auer e Shemp Howard, quest'ultimo nei panni di un irascibile, vagamente sadico e misogino proiezionista. 
Propio a lui e' dedicata una delle primissime inquadrature: lo vediamo nella sua cabina di proiezione intento a montare, maldestramente e' ovvio,  le "pizze" sul proiettore. Da questo momento in poi, lo rivedremo spesso, chiamato in causa di quando in quando da Ole e Chic per riavvolgere la pellicola o aggiustare l'inquadratura, cosa che suscita le sue risentite rimostranze, anche perche' interrompe l'amoreggiamento con la giunonica e platinata maschera del cinema...


 E quindi inizia il film: la scena e' tipica della rivista sofisticata, con un nutrito gruppo di belle figliole, in splendidi abiti da sera, che scendono elegantemente una bianca scalinata...che improvvisamente si apre sotto i loro piedi facendole precipitare, tra fumo ed esplosioni,  in un inferno popolato da scalmanati ed acrobatici demoni canterini che sottopongono i dannati ad ogni sorta di esilarante tortura...Annunciati da un'ennesima fumante esplosione, sulla scena irrompono Olsen e Johnson, a bordo di un taxi giallo dal quale esce tutta un'arca di Noe' di animali da cortile. Cosi' capiamo che stavamo assistendo ad un film dentro al film, del quale Ole e Chic sono gli interpreti. I due cominciano ad incasinare la scena con una sequela di battute e giochi di parole demenziali, facendo perdere la pazienza al regista, che si vede costretto ad interrompere le riprese. I tre abbandonano, sempre litigando tra loro, la scena, ne attraversano altre di altri film e raggiungono un giovanissimo, spaventatissimo e pallidissimo sceneggiatore, che timidamente, con un fil di voce, propone loro un nuovo soggetto: il classico triangolo amoroso tra Kitty ( Jane Frazee), bella ereditiera, il suo facoltoso, aitante e, ovviamente, inetto promesso sposo, del quale lei non e' innamorata, e Jeff (Robert Paige), squattrinato autore teatrale, che ama ricambiato la bella Kitty, ma che non la sposera' finche' non sara' diventato ricco e famoso. Con l'intenzione di aiutarlo a raggiungere la fama, Kitty propone a Jeff di rappresentare il suo spettacolo nella principesca dimora paterna, in occasione della festa di fidanzamento. Ad Ole e Chic, viene affidato il compito di sistemare le cose tra Kitty e Jeff. Allo stesso tempo, dovranno coordinare la messa in scena dello spettacolo per tutti i facoltosi ospiti presenti alla festa. Cominciate a capirci qualcosa? Sono sicura di si', ma vi garantisco che non ne avete la minima idea. A dire la verita' la trama non ha nemmeno una ragione d'essere, se non  fornire un pretesto per tutta una serie di gag, battute e situazioni comiche surreali e squisitamente folli. A cominciare dalla tizia che irrompe ripetutamente sulla scena chiamando a gran voce il figlio Oscar. Per non parlare dell'anziano signore che deve consegnare una pianta, che di volta in volta e' sempre piu' grande fino a raggiungere le dimensioni di un albero, ad una a quanto pare introvabile Signora Jones. Cosa dire degli interventi dell'investigatore privato? Interpretato da Hugh Herbert,  non si capisce bene cosa ci stia a fare e si auto definisce mago del travestimento, ma  nonostante tutti i suoi sforzi rimane sempre perfettamente riconoscibile...
Hellzapoppin' e' pieno di ogni genere di humor immaginabile: c'e' tanta comicita' sia fisica che diretta che surreale. Tonnellate di parodia e satira, citazioni e autocitazioni, paradossi, numeri musicali e tanto altro ancora. Aspettatevi di vedere un po' di tutto. C'e' anche uno dei piu' incredibili numeri di danza di tutta la storia del cinema, messo in scena dagli Harlem Congeroos: gli appassionati di swing dance dovrebbero vedere il film solo per questo!


Ci sono numeri di nuoto sincronizzato in perfetto stile Esther Williams. E poi c'e' la bravissima Martha Raye,  esilarante nei panni di un' assatanata  signorina che senza sosta e senza alcuna vergogna o reticenza, da la caccia ad un impomatato principe russo decaduto e in esilio, che finge di essere uno che finge di essere un impomatato principe russo decaduto e in esilio - scusatemi, non saprei dirlo meglio di così...- interpretato dal segaligno Misha Auer.



Anche il romanticismo deve arrendersi alla demenzialita' e cosi' Kitty e Jeff sono costretti ad interrompere il loro duetto per comunicare ad un certo Stinky Miller, presente tra gli spettatori del cinema, di andare a casa perche' sua madre lo sta chiamando gia' da un po' ...















e noi restiamo a guardare la sagoma scura dell'ipernutrito ragazzino che, impallando l'immagine, scavalca i suoi vicini di poltrona ed abbandona la sala, permettendo così ai due innamorati di proseguire nei loro amorosi gorgheggi. Anche Olsen e Johnson abbattono spesso le quattro mura ed interagiscono ora con l'audience ora con il proiezionista, riportando costantentemente la nostra attenzione al fatto che stiamo solo guardando un film, dopo tutto...
Sin dall'inizio "infernale", e' un continuo crescendo, con un elevato livello di energia sostenuto apparentemente senza sforzo dai protagonisti. Le battute e le situazioni comiche si susseguono con rapidita': non tutte funzionano ed alcune sono decisamente banali, ma per la maggior parte sono ispirati e surreali voli di fantasia che garantiscono grasse risate. Fino al finale in cui Ole e  Chic tentano di sabotare la loro stessa commedia con una raffica di scherzi che mettono in difficolta' ed in imbarazzo gli attori sul palco, i musicisti e persino il pubblico..E anche dopo che lo spettacolo e' finito, "con successo di critica e di pubblico", nonostante gli impevisti, e che Jeff ha firmato un contratto con un grande produttore teatrale...uomini invisibili, animali parlanti, polli finti che attraversano la sala appesi ad un filo e che depongono uova col paracadute...ed un camion con rimorchio che entra in scena trasportando un albero gigantesco e il povero omino che ancora grida: " Mrs. Jooooones ...Mrs. Joooooones..."
A dirla tutta, Hellzapoppin' non e' una grande commedia, almeno non nel comune significato del termine, ed Olsen e Johnson non e' che siano dei superbi attori. La maggior parte del divertimento deriva dalle loro reazioni agli strampalati personaggi che piombano sulla scena e, per quanto mi riguarda, dalla fisicita' di Martha Raye che e' una specie di Jim Carrey in gonnella. 
La mia ammirazione va anche al regista, H. C. Potter, perche' realizzare un film del genere con i mezzi a disposizione nel 1941, ha sicuramente richiesto grande abilita' e immensa preparazione. La musica e' accattivante, i numeri di ballo spettacolari e, quel che piu' conta, le gag sono esilaranti.

Ooooooscaaaaaarrrr!! Oooooscaaaaaarrrr!!..... OOOOOOSCAAAAAAARRRRRR!!! 

Questo film l'ho visto un'unica volta in italiano, in televisione, quando avevo piu' o meno 15 anni. Ho avuto l'immensa fortuna di assistere, intorno ai 20 anni e per ben due volte, ad una rappresentazione teatrale, sorprendentemente fedele al film, messa in scena dal mitico Teatro dell'Elfo di Milano. Qualche anno fa me lo sono scaricato da internet in inglese - non e' mai uscito in home video per motivi di diritti - e ogni tanto me lo riguardo, anche se alcune delle battute me le perdo...


Ed ora arriva il bello: quale ricetta abbinare ad un simile capolavoro di comicita' demenziale? Ma un'insalata....di RISO, of course, perche' Hellzapoppin' fa ridere! Non la solita insalata, pero'...perche' sempre di Hellzapoppin' stiamo parlando, giusto? E allora porta e mente aperte all'insolito, all'inaspettato e, soprattutto, al divertimento. Il riso e' rosso e selvaggio, come "selvaggi", nel senso di indomabili ed incontenibili, sono Olsen e Johnson in questo fiilm. Dentro c'e' un po' di tutto: mare e terra, carne e pesce, frutta, verdura, cereali, spezie....ed anche in Hellzapoppin' si trova di tutto e di piu': commedia, comiche, vaudeville, rivista...E per sorpendere e stupire fino in fondo, la salsa al cocco, calda e speziata, contrasta e completa il riso freddo, con le note dolci del riso stesso e dei gamberetti e il gusto delicato dei funghi e dell'avocado che si sposano con quello deciso e intenso delle spezie e con il profumo fresco del cocco e del cardamomo, con lime e cipolla a fare discretamente da damigelle d'onore. Tanti ingredienti, tanti sapori, tanti profumi e consistenze diverse, ma che, se dosate con intelligenza, come Porter ha saputo fare coordinando attori e situazioni sul set di Hellzapoppin', garantiscono il successo. E poi un pizzico di follia ogni tanto ci vuole!

HELLZAPOPPIN'!!



ovvero

Insalata di riso rosso
con gamberetti, pollo, avocado, funghi, 
ecc...ecc...ecc...

Ingredienti per 2
250 g di riso rosso
1 avocado maturo
8/10 gamberetti
1/2 petto di pollo
8/10 champignon
2 lime
2 spring onions
1 lattina di latte di cocco
1 pezzetto di zenzero fresco
2 bacche di cardamomo verde
curry, curcuma, peperoncino e sale q.b.
olio di mais o di girasole
2 cucchiai di cocco grattugiato

Far cuocere il riso in acqua salata per una trentina di minuti. Scolarlo, sciacquarlo velocemente in acqua fredda, scolarlo di nuovo e metterlo su un cannovaccio pulitissimo (io ne tengo sempre un paio a disposizione, che faccio bollire, dopo averli lavati, per eliminare ogni traccia di detersivo) stendendolo bene perche' asciughi il piu' possibile. 
Nel frattempo tagliare il pollo a dadini e cuocerlo a vapore. Toglier la testa ai gamberi, incidere il carapace lungo il dorso e d eliminare il filamento scuro, tuffarli per un minuto in acqua bollente, scolarli, lasciarli intiepidire, sgusciarli e tagliarli in 3 o 4 pezzi.
Aprire l'avocado, eliminare il nocciolo, prelevare la polpa con l'aiuto di un cucchiaio e tagliarla a dadini. Metterla un una capiente ciotola ed irrorarla con il succo di un lime, affiche' non annerisca.
Pulire i funghi e tagliarli a fettine sottili. Affettare sottilmente anche una delle spring onions. Unire tutti gli ingredienti nella ciotola dove gia' avete messo l'avocado. Condire a piacere con olio e sale. In un'altra ciotola, versate il riso e conditelo con due cucchiai d'olio, meta' dello zenzero pelato e tagliato a striscioline sottili e il succo del secondo lime. Mescolate bene e poi aggiungetelo al resto degli ingredienti. Lasciate riposare in frigo per un paio d'ore prima di servire.
Tagliate l'altra spring onion a pezzetti e mettetela in un pentolino con il resto dello zenzero e un cucchiaio d'olio. Fate cuocere a fiamma dolce finche' il cipollotto non sara' tenero. Aggiungete le spezie e il peperoncino secondo il vostro gusto e le due bacche di cardamomo verde schiacciate. Unite anche meta' della lattina di latte di cocco e lasciate bollire per un paio di minuti, mescolando spesso. Togliete dal fuoco, aggiustate di sale e filtrate da un colino a maglie fini. 
In un padellino antiaderente fate tostare il cocco grattugiato, finche' avra' preso un bel colore ambrato.
Servite il riso ben freddo accompagnato dalla salsa calda e cosparso di cocco tostato.




....e non dimenticatevi di invitare MRS. JOOOOOOONES!!!

con il mio HELZAPOPPIN'  partecipo al contest di Andante con Gusto