mercoledì 30 novembre 2011

Spiedini di pollo, zucca e verza


Inverno + dieta = zucca!! E allora andiamo giu' di passati e gnocchi - si' cara!! se non ci metti le patate e li fai di sola zucca, si puo'- scusate: ho dovuto rispondere a mia figlia che sostiene che gli gnocchi siano banditi dalle diete. E ' peggio di una governante svizzera: ci comanda a bacchetta, ci controlla 24 ore al giorno e ci fa le paternali se proviamo a sgarrare. Avete presente il sergente Foley di Ufficiale e Gentiluomo? Ecco...Mi sembra di essere tornata a vivere con mia mamma! Comunque devo dire che il lavoro di squadra sta dando i suoi frutti: dopo una settimana di dieta abbiamo perso in media 3 kg a testa e qualcosa come 11 cm suddivisi tra i vari paralleli, si' perche' in questa dieta ci si misura dalla testa ai piedi...mah..., e sono molto contenta di vedere che il mio Equatore non e' piu' quello piu' lungo!! Se continua cosi' tra poco tornero' a vedermi le punte dei piedi.

martedì 29 novembre 2011

Aspettando Natale: Elisenlebkuchen!


La prima volta che li ho assaggiati, mi erano stati regalati da una ditta tedesca dalla quale mi rifornivo per il mio negozio-laboratorio di decorazione ed arti applicate. Erano prodotti artigianalmente da una delle piu' note pasticcerie di Norimberga. E' stato amore al primo morso! Da allora ogni anno attendevo con ansia la consegna di Dicembre, perche' sapevo che dentro al pacco avrei trovato anche la bellissima scatola di latta, le conservo ancora tutte, con il suo prezioso, morbido,  profumato, dolcissimo contenuto. Ho cercato per anni la ricetta, ne ho trovate e provate diverse, ma nessuna reggeva il confronto. Ho scoperto poi che, per questi dolci, praticamente ogni famiglia tedesca ne ha una sua. Quindi non mi rimane altro da fare che continuare a cercare e provare, anno dopo anno, finche' ritrovero', sa mai lo ritrovero', il gusto paradisiaco, la morbidezza e il profumo di quei primi indimenticabili Elisenlebkuchen.

sabato 26 novembre 2011

involtini di tacchino con prugne, cacao e noci

...perche' siamo solo a dieta, non siamo mica morti! Quindi non e' il caso di arrendersi a carne bianca o pesce magro cotti al vapore e verdurine scondite. Certo: bisogna rinunciare a dolci e formaggi ipercalorici; misurare il pane e condimenti; bere molta acqua e muoversi un po' di piu'. I chili in piu' non se ne vanno da soli, qualche   piccolo sacrificio lo si deve pur fare, ma senza rinunciare al piacere di cucinare e di mangiare.

venerdì 25 novembre 2011

mini christmas puddings


Mamma toscana, papa' bergamasco, nata e cresciuta a Milano, marito e figlia bresciani, da quattro anni residente in Olanda. Se a questo background culturale aggiungiamo il mio amore viscerale per le tradizioni legate al Natale dei paesi del Nord Europa e del Nord America, si fa presto a capire perche', a casa nostra, il Natale si dilati nell'arco di due mesi buoni buoni. Si comincia a pensarci gia' a meta' Ottobre.

Zuppa di castagne, funghi e noci


Come ho gia' accennato qualche post fa, la scorsa settimana abbiamo ospitato due ex-coinquiline di mia figlia Martina: Marianna e Martina, detta Cioppi. Visto che mia figlia stara' con noi fino a gennaio, quando dovra' rientrare in Italia per dare gli ultimi esami e, incrociamo le dita anche quelle dei piedi, laurearsi, ha pensato fosse meglio portarsi la Puffa, la sua C3 azzurra, dato che la nostra "auto" e' un furgone Fiat Ducato, decisamente troppo impegnativo per lei da guidare, soprattutto nel traffico cittadino. Cosi' ha chiesto alle sue amiche-coinquiline se per caso non avessero voglia di accompagnarla, per alternarsi alla guida durante il lungo tragitto dall'Italia a qui e per farle compagnia. 

Crema di marroni al cioccolato profumata all'arancia


Sono tornata dall'Italia con, tra le altre cose, due chili di marroni. Ho dovuto comprarli, perche' nelle zone dove abitualmente andiamo a raccoglierli quest'anno non se ne trovavano, a causa del caldo torrido di fine estate e dei danni provocati dal Cinnipede. Non potevo comunque rinunciarci, dato che due dei miei piatti tradizionali di Natale, il tacchino ripieno e la charlotte di pandoro, richiedono le castagne. La crema di marroni fatta in casa non ha nulla a che vedere con quella industriale e da quando l'ho fatta la prima volta, circa una decina di anni fa, non siamo piu' riusciti a tornare al prodotto confezionato. Certo, richiede tempo e una buona dose di pazienza, ma alla fine si e' ricompensati da un gusto e una consistenza unici.

Mini Christmas Puddings

Mamma toscana, papa' bergamasco, nata e cresciuta a Milano, marito e figlia bresciani, da quattro anni residente in Olanda. Se a questo background culturale aggiungiamo il mio amore viscerale per le tradizioni legate al Natale dei paesi del Nord Europa e del Nord America, si fa presto a capire perche', a casa nostra, il Natale si dilati nell'arco di due mesi buoni buoni. Si comincia a pensarci gia' a meta' Ottobre. Ai primi di novembre parte la progettazione di addobbi e regali rigorosamente fatti a mano; a meta' mese il Laboratorio di Babbo Natale apre ufficialmente i battenti; ai primi di Dicembre la nostra bomboniera olandese e' letteralmente stipata di scatole-scatoline-scatoloni, vasi-vasetti-vasoni, sacchetti-sacchettini-sacchettoni; camminando per casa  fili colorati e ritagli di stoffa ti si attaccano alle pantofole; i capelli, i vestiti e persino il cibo, a volte, sono insolitamente sberluccicanti...Ovviamente tutta la casa profuma di vaniglia e cannella, arancia e noce moscata, cioccolato e nocciole tostate. Per Sinterklaas, il 6 di Dicembre, qui in Olanda, ovunque ci sia un'area pedonale, compaiono i gazebo dei venditori di pini e abeti e noi abbiamo fatto in fretta a far entrare nelle nostre tradizioni famigliari l'acquisto dell'albero, con tanto di santelle per confrontare i prezzi, selezione per forma e abbondanza dei rami, contrattazione finale del prezzo...che invariabilmente finisce a favore del venidtore...e trasporto dell'albero a casa. Qui comincia il rituale della decorazione, che dura almeno tre giorni...Fanatica? Si', assolutamente. Per me il Natale e' una cosa seria, e' il periodo piu' bello dell'anno, mi sento sempre felice e carica di energie. Per questo mi irrita enormemente vedere gia' alla fine dell'estate panettoni e pandori invadere gli scaffali dei supermercati. In casa mia la prima fetta di panettone si mangia la mattina di Natale, "pucciato" nel caffelatte: allora si' che e' davvero Natale! Il giorno piu' magico dell'anno, anzi, l'unico! E il panforte e i ricciarelli, il torrone e i condorelli, non si aprono fino a dopo pranzo: non si ammettono deroghe alla regola. Quindi, aspettando il giorno fatidico, ci si deve pur consolare con qualcosa. Questi Mini Christmas Puddings sono un bel modo di consolarsi. A dire il vero sono fatti di panettone...allora? Come la metti con la tua inderogabile regola? Vero, non posso nasconderlo, ma c'e' un motivo, se avete la pazienza di leggermi ancora per qualche minuto. Come ho detto sono nata e cresciuta in provincia di Milano, quindi per me un Natale senza panettone, non e' Natale. Da anni, ormai, abbiamo indirizzato le nostre preferenze ai panettoni artigianali, quelli che scadono dopo 15 o 20 girni, non dopo un anno. Qui in Olanda sono merce rara, no...di piu'...non esistono proprio! Quindi, l'anno scorso, la fatidica decisione: faccio il panettone! Per provare le mie forze ho voluto iniziare con una ricetta veloce, con il lievito di birra: grosso sbaglio. Ne e' venuto fuori una specie di pan brioche che nulla aveva in comune con il soffice, profumato e fragrante dolce natalizio milanese. In casa mia il cibo non si spreca. Mai. Per nessun motivo. Al limite si ricicla. Sul bellissimo librone della mitica Nigella, che non a caso si intitola Nigella Christmas, avevo visto la foto di questi bellissimi pasticcini fatti con avanzi di Christmas pudding. Idea rubata al volo e riadattata per riciclare il mio panettone fallito.



INGREDIENTI:

300 gr di panettone raffermo

4 0 5 cucchiai di latte

2 cucchiai di vino dolce liquoroso

2 cucchiai di cacao amaro

2 cucchiai di zucchero a velo

1 arancia, solo la buccia grattugiata

60 gr di cioccolato fondente fuso

per decorare:

100 gr di cioccolato bianco fuso

marzapane rosso e verde

Sbriciolate il panettone in una ciotola, unite il latte e il vino poco alla volta, finche' avrete un impasto umido, ma non molliccio. Aggiungete anche tutti gli altri ingredienti e mescolate per amalgamarli perfettamente. Formate delle palline di impasto di circa due centimetri e mezzo di diametro. Mettetele su un vassio, copritele con un panno pulito e lasciatele asciugare per alcune ore o anche tutta la notte. Fate fondere a bagno maria il cioccolato bianco e versatene un cucchiaino su ogni mini pudding. Mentre il cioccolato si solidifica formate delle palline col marzapane rosso e delle foglioline con quello verde. Aiutandovi con uno stuzzicadente trasferite le decorazioni di marzapane su mini puddings.

E' troppo presto per augurarvi Buon Natale?

Con questa ricetta partecipo al contest di Pecorella di Marzapane, in collaborazione con Scelte di Gusto:

Minestra di sedano rapa quasi Viennese



Non servono molte parole per descrivere questa zuppa: squisita! Non sono una grande consumatrice di sedano rapa e fino ad ora lo avevo mangiato solo crudo. Veleggiando per il web in cerca di ispirazione, sono incappata nella ricetta della Minestra di patate alla Viennese. L'esecuzione mi ha molto incuriosita, cosi' ho deciso di sostituire il sedano rapa, comunque presente in piccola quantita' nella ricetta originale, alle patate e vedere cosa ne usciva. Il gusto fresco del sedano rapa bilancia all perfezione la dolcezza degli altri ingredienti e funghi e pancetta danno una svegliatina al sapore, altrimenti un po' blando, di questa zuppa di verdure. La farina, poi, e' il tocco magico che la rende cremosissima.

INGREDIENTI:

1/2 sedano rapa, circa 300 gr

1 carota

1 cipolla

1 porro piccolo

1 patata

60 gr di pancetta non affumicata

1 cucchiaio di olio

1 cucchiaio di farina

1 lt di brodo di pollo o vegetale

una manciata di funghi secchi ammollati e strizzati

timo, maggiorana, sale, pepe e prezzemolo tritato

Tagliate la pancetta a dadini e mettetela nella casseruola con un cucchiaio d'olio. Fate cuocere a fiamma dolce, finche' il grasso si sara' sciolto e la pancetta comincera' a rosolare. Nel frattempo lavate, pulite e tagliate tutte le verdure a dadini. Tenete da parte le patate. Quando la pancetta sara' pronta, versate tutte le verdure, tranne le patate, nella casseruola, mescolando perche' si insaporiscano. Aggiungete un pizzico di timo e di maggiorana e il sale, mescolando ancora per distribuirli bene. Lasciate andare le verdure, sempre a fuoco basso, per un paio di minuti, mescolando spesso. Spolverizzate di farina, sempre mescolando e poi coprite con il brodo caldo. Aggiungete anche i funghi e la patata tagliata a dadini. Coprite e fate cuocere per 30/40 minuti. Prima di servire, spolverizzate di prezzemolo tritato e scaglie di grana. Ovviamente anche questa e' una ricetta ante dietam!



 

lunedì 21 novembre 2011

Hutspot

Imperdonabile mancanza alla quale corro subito a porre rimedio. Mi accorgo, anzi, mi e' stato fatto notare dalla mia amica Saskia, che non ho mai pubblicato una ricetta olandese. Il fatto e' che io non ho mai cucinato un piatto tipico di qui. Eppure ho avuto modo di assaggiarne diversi, sia al ristorante che preparati in casa dalle mie amiche, e li ho trovati davvero ottimi. Per la maggior parte sono piatti "contadini", semplici, con pochi ingredienti insaporiti da qualche spezia. Raccontano di un Paese dove, a causa del clima, della posizione geografica, della conformazione del suolo, coltivare la terra costava tanta fatica e non dava la varieta' e la quantita' di prodotti comuni ad altre latitudini. Parlano di piccoli, agili, veloci velieri carichi di spezie provenienti dall'altro capo del Mondo. Parlano di mare, di fumo di legni aromatici, di barili di sale. Parlano delle grandi mucche bianche e nere che pascolano placide sui verdi prati strappati al mare e producono un latte grasso e ricco con cui fare ottimi formaggi. Parlano di belle pentole di ghisa lasciate in un angolo del camino per ore...Adesso ci sono chilometri quadrati di serre nelle quali si coltivano tutto l'anno pomodori, peperoni, melanzane e zucchine; pescherecci grandi quanto una piccola citta' che congelano il pesce appena pescato e lo vendono ai Giapponesi; grandi supermercati dove si trovano prodotti freschi e confezionati provenienti da ogni parte del mondo. Ma ancora oggi, se chiedete ad un Olandese quali sono i piatti tipici del suo Paese, quasi sicuramente il primo che vi elenchera' sara' Hutspot. Il nome, che significa pasticcio o miscuglio, da gia' un'idea della ricetta. Infatti si tratta di un "miscuglio" di carne stufata per ore e di verdure bollite e ridotte in purea. La mia amica Saskia e' stata cosi' carina da prepararlo per noi, insieme ad un' altro piatto tipico del quale vi parlero' piu' avanti, e da darmi la ricetta.



INGREDIENTI:

1 kg di patate da puree tagliate in pezzi

500 g di carote a rondelle

250 g di cipolle in spicchi

1 kg di carne di manzo per brasato, tipo brione, tagliata in pezzi non troppo piccoli

1 cipolla grossa

2 o 3 pomodori da sugo o pelati in scatola

burro

alloro

sale e pepe

Mettete le patate in una capace casserruola, copritele d'acqua e sopra fate uno strato con le carote e uno con le cipolle. Fate cuocere finche' le verdure saranno tenere, circa 20 minuti. Scolate le verdure conservando il liquido di cottura, poi riducetele in purea non troppo fine, aggiungendo se occorre qualche cucchiaio del loro liquido o del latte. Salate, pepate e uniteci una noce di burro, se volete.

Tradizionalmente la carne per l'Hutspot si cuoce nella pentola in ghisa. Si fa soffriggere la cipolla con un po' di burro poi la si toglie dalla pentola  e si fanno rosolare a fiamma viva i pezzi di carne da tutti i lati. Salare e pepare, poi aggiungere la cipolla rosolata, i pomodori, pelati, privati dei semi e spezzettati, e una foglia di alloro. Coprire e far cuocere a fuoco molto basso per 3 ore. Non dovrebbe esserci bisogno di aggiungere acqua, ma se serve fatelo per permettere la formazione di un bel sughetto. Al momento di servire mettete due o tre cucchiaiate di puree di verdure nel piatto, fate una fossetta nel centro e riempitela con un po' di sugo della carne. Sistemate uno o due pezzi di carne accanto al puree e servite subito. Eet smakelijk!

 

domenica 20 novembre 2011

Tatin di indivia alle castagne

Non giudicatela dal primo morso. Aspettate il secondo. Dal terzo in poi non riuscirete piu' a fermarvi e in men che non si dica vi troverete a servirvene una terza fetta. Parola. Avevo sbirciato questa ricetta su una rivista di cucina "vaderetro" light, ma prevedeva le castagne fresche, cotte nel latte e unite all'indivia prima di coprire con la pasta sfoglia. Io le castagne fresche non le avevo e invece della pasta sfoglia  ho usato il mio pie crust, sostituendo parte della farina con farina di castagne. Avevo paura che l'amarognolo dell'indivia unito a quello della farina di castagne rendessero il tutto immangiabile. Avevo paura che il formaggio di capra avrebbe fatto a pugni col resto. Avevo paura che le mele non cuocessero e risultassero acide. Ma ho voluto provare lo stesso, piuttosto che tenermi il dubbio. Ho cominciato col tagliare un pezzo di gambo duro all'indivia e toglierle le foglie piu' esterne. Ho diviso in due per la lunga ogni cespo. Ho sciolto in una larga padella un cucchiaio scarso di miele con una noce di burro e ci ho messo i cespi con la parte tagliata in basso. Ho salato e pepato, ho messo il coperchio, abbassato la fiamma e lasciato cuocere a fiamma bassa per mezz'ora circa, finche' l'indivia non ha piu' rilasciato liquido e si e' ben caramellizzata. Mentre l'indivia cuoceva ho preparato l' impasto del pie crust, ma con 200gr di farina bianca e 150 gr di farina di castagne. Ho anche preso il coraggio a due mani, superato il timore reverenziale che mi bloccava da due giorni e utilizzato per la prima volta il mio nuovo amico rosso fiammante per fare l'impasto. Appena lui ha finito di fare il suo dovere, io ho schiacciato la pasta in un disco di circa 3 cm di spessore e l'ho avvolta nella pellicola e l'ho messa in frigo a raffreddare. Intanto ho pelato e tagliato a cubetti una bella mela croccante. Ho trasferito con delicatezza i cespi di indivia in uno stampo da crostata, non di quelli a cerchio apribile, ho riempito gli spazi vuoti con i cubetti di mela e ho sbriciolato sopra a tutto del formaggio di capra fresco. Ho steso la pasta in una sfoglia sottile circa mezzo centimetro, ho ritagliato un disco appena piu' largo del diametro della tortiera e l'ho steso sopra all'indivia, rincalzando bene i bordi. Ho infornato nel forno caldo a 180 gradi e fatto cuocere per circa mezz'ora. Appena tolto dal forno ho capovolto la tatin sul piatto di portata. Al primo morso ero ancora dubbiosa, ma in un batter d'occhio mi sono ritrovata a scofanarmi la terza fetta!! Da domani DIETA!!



 

Shrimps Purloo, ovvero, Riso al forno con gamberetti e pancetta

Amo molto gli Stati Uniti, da sempre. Anche il maritino e la figliuola sono innamorati di quel Paese bellissimo e pieno di contraddizioni. Soprattutto il maritino, perche' ci ha vissuto per un anno come exchange-student quando lui di anni ne aveva solo sedici. Poi c'e' tornato molte volte, anche per due mesi di seguito. In un paio di occasioni lo abbiamo accompagnato anch'io e la figliuola: la prima volta lei aveva solo 5 anni e si ricorda poco di quel viaggio. La seconda ne aveva un paio in piu' e i ricordi sono piu' nitidi. Complessivamente abbiamo viaggiato per circa 15.000 chilometri, attraversando e visitando una quindicina di Stati. Spesso siamo stati ospiti nelle case degli amici americani del maritino; secondo me e' ancora il modo migliore di viaggiare, perche' ti permette di osservare da vicino usanze ed abitudini, stili di vita e cultura popolare. Non saprei dire quante discussioni ho fatto, quando ancora avevo la pazienza di farlo, con chi pensa di poter giudicare quel Paese immenso ed estremamente vario solo in base a quel che si vede nei telefilm o alle scelte operate dai suoi governanti. Ora sono un po' piu' saggia e tollerante...o forse e' indifferenza?...mah...non sono interessata a scoprirlo...Uno dei maggiori luoghi comuni riguardanti gli Stati Uniti e' che si mangi male. Assolutamente falso. Non c'e' dubbio che siano gli inventori del fast/junk-food, ma da questo a sostenere che si viva solo di hamburger, hot dogs e patatine fritte ce ne corre. Abbiamo avuto modo in molte occasioni di gustarci una cenetta casalinga, ma anche al ristorante abbiamo avuto poche delusioni, anzi, nessuna, che io mi ricordi. Delle colazioni e delle  cene da Bob Evans se ne parla ancora oggi a casa mia. Cosi' come delle cene al Lone Star e della sua indimenticabile Texas Rose...e quel ristorantino di Princeton? I migliori breakfast di tutti gli States...mamma mia, basta...che acquolina!! Questa nostra passione per gli Stati Uniti e per il cibo di laggiu', e' ovviamente ben nota tra i nostri famigliari. Cosi', qualche anno fa, la mia cognatina Bibi mi ha fatto uno splendido, graditissimo regalo di Natale: un gigantesco, illustratissimo librone di cucina americana. Che poi e' come dire cucina da tutto il mondo. Mia figlia spesso mi rimprovera, perche' dice che non uso mai i miei libri di ricette. Minaccia persino di non regalarmene piu' e invece, ogni volta che torna da una vacanza, non manca mai di portarmi un libriccino di ricette tradizionali del luogo che ha visitato. Il fatto e' che per me i libri di cucina, soprattutto quelli di cucina regionale o di altri Paesi, sono libri da leggere, non solo manuali da seguire: raccontano una, anzi, tante storie, ti insegnano cose nuove,ti  fanno conoscere fatti e persone lontani nel tempo e nello spazio, ma che la passione per il cibo, la creativita' e la fantasia riescono ad avvicinare e ad unire tra loro e a te che leggi. Pero' e' vero che raramente riproduco le ricette dei miei libri...Cosi' ci siamo ripromesse, la figliuola ed io, di provare la maggior parte di ricette possibili in questi due mesi in cui lei stara' con noi. E vogliamo cominciare con una ricetta del Sud degli Stati Uniti, contenuta nel mio bellissimo librone. Perche' proprio questa? Intanto perche' ha un nome simpatico e poi perche', casualmente, avevamo gia' in casa piu' o meno tutti gli ingredienti, compresi i gamberi freschi che avevamo acquistato per un'altra ricetta. Purloo e' un termine hindi e significa stufato di riso, quindi questa ricetta ha chiaramente origini indiane. Richiederebbe dunque un riso asiatico, di quelli a chicchi lunghi, ma dato che io devo consumare 8 pacchi di riso italiano, abbiamo pensato di usare quello. Inoltre, nonostante il nome, e' un piatto tipico dell' Alabama e delle zone meridionali del South Carolina; quindi un piatto americano, di origini indiane, cucinato all'italiana in Olanda...mi piace!!



 INGREDIENTI:

100 gr di pancetta a dadini

1 cipolla media affettata

300 gr di riso

1 lt circa  di brodo di pollo

1 cucchiaino di salsa Worcestershire

1 pizzico di pepe di cajenna

500 gr di gamberetti freschi, sgusciati e puliti

150 gr di pomodori pelati, privati dei semi e passati al passaverdura

1 cucchiaio di prezzemolo tritato.

Accendere il forno a 180.

In una casseruola che possa andare in forno, fate rosolare a fuco basso i dadini di pancetta. Quando saranno croccanti ed avranno rilasciato tutto il grasso, toglieteli dalla pentola e teneteli da parte. Versatela cipolla nel grasso della pacetta e fatela appassire, senza farla colorire. Aggiungete il riso e fatelo tostare per un minuto mescolando. Coprite con il brodo di pollo caldo, unite anche i pomodori passati, la salsa worcestershire, il pepe e il sale, se serve. Portate ad ebollizione, coprite e mettete in forno. Fate cuocere per circa 15 minuti, aggiungete i gamberi e la pancetta e proseguite la cottura finche' tutto il brodo sara' stato assorbito. Prima di servire aggiungete anche il prezzemolo tritato. Enjoy!

sabato 19 novembre 2011

Finalmente e' arrivato!

Non mi vedrete mai con gli occhi sognanti davanti alla vetrina di una gioielleria... a parte forse quella del nostro amico Mauro, ma lui e' un artigiano e un artista. Non ho alcuna passione per gli abiti, le borse o le scarpe firmate. Non languisco di desiderio per il telefonino di ultima generazione e non ho nemmeno la patente, quindi le auto che costano quanto un castello in Dordogna mi lasciano del tutto indifferente. Ma anch'io, come tutti, ho i miei oggetti del desiderio: in un negozio di casalinghi fatico a conservare la dignita' e rischio spesso di mettermi in imbarazzo da sola. Soprattutto qui in Olanda ho trovato due posticini che per me sono una specie di Paradiso Terrestre: il primo e' Dille&Kamille e poi c'e' DOK cookware. Improntato alla semplicita', alla scelta di materiali naturali, al recupero della memoria il primo. Piu' moderno, sofisticato, tecnologico il secondo: se cercate uno scovolino di saggina o un cesto da pic-nic in vimini, sicuramente Dille&Kamille e' il posto giusto per voi, ma se volete un elettrodomestico wireless o una scintillante batteria di pentole in rame stagnato dovete andare da DOK. I negozi Dille&Kamille solitamente non sono molto grandi, sono arredati con semplici scaffali di legno grezzo e profumano di vaniglia, cannella e mela verde. L'atmosfera e' serena e rilassata, la musica soffusa e mai invadente. Ci si trova di tutto: dall'attrezzino per affettare l'avocado direttamente nella sua buccia, alla tovaglia in puro cotone; dai saponi naturali, ai giocattoli in legno; dai servizi in porcellana, rigorosamente bianca, a quelli in terracotta smaltata; dalle pentole in ghisa, agli attrezzini da giardinaggio...e poi te e tisane, cioccolata e spezie, caramelle e miele...c'e' di tutto e tutto con quell'aria un po' retro' che a me fa impazzire...DOK, invece, e' tutt'altra storia: negozio enorme diviso in vari reparti. Vendono anche cucine e grandi elettrodomestici, hanno un reparto coltelleria da perderci la testa; un'intera coloratissima parete di stampi in silicone di ogni genere: per torte e muffins, per cioccolatini e caramelle di ogni forma e dimensione; metri e metri di scaffali straripanti di pentole in ghisa smaltate nei colori dell'arcobaleno; i favolosi prodotti Wilton, dagli stampi per dolci agli utensili per decorarli; dal soffitto pendono enormi "pan racks", scusate: non mi viene il termine in italiano, alle quali sono appese splendide e slpendenti pentole in rame stagnato con i manici in ottone per ogni utilizzo: dal bollitore per il latte alla padellona per la paella...Potrei continuare per un'oretta e ancora non sarei riuscita ad elencare ogni cosa. Moltissimi degli attrezzini esposti, devo dire la verita', non so nemmeno a cosa servano, ma sono una gioia per gli occhi...Soprattutto in una zona precisa del negozio, credo di aver consumato il pavimento a furia di andare su e giu' lungo gli scaffali, perche', sulle loro robuste mensole, fa costantemente bella mostra di se' l'intera collezione di stand mixers della Kitchenaid!! Ci sono tutti: Classic, Artisan, Pro...in quasi tutti i colori disponibili. C'e' anche il Pro blu elettrico, come quello di Julia Child...e, ovviamente, sono in compagnia dei loro cuginetti: tostapane, frullatori, macchine per l'espresso, macinacaffe'...Unica nota stonata: i cartellini dei prezzi!!... Accipicchia!! Caspiterina!! Ohpperbacco!! ...sono solo alcune delle garbate esclamazioni che proprio non potevo trattenere leggendoli...ogni volta tornavo sperando in una favolosa svendita e me ne andavo delusa, perche' i prezzi mi sembravano ancora piu' alti di come li ricordassi. Non mi restava che sperare in un miracolo o almeno in una botta di fortuna tipo, chesso'...vincere alla lotteria o al superenalotto...partecipare a "chivuolessermilionario" o "aipacchi"...se non fosse che, pare, perche' certi eventi si verifichino, si debba compiere delle azioni propiziatorie come, faccio solo un esempio, comprare dei biglietti, giocarsi dei numeri, scrivere e-mail per essere chiamati a giocare...tutte cose che, dico la verita', sono troppo pigra per fare. Rimane solo l'alternativa del miracolo. Oppure...una puo' compiere 50 anni e desiderare di celebrare l'avvenimento, lei che non ci tiene poi tanto a festeggiare il tempo che scorre, con tutta la sua famiglia riunita. E puo' darsi che passi tre giorni a fare preparativi, compreso realizzare una super torta di tre piani...potrebbe anche succedere che il maritino arrivi dall'Olanda e le consegni un cd con le canzoni che aveva scritto per lei all'inizio della loro storia e che ha riarrangiato e registrato standosene chiuso giorno e notte, per molti giorni e molte notti, nel suo minuscolo studio...e magari, perche' no, che il cd sia accompagnato da un libretto che raccoglie tante foto di lei: da quelle in bianco e nero di quando era bambina e c'era ancora il suo papa', a quelle a colori di un saggio di danza, della prima vacanza con lui, di lei con la sua bimba appena nata, del suo cane che le ha regalato 14 anni di incondizionato amore...e potrebbe anche commuoversi e piangere un po', vedendole, ma son lacrime di gioia e di gratitudine...e poi...chissa'...ma sto andando a braccio...potrebbe anche darsi che sua nipote Valentina e il suo fidanzato Paolo, le regalino una splendida alzatina per torte, decorata con bellissimi bouquet di crocus blu, i suoi preferiti...a questo punto della storia, ci vedo bene un bel bigliettone di auguri formato A3, con una frase che scherza sulla fortuna di aver trovato la formula dell'eterna giovinezza e...la sfiga di non ricordarsi dove la si e' messa, firmato da tutta la famiglia. Un foglio di carta svolazza fuori dal bigliettone quando lei lo apre e va a posarsi faccia in giu' sul tavolo...lo prende...lo legge...e di nuovo scoppia a piangere...e' risaputo che le donne in menopausa recente siano particolarmente incapaci di gestire le emozioni...il fatto e' che e' davvero commossa apprendendo che tutta la sua famiglia ha contribuito perche' lei potesse vedere il suo desiderio realizzato: il Kitcheaid fara' presto bella mostra di se' anche nella sua cucina! Deve solo scegliere il colore e gli accessori. Facile no? NO!! Facile un corno!! ...ma alla fine ci riesce...ci riesco...ci sono riuscita! E adesso uno splendido Artisan rosso fiammante aspetta solo che io superi la soggezione che mi incute e lo faccia diventare mio compagno di ricette. Abbiamo dovuto lavorare due giorni per fare spazio a lui ed alla sua serie di accessori. Ne abbiamo approfittato per modificare un po' la piccola cucina, organizzando meglio gli spazi interni. Come al solito, quello che doveva essere semplice e rapido, si e' trasformato in un'Odissea piena di intoppi ed imprevisti: un solo cassetto ha richiesto tre viaggi all'IKEA!!...avrei voluto aggiungere anche una presa di corrente in piu', ma a questo punto penso di desistere ed accettare la vista dei cavi...Voglio concludere con un grazie sincero a tutta la mia famiglia: mio fratello Gianluca e sua moglie Fiorella, mia sorella Marisa e suo marito Ermanno, mio cognato Dario e sua moglie Mariuccia, mia cognata Bianca e i miei nipoti Valentina, Matteo, Elisa, Carlotta e Federico. Una menzione speciale a nonna Sole, la mia mamma. Tutto il mio amore a mia figlia Martina e a mio marito Paolo! Grazie.



La torta alla fine e' uscita proprio come la volevo. Tre piani, una torta diversa per ogni piano. Lingue di cioccolato bianco intorno ad ogni torta, cinquanta tartufi in cinque gusti diversi, uno per ogni decade. Quattro cuori marmorizzati al cioccolato bianco e fondente a rappresentare la mia famiglia di origine. Cinque cuoricini di cioccolato piu' piccoli per i miei nipoti, il futuro. Tre rose di pasta di zucchero: il maritino, la figliuola ed io. Niente foto: orrende!!...vabbe', dai: metto le meno peggio....



venerdì 18 novembre 2011

Sinterklaas: San Nicola in Olanda

Bambini fate attenzione: non fate i capricci, perche' Sinterklaas e' arrivato in citta'! E' arrivato su una barca, perche' lui e' il santo patrono dei marinai. Ha gia' sguinzagliato i suoi aiutanti neri, gli Zwarte Piet, a controllare chi si comporta bene e chi invece no. Ogni sera, prima di andare a dormire, mettete una delle vostre scarpine vicino al camino e, se sarete stati buoni, ogni mattina ci troverete un regalino: un dolcetto di marzapane, un biscotto speziato, la vostra iniziale di cioccolato...Mi raccomando: non dimenticate di lasciare anche una carota e un po' d'acqua per il cavallo bianco di Sinterklaas. Il 6 di Dicembre sara' il suo compleanno, ma lui, che e' anche il santo patrono dei bambini, i regali li fa, invece di riceverli...ma solo a chi e' stato davvero buono!! La sera della vigilia, riunitevi con la vostra famiglia; sentirete bussare alla porta: e' Sinterklaas nel suo rosso abito da vescovo, con tiara e bastone. Ha lunghi capelli bianchi e la barba, anch'essa bianca, che gli scende sul petto in morbide, ordinatissime onde. Come sempre e' accompagnato dai suoi aiutanti dal viso nero e monta un bel cavallo bianco. Vi lascera' un sacco pieno di bei regali, per ogni membro della vostra famiglia. Magari ci aggiungera' anche una poesiola divertente, per prendere bonariamente in giro le cattive abitudini di qualcuno ed esortarlo a comportarsi meglio. Allora fate i bravi, mi raccomando!



 

mercoledì 16 novembre 2011

Insalatona croccante con zenzero e lime

[caption id="attachment_776" align="aligncenter" width="640" caption="insalata croccante con zenzero e lime"][/caption]

"Ma tu non cucini mai qualcosa di normale?" "Cosa vuol dire normale?" "Qualcosa tipo petto di pollo ai ferri e insalata"...dice lei tra un boccone e l'altro di arrosto di maiale con salsa di funghi e nocciole e puree di patate. Almeno non parla con la bocca piena. E' una delle poche buone maniere che ha conservato, nonostante la pessima influenza esercitata in questi 4 anni da parte delle cattive compagnie che ha frequentato nella sua vita di studente fuori sede e molto fuori corso...Ovviamente sto scherzando: VI VOGLIO BENE, GALLINELLE!!! Certo che cucino cose normali, ci mancherebbe. Capita anche che non cucini affatto: apro il frigo e mi infilo in bocca quello che capita. Oppure mi faccio un toast. O un panino...Comunque interpreto la domanda come una richiesta sottintesa di cibi piu' "normali" . Avere la nostra "bimba" con noi ci ha riportato indietro nel tempo e sono felice di vedere come certe vecchie abitudini abbiano ripreso piede in fretta, come se questi anni di lontananza e separazione non fossero esistiti. Una delle piu' belle e forse piu' rimpiante, e' quella di vedere padre e figlia passare del tempo insieme all'aria aperta. Quando io e il maritino eravamo novelli sposi, avevamo un piccolo maneggio e anche tre camerette spartane dove ospitavamo appassionati di equitazione: io mi occupavo della pensione, una specie di agriturismo quando ancora di queste realta' non ne esistevano e non se ne parlava, e lui insegnava e accompagnava cavalieri ed amazzoni in lunghe passeggiate lungo i sentieri di campagna della Val Camonica. Martina arrivo' quasi subito e mentre il maritino non avrebbe cambiato un pannolino o scaldato un biberon nemmeno sotto minaccia, non era insolito vederlo fare lezione o addirittura cavalcare al passo con la pestifera neonata che, placata e calmata dal dondolio, dormiva beata nel marsupio. Purtroppo a quei tempi equitazione e turismo equestre non erano un business redditizio, almeno non in Val Camonica. Cosi', quando Martina aveva circa tre anni, abbiamo optato per la "citta'", trasferendoci a Boario Terme. Il maritino ha cominciato a lavorare di giorno come rappresentante di commercio, e di sera come musicista. Nonostante il doppio lavoro, ha sempre trovato del tempo da dedicare alla bimba: la portava in bici sul "cioccolato", grazioso nomignolo che Martina ha dato alle strade sterrate che costeggiano il fiume Oglio dalle parti di Boario, perche' i tondeggianti ciottoli di fiume che spuntano qua e la' dalla superficie di terra battuta le ricordavano le nocciole del nocciolato; con i rollerblade sulle stradine secondarie; a nuotare a Capo di Lago, dove si prestava per ore a farle fare l'angelo come in Dirty Dancing; a cavallo ovunque ci fosse un sentiero percorribile tornando carichi di more o di castagne a seconda della stagione; a giocare a tennis o semplicemente a fare un giro in macchina. Quando poi ha deciso di lasciare il lavoro di giorno e di fare il musicista a tempo pieno, tutti i pomeriggi li dedicava a sua figlia. Tutto questo si e' bruscamente interrotto quando, otto anni fa, ha dovuto partire per l'Olanda, dato che in Italia c'erano sempre meno opportunita' di lavorare a cifre dignitose e spesso doveva subire la concorrenza di gente senza talento, nemmeno musicisti veri, che grazie all'elettronica e alle basi registrate, se ne andavano in giro a proporsi a prezzi ridicoli..vabbe', non amareggiamoci...Non so a chi dei due sia mancato di piu' l'altro...al papino credo, perche' Martina nel frattempo era cresciuta, aveva altri interessi, preferiva il motorino alla bicicletta e la compagnia dei suoi coetanei a quella del seppur giovane e dinamico papa'. E' stato bellissimo, ieri mattina, vederli prepararsi, prendere le biciclette e andare da Zander, il bellissimo Frisone intero di 20 anni che Paolo monta in mezza fida...o dovrei dire tripla fida...vabbe', son dettagli...



Ed e' stato ancora piu' bello vedere il sorrisone e le gote rosa, lei che e' sempre pallida, di Martina al ritorno. Intanto pero' si eran fatte le tre di pomeriggio, troppo tardi per pranzare, troppo tempo prima di cena...."Mi fai un'insalatona?"...e allora insalatona sia, ma a modo mio: cavolfiore e broccoletti verdi, crudi e tagliati sottili, carote, spinaci, belga, sedano,pomodori e mandorle. Come condimento olio d'oliva, aceto balsamico, un cucchiaino di miele, quattro o cinque fettine sottilissime di zenzero fresco e zeste di lime, poco sale. Questa insolita insalatona croccante, fresca, agro-dolce e piccantina ha anche una storia tutta sua...ma non volgio abusare del vostro tempo e della vostra pazienza. Alla prossima.

martedì 15 novembre 2011

Arrotolato di maiale con funghi e nocciole

Non ci sarebbe stato alcun motivo di postarla questa ricetta, se non fosse che la salsa che accompagna l'arrosto e' di una bonta' da leccarsi i baffi. Avevo in frigo da un paio di giorni questa "varkenrollade" acquistata d'impulso un giorno che da Albertino c'era ancora meno scelta del solito. E' quasi ora di cena, il maritino e' a lavorare e quindi cena fuori, la figliuola pone la fatidica domanda: " Cosa mangiamo stasera?"...gia'...cosa mangiamo stasera? Apro il frigo, in cerca di ispirazione: la rollade e' li' che mi guarda speranzosa..tocca a me? eh? eh? stasera tocca a me?..."Ti va la rollade di maiale?"..."...se non c'e' altro...". Altro ci sarebbe anche, ma o stasera o mai piu' . Chiariamo: non ho nulla contro gli arrotolati, ma di solito me li preparo da me, cosi' so cosa c'e' dentro. Inoltre gli Olandesi hanno una passione per le spezie non completamente condivisa dalla sottoscritta. E poi quelle che loro chiamano "rollade" sono piu' simili a dei salsicciotti di carne spezzettata insaccati in un non meglio identificato involucro che cuocendo diventa gelatinoso, un po' come il nostro cotechino insomma, e strettamente avvolti in una di quelle retine elastiche per arrosti. Alla fine, una volta cotti, sono anche buoni, solo che ancora non ho del tutto vinto la diffidenza nei loro confronti, poveri...Comunque, tornando alla sera in questione, fingendo di non cogliere la sfumatura di delusione nella risposta poco convinta della figliuola, tolgo la rollade dal frigorifero. Scaldo un cucchiaio d'olio in una piccola casseruola, la faccio rosolare per bene e poi la bagno con mezzo bicchiere di vino bianco. Non c'e' bisogno di sale e pepe, ma un ombra di salvia e rosmarino male non fa. Abbasso la fiamma, copro...e resto impalata davanti al fornello...mmmhhh...tutto qui? Riapro la porta del frigo: "Frigo frigo delle mie brame, cosa cucina stasera la cuoca del reame?"...funghi...pochi funghi che non ho usato per l'insalata di ieri...ma si', va...li pulisco, li affetto, dentro alla pentola...aggiungo qualche spicchio di scalogno e non so perche' mi vengono in mente le nocciole...sara' uno strascico della zuppa con le castagne e le noci? Sguscio e pelo, sono tostate e' facile, una manciatina di nocciole, le sbriciolo grossolanamente, alcune le lascio intere...nella pentola anche loro...mah! sara' quel che sara'...un po' di latte, rimetto il coperchio e via..."Cosa ci mangiamo con la rollade?" "Puree di patate" dice lei...starai scherzando? Qui tra venti minuti e' pronto...come lo faccio il puree in venti minuti? Ora, considerate una cosa: per la prima volta dopo quattro anni, ho la mia figliuola a casa con me. Posso non viziarla e assecondare ogni suo desiderio? Si', che posso...ma non lo faccio. Ormai siamo all'improvvisazione e allora improvvisiamo. Lavo e pelo tre piccole patate. Le taglio a pezzi regolari e le faccio cuocere a vapore, non ci vorra' molto. Infatti, dopo solo 15 minuti sono tenere e perfettamente cotte. Anche la rollade e' pronta e la tolgo dal fuoco, lasciandola in caldo. Intanto schiaccio le patate con...lo schiacciapatate, ovviamente, le rimetto al fuoco, aggiungo il latte a filo mentre mescolo vigorosamente con la frusta finche' sono gonfie e spumose. Un pizzico di sale, una grattatina di noce moscata. Tolgo la rollade dalla pentola e la libero dalla retina elastica. Nella pentola sono rimasti i funghi e le nocciole con il fondo di cottura...sciolgo un cucchiaino di maizena in mezzo bicchiere di latte, lo aggiungo ai funghi e riporto la pentola sul fuoco: pochi istanti di bollore leggero, sempre mescolando, e si forma una salsa densa e cremosa. Non mi resta che affettare la rollade, disporla sui piatti, metterci anche due cucchiaiate abbondanti di puree e nappare tutto con la salsa di funghi e nocciole..."Vieni che e' prooontoooo!!"

domenica 13 novembre 2011

Sandwiches cookies con crema di marroni e cioccolato

Parlare di marroni, in questi giorni, mi sembra quanto mai appropriato, quindi continuo su questo tema e vi propongo qualcosa di dolce per rifarvi la bocca. E' una ricettina rubata a Martha Stewart, ma realizzata con la mia pasta frolla. Ho utilizzato circa un quarto dell'impasto ricavandone venti biscotti finiti, quindi doppi. Che poi definirli biscotti e' un po' riduttivo. Pasticcini sarebbe meglio.

INGREDIENTI:

1/4 di pasta frolla

2 cucchiai di crema di marroni

60 gr di burro ammorbidito

2 cucchiai di zucchero a velo setacciato

50 gr di cioccolato fondente

Accendete il forno a 180 gradi.

Stendete la pasta frolla in una sfoglia sottile circa 3 mm e ritagliatela con un tagliabiscotti rotondo di 5 cm di diametro. Trasferite i dischi di frolla su una teglia  rivestita di carta forno. Infornate a meta' altezza per circa 10 minuti o finche' i bordi dei biscotti cominciano a colorirsi. Sfornate i biscotti, lasciateli qualche minuto sulla teglia e poi metteteli su una gratella a raffreddare completamente. Intanto preparate il ripieno: lavorate il burro ammorbidito fino a renderlo spumoso, uniteci lo zucchero a velo setacciato e mescolate energicamente fino ad incorporarlo perfettamente. Per ultima unite la crema di marroni. Con un cucchiaino o una tasca da pasticcere distribuite il ripieno su meta' dei biscotti.



Coprite ogni biscotto con un altro e premete delicatamente per saldare le due parti. Mettete i sandwiches in freezer per qualche minuto, mentre fate sciogliere il cioccolato fondente a bagno maria. Immergete i biscotti nel cioccolato fino a ricoprirli a meta'. Deponeteli su un foglio di carta forno e lasciateli asciugare a temperatura ambiente.



 

 

zuppa di castagne, funghi e noci

Come ho gia' accennato qualche post fa, la scorsa settimana abbiamo ospitato due ex-coinquiline di mia figlia Martina: Marianna e Martina, detta Cioppi. Visto che mia figlia stara' con noi fino a gennaio, quando dovra' rientrare in Italia per dare gli ultimi esami e, incrociamo le dita anche quelle dei piedi, laurearsi, ha pensato fosse meglio portarsi la Puffa, la sua C3 azzurra, dato che la nostra "auto" e' un furgone Fiat Ducato, decisamente troppo impegnativo per lei da guidare, soprattutto nel traffico cittadino. Cosi' ha chiesto alle sue amiche-coinquiline se per caso non avessero voglia di accompagnarla, per alternarsi alla guida durante il lungo tragitto dall'Italia a qui e per farle compagnia. Quando poi io ho deciso di fermarmi piu' a lungo in Italia, mi sono unita alla compagnia. Il divertimento e' iniziato proprio dal viaggio, anzi, dal caricamento bagagli: quattro donne in viaggio e un'utilitaria...non aggiungo altro. Oltretutto, nonostante l'esiguo bagagliaio, la sottoscritta non ha voluto rinunciare a portarsi dall'Italia alcuni generi di prima necessita', come caffe', parmigiano, farine varie, frutta secca che qui costa piu' dell'oro e chissa' da dove arriva, castagne, olio d'oliva e altre cosucce...ogni piu' piccolo buco lasciato libero dai bagagli, ogni vano o tasca portaoggetti, lo spazio tra e sotto i sedili sono stati sfruttati con la creativita', l'ingegno e l'inventiva  tipica dei progettisti della NASA. Ho persino avvolto i pacchetti di farina uno a uno nella pellicola trasparente. Morale: eravamo gia' cariche quando siamo partite Martina ed io, figuratevi quando si sono aggiunte anche Marianna e la Cioppi: altri due trolley, due borse, due giacche imbottite....e il portello del baule che ovviamente non si chiude. Niente panico: muoviamo questo qui e spostiamo quello la', troviamo un'altra sistemazione per i vasetti di tonno, si', anche il tonno..., questa la tieni tu in mezzo ai piedi? no, io ho gia' la borsa coi viveri per il viaggio, io ho posto qui, guarda....ok, ci sta tutto, il portellone si chiude....finalmente si parte! Martina alla guida, la Cioppi accanto a lei, perche' e' alta 1 e 80 e dietro proprio non riusciamo a farcela stare, Marianna e io sul sedile posteriore, con borse borsine borsette fino alle ginocchia e giacche fino al naso...devo accendere il riscaldamento? NOOOOOOOOOO!!! ah ecco...La Cioppi ha il navigatore, Martina ha il "Navigone dell'ipone"...io mi sono stampata il tragitto da Viamichelin... per fortuna, perche' Martina non ha il cavo dell'alimentazione e il navigatore della Cioppi si e' perso e continua a dirci di uscire alla prima uscita di inesistenti rotonde...ripigliati!! siamo in autostrada...dove le vedi le rotonde? Vabbe', seguiamo le indicazioni di Michelino. Martina! ca....spita!! stai sulla destra e vai piano!... come lo vedi il cartello, di notte, al buio, se stai superando un TIR a 145 all'ora? Infatti non l'abbiamo visto...vabbe'... a Como ci sappiamo arrivare anche noi...e tra un miscappalapipi', un devofarebenzina, un tentativodiabbordaggiodapartediloschiindividuisumacchinonenero, uno scrocconedisigarette-sorryeverythingisclosed, arriviamo anche a destinazione, con solo due ore di ritardo sulla tabella di marcia...Il resoconto dei successivi sette giorni e' classificato TOP SECRET, per la regola "quelchesuccedeinOlandarimaneinOlanda". L'unica cosa che posso condividere con voi, cari lettori, e' la ricetta di questa squisita zuppa. E' ormai di dominio pubblico la mia scarsa abilita' nel fare la spesa dalla quale deriva la mia capacita' di arrangiarmi con quello che ho in casa. Capita che non abbia uova, burro o pasta, ma magari ho castagne, funghi e noci...e poi c'e' la magia di internet: basta googolare gli ingredienti e subito appaiono 14.587 modi diversi di combinarli insieme. Ne scelgo uno, lo modifico a mio gusto o in base a quello che ho  in casa e il risultato puo' anche essere il seguente:

ZUPPA DI CASTAGNE, FUNGHI E NOCI

INGREDIENTI:

30 castagne

200 gr di funghi freschi

10 noci

1 carota

2 scalogni

1,5 lt di brodo di pollo o vegetale

olio extravergine d'oliva

sale e pepe

maggiorana

1 noce di burro

4 fette di pane in cassetta

Togliete la buccia alle castagne, tuffatele per qualche minuto in acqua bollente e levate anche la pellicina interna...oppure comprate quelle surgelate o sottovuoto, che sono gia' pelate...Fate un soffritto con 4 cucchiai d'olio, la carota e gli scalogni tritati finemente. Aggiungete le castagne, i funghi puliti ed affettati, i gherigli di noce grossolanamente sbriciolati e lasciate insaporire tutto per un paio di minuti, mescolando spesso. Coprite con il brodo caldo e fate cuocere a fuoco moderato finche' le castagne saranno cotte e morbide, circa mezz'ora. Intanto preparate dei crostini facendo rosolare in padella dei dadini di pane con il burro e un cucchiaino di maggiorana. Quando la zuppa sara' cotta, frullatela e aggiungeteci un bicchiere di latte. Aggiustate di sale e pepe. Riportate a bollore per qualche secondo, mescolando. Servite la zuppa ben calda accompagnata dai crostini e a piacere guarnite con un cucchiaino di panna acida, dei funghi freschi tagliati sottili, delle noci sbriciolate e qualche scaglia di pecorino o parmigiano.

sabato 12 novembre 2011

crema di marroni al cioccolato profumata all'arancia



Sono tornata dall'Italia con, tra le altre cose, due chili di marroni. Ho dovuto comprarli, perche' nelle zone dove abitualmente andiamo a raccoglierli quest'anno non se ne trovavano, a causa del caldo torrido di fine estate e dei danni provocati dal Cinnipede.  Non potevo comunque rinunciarci, dato che due dei miei piatti tradizionali di Natale, il tacchino ripieno e la charlotte di pandoro, richiedono le castagne. La crema di marroni fatta in casa non ha nulla a che vedere con quella industriale e da quando l'ho fatta la prima volta, circa una decina di anni fa, non siamo piu' riusciti a tornare al prodotto confezionato. Certo, richiede tempo e una buona dose di pazienza, ma alla fine si e' ricompensati da un gusto e una consistenza unici. Poi Martina, mia figlia, qualche anno fa, di ritorno da uno stage in Provenza, mi ha portato un vasetto di crema di marroni al cioccolato profumata all'arancia: amore al primo assaggio! Da allora, ogni volta che marmello marroni e castagne, ne riservo una piccola quantita' per fare questa delizia. Poca, solo due o tre vasetti, perche' non si conserva a lungo e anche perche' deve rimanere una di quelle cose che si aspettano tutto l'anno e che si godono appieno proprio perche' sono rare e speciali.

La ricetta per la crema di marroni l'ho presa, come molte altre, dal libro di Anna Baslini, mentre per la versione al cioccolato, mi sono regolata a mio gusto, giocando ogni volta con le quantita', finche' non ho trovato un equilibrio tra i vari sapori, senza che uno prevalga sull'altro. Per quanto riguarda il profumo di arancia, dopo vari tentativi con zeste, succo, canditi e sciroppo, pur con molte riserve e qualche rimorso, mi sono dovuta arrendere all'aroma artificiale: solo due o tre gocce e il gioco e' fatto.

INGREDIENTI:

per la crema di marroni:

marroni o castagne, zucchero, sale, una stecca di vaniglia e tanta, tanta pazienza! Le dosi sceglietele voi, in base a quanto tempo e voglia di lavorare avete.

Togliete alle castagne la prima buccia. Tuffatele per qualche minuto in acqua bollente e togliete anche la pellicina interna. Mettetele in una casserruola con abbodante acqua leggermente salata e fatele cuocere fino a quando saranno tenere. Passatele al setaccio e pesate la polpa ottenuta. Aggiungete pari quantita' di zucchero e un decilitro di acqua per ogni chilo di polpa e zucchero. Uniteci anche la stecca di vaniglia tagliata in due per il senso della lunghezza. Fate cuocere a fuoco moderato, mescolando spesso, fino a quando la crema si sara' rassodata e mescolando si scoprira' il fondo della pentola. Versate la crema in vasetti puliti ed asciutti. Fate raffreddare, coprendo con un panno pulito, prima di chiudere i vasetti con i loro coperchi.

per la crema di marroni al cioccolato:

una volta cotta la crema, togliete dal fuoco, pesatela e aggiungete circa il 15% del suo peso di cioccolato fondente, sciogliendolo direttamente nella crema calda, e due o tre gocce di aroma di arancia. Ovviamente queste dosi sono indicative, potete variare la quantita' di cioccolato a vostro gusto e sostituire l'aroma artificiale con buccia di arancia grattugiata. Utilizzate vasetti piccoli, da circa 200/210 ml, e non fatene piu' di tre o quattro. Lasciate raffreddare completamente prima di chiudere coi coperchi, altrimenti la condensa che si formerebbe, farebbe ammuffire la crema in pochi giorni.

venerdì 11 novembre 2011

la Pastiera "light" di Marianna



Eccomi di nuovo, sentivate la mia mancanza? E' passato piu' di un mese dall'ultimo post, un mese piuttosto movimentato, impegnativo e ricco di avvenimenti, viaggi, spostamenti, cambi di programma...il solito, insomma...almeno per me. Sono stata prima in Francia per fare qualche lavoretto alla casina, raccogliere i fichi e marmellarli sul posto. Poi in Italia, a casa di nonna Sole, dove ho festeggiato il mio cinquantesimo compleanno con tutta la mia famiglia. Ora sono di nuovo in Olanda, ma con una differenza: nostra figlia Martina ha deciso di lasciare casa e lavoro a Bergamo e di trasferirsi da noi fino alla laurea che, se tutto va bene, e deve andare bene, sara' il prossimo marzo. Sara' un bel cambiamento per lei, dopo quattro anni di vita indipendente. E sara' un gran bel cambiamento anche per noi, per me soprattutto, che dovro' rinunciare alle mie ore di beata solitutide, ma in cambio avro' una giovane amica sempre a disposizione per un giro in centro, una passeggiata al parco o...cucinare. Per rendere meno traumatico il distacco, ci siamo fatte accompagnare da due delle sue ex-coinquiline, anzi, tre: Marianna, Martina, detta Cioppi per distinguerla da mia figlia, e il suo spassosissimo, politicamente scorretto, cinico e simpaticamente volgare alter-ego che in piu' di un'occasione ha rischiato di far collassare dalle risate la dolce Marianna e provocare imbarazzanti incidenti alla sottoscritta. Di questo inquietante individuo posso dire solo che di professione guida un TIR e che non ha un nome: pare che non sia stato battezzato, perche' alla nascita era talmente brutto che la sua famiglia ha cercato di affogarlo, ma lui e' sopravvissuto e questa esperienza l'ha dotato di poteri soprannaturali...Abbiamo passato una bellissima settimana di chiacchiere, risate, code per il bagno, allegro disordine e abbuffate. Ora tutto sta lentamente tornando alla normalita', quindi e' tempo di rimettere mano al mio negletto blogghino e mi piace farlo con la pastiera che Marianna ha amorevolmente sfornato per noi seguendo la ricetta di mamma Michela. Non e' la tradizionale pastiera napoletana, con crema pasticcera, canditi e tonnellate di zucchero, ma una versione piu' leggera e delicata.

INGREDIENTI:

per la pasta frolla:

300 gr di farina per dolci

150 gr di burro

150 gr di zucchero

1 uovo intero piu' 1 tuorlo

1 pizzico di sale

buccia d'arancia grattuggiata - facoltativa

per il ripieno:

300 gr di grano cotto scolato

300 gr di latte

100 gr di zucchero piu' 3 cucchiai

1 baccello di vaniglia

zeste di mezza arancia e mezzo limone

aroma di fiori d'arancia

250 gr di ricotta fresca

3 uova

100 gr di gocce di cioccolato o cioccolato fondente sminuzzato

Setacciate la farina in una ciotola e uniteci lo zucchero, il burro freddo a dadini e un pizzico di sale. Lavorate l'impasto con le dita per incorporare il burro. Aggiungete anche l'uovo intero, il tuorlo e la scorza d'arancia grattugiata. Lavorate ancora l'impasto con le mani finche' le uova saranno assorbite, poi trasferitelo sul piano di lavoro e continuate ad impastare fino a renderlo omogeneo, Formatelo a palla e mettetelo in frigorifero avvolto nella pellicola trasparente. Nel frattempo cuocete il grano, risciacquato dalla salamoia e ben scolato, nel latte con 3 cucchiai di zucchero, , la stecca di vaniglia e le bucce di arancia e limone. Fate cuocere per una ventina di minuti, a fuoco moderato e mescolando spesso, finche' il grano avra' assorbito tutto il latte. Togliete dal fuoco, eliminate le scorze e la vaniglia e trasferitelo in una terrina a raffreddare. Separate i tuorli dagli albumi, lavorate i primi con 100 gr di zucchero e montate a neve ben ferma gli albumi. Unite la ricotta ai rossi d'uovo montati con lo zucchero, aggiungete anche il grano freddo, mezza fialetta di aroma di fiori d'arancia e il cioccolato a pezzetti o in gocce. Per ultimi unite gli albumi, mescolando delicatamente dal basso verso l'alto. Accendete il forno e portatelo a 180 gradi. Togliete la frolla dal frigo e stendetela in una sfoglia sottile. Imburrate e infarinate uno stampo da 28 cm e rivestitene il fondo e i bordi con la pasta frolla, tagliando l'eccesso lungo il bordo dello stampo. Versate il ripieno nella tortiera e livellatelo bene con il dorso di un cucchiaio. Impastate di nuovo i ritagli di pasta, stendeteli e ricavatene delle striscie con le quali decorerete la superficie della torta. Ripiegate i bordi della frolla sul ripieno. Infornate a meta' altezza e cuocete a 180 gradi per un'ora, un'ora e dieci, finche' la pastiera avra' un bel colore dorato. Togliete dal forno e fatela raffreddare nello stampo. Prima di servire spolverizzate di zucchero a velo.

Questa pastiera profumatissima non e' l'unica cosa per la quale devo ringraziare Marianna: le sono molto riconoscente per l'affetto e l'amicizia che ha riservato a Martina in questi quattro anni, per essere stata, con la sua dolcezza e la sua maturita', un punto di riferimento fermo ed importante nella vita di mia figlia, arrivando quasi, nonostante abbiano la stessa eta', a farle da mamma. A me, sempre lontana, dava tranquillita' sapere che Martina poteva contare su una persona dolce, assennata, accomodante e generosa come lei, sempre pronta al sorriso e ... a una gustosa cenetta in compagnia...Grazie di cuore Maria', tu si doce comm o zucchero! Ce vedimm ambress, ti voglio bene,

mamma Roby.

La Pastiera "light" di Marianna

Eccomi di nuovo, sentivate la mia mancanza? E' passato piu' di un mese dall'ultimo post, un mese piuttosto movimentato, impegnativo e ricco di avvenimenti, viaggi, spostamenti, cambi di programma...il solito, insomma...almeno per me. Sono stata prima in Francia per fare qualche lavoretto alla casina, raccogliere i fichi e marmellarli sul posto. Poi in Italia, a casa di nonna Sole, dove ho festeggiato il mio cinquantesimo compleanno con tutta la mia famiglia. Ora sono di nuovo in Olanda, ma con una differenza: nostra figlia Martina ha deciso di lasciare casa e lavoro a Bergamo e di trasferirsi da noi fino alla laurea che, se tutto va bene, e deve andare bene, sara' il prossimo marzo. Sara' un bel cambiamento per lei, dopo quattro anni di vita indipendente. E sara' un gran bel cambiamento anche per noi, per me soprattutto, che dovro' rinunciare alle mie ore di beata solitutide, ma in cambio avro' una giovane amica sempre a disposizione per un giro in centro, una passeggiata al parco o...cucinare. Per rendere meno traumatico il distacco, ci siamo fatte accompagnare da due delle sue ex-coinquiline, anzi, tre: Marianna, Martina, detta Cioppi per distinguerla da mia figlia, e il suo spassosissimo, politicamente scorretto, cinico e simpaticamente volgare alter-ego che in piu' di un'occasione ha rischiato di far collassare dalle risate la dolce Marianna e  provocare imbarazzanti incidenti alla sottoscritta. Di questo inquietante individuo posso dire solo che di professione guida un TIR e che non ha un nome: pare che non sia stato battezzato, perche' alla nascita era talmente brutto che la sua famiglia ha cercato di affogarlo, ma lui e' sopravvissuto e questa esperienza l'ha dotato di poteri soprannaturali...Abbiamo passato una bellissima settimana di chiacchiere, risate, code per il bagno, allegro disordine e abbuffate. Ora tutto sta lentamente tornando alla normalita', quindi e' tempo di rimettere mano al mio negletto blogghino e mi piace farlo con la pastiera che Marianna ha amorevolmente sfornato per noi seguendo la ricetta di mamma Michela. Non e' la tradizionale pastiera napoletana, con crema pasticcera, canditi e tonnellate di zucchero, ma una versione piu' leggera e delicata.

INGREDIENTI:

per la pasta frolla:

300 gr di farina per dolci

150 gr di burro

150 gr di zucchero

1 uovo intero piu' 1 tuorlo

1 pizzico di sale

buccia d'arancia grattuggiata - facoltativa

per il ripieno:

300 gr di grano cotto scolato

300 gr di latte

100 gr di zucchero piu' 3 cucchiai

1 baccello di vaniglia

zeste di mezza arancia e mezzo limone

aroma di fiori d'arancia

250 gr di ricotta fresca

3 uova

100 gr di gocce di cioccolato o cioccolato fondente sminuzzato

Setacciate la farina in una ciotola e uniteci lo zucchero, il burro freddo a dadini e un pizzico di sale. Lavorate l'impasto con le dita per incorporare il burro. Aggiungete anche l'uovo intero, il tuorlo e la scorza d'arancia grattugiata. Lavorate ancora l'impasto con le mani finche' le uova saranno assorbite, poi trasferitelo sul piano di lavoro e continuate ad impastare fino a renderlo omogeneo, Formatelo a palla e mettetelo in frigorifero avvolto nella pellicola trasparente. Nel frattempo cuocete il grano, risciacquato dalla salamoia e ben scolato, nel latte  con 3 cucchiai di zucchero, , la stecca di vaniglia e le bucce di arancia e limone. Fate cuocere per una ventina di minuti, a fuoco moderato e mescolando spesso, finche' il grano avra' assorbito tutto il latte. Togliete dal fuoco, eliminate le scorze e la vaniglia e trasferitelo in una terrina a raffreddare. Separate i tuorli dagli albumi, lavorate i primi con 100 gr di zucchero e montate a neve ben ferma gli albumi. Unite la ricotta ai rossi d'uovo montati con lo zucchero, aggiungete anche il grano freddo, mezza fialetta di aroma di fiori d'arancia e il cioccolato a pezzetti o in gocce. Per ultimi unite gli albumi, mescolando delicatamente dal basso verso l'alto. Accendete il forno e portatelo a 180 gradi. Togliete la frolla dal frigo e stendetela in una sfoglia sottile. Imburrate e infarinate uno stampo da 28 cm e rivestitene il fondo e i bordi con la pasta frolla, tagliando l'eccesso lungo il bordo dello stampo. Versate il ripieno nella tortiera e livellatelo bene con il dorso di un cucchiaio. Impastate di nuovo i ritagli di pasta, stendeteli e ricavatene delle striscie con le quali decorerete la superficie della torta. Ripiegate i bordi della frolla sul ripieno. Infornate a meta' altezza e cuocete a 180 gradi per un'ora, un'ora e dieci, finche' la pastiera avra' un bel colore dorato. Togliete dal forno e fatela raffreddare nello stampo. Prima di servire spolverizzate di zucchero a velo.

Questa pastiera profumatissima non e' l'unica cosa per la quale devo ringraziare Marianna: le sono molto riconoscente per l'affetto e l'amicizia che ha riservato a Martina in questi quattro anni, per essere stata, con la sua dolcezza e la sua maturita', un punto di riferimento fermo ed importante nella vita di mia figlia, arrivando quasi, nonostante abbiano la stessa eta', a farle da mamma. A me, sempre lontana, dava tranquillita' sapere che Martina poteva contare su una persona dolce, assennata, accomodante e generosa come lei, sempre pronta al sorriso e ... a una gustosa cenetta in compagnia...Grazie di cuore Maria', tu si doce comm o zucchero! Ce vedimm ambress, ti voglio bene,

mamma Roby.