Sinterklaas, per gli amici De Sint, piu’ formalmente Sint Nikolaas, e’ un
personaggio tradizionale delle feste natalizie celebrato in tutto il Benelux -
Olanda, Belgio e Lussemburgo - nelle Fiandre Francesi e in Artois. E’ molto
conosciuto anche nelle ex colonie Olandesi, come il Sud Africa, le Antille Olandesi e l’Indonesia. E’
sicuramente una delle fonti che hanno ispirato la figura di Santa Claus in Nord
America. Si festeggia la notte tra il 5 e il 6 Dicembre ed in origine la festa
celebrava San Nicola, il santo patrono dei bambini, dei marinai e, tra le
altre, della citta’ di Amsterdam. Si’, proprio lo stesso San Nicola celebrato e
festeggiato anche in molte localita’ italiane e le cui reliquie sono conservate
a Bari.
In Olanda Sinterklaas, o meglio Sinterklaasavond o Pakjesavond,
letteralmente la Notte di Sinterklaas o la Notte dei Pacchetti, e’ anche la
festa piu’ popolare, piu’ diffusa e certamente piu’ attesa di tutte,
soprattutto dai bambini. E’ la festa trdizionalmente legata allo scambio dei
doni, celebrata con una miriade di coloratissime, chiassose e affollate
manifestazioni. Tutto ha inizio intorno al 17 di Novembre, data dell’arrivo di
Sinterklaas e dei suoi aiutanti, gli Zwarte Pieten, Zwarte Piet al singolare,
che potremmo tradurre con Pietro il Nero. Oggi, per comodita’, lo si fa
arrivare nel week end piu’ vicino a questa data. De Sint arriva su una nave
proveniente dalla Spagna, chiamata Pakjesboot, la Nave dei Pacchetti. Io vivo a
Scheveningen, il quartiere dell’Aja che si affaccia sul Mare del Nord. L’Aja e’
la capitale amministrativa dei Paesi Bassi ed anche la residenza della famiglia
reale e non e’ raro vedere tra la folla assiepata sui moli del porto, anche il
principe ereditario Willem Alexander con sua moglie, la principessa Maxima, e
le loro tre figlie. Questo per farvi capire quanto amata ed attesa sia questa
festivita’ da tutti, proprio tutti, gli Olandesi, reali inclusi. Perche’
proprio dalla Spagna? Beh, qui ci vuole un po’ di storia. L’odierno
Sinterklaas, come dicevo, trae ispirazione dalla figura di San Nicola, vescovo
di Myra. Nel 1087 le reliquie del santo
furono portate a Bari, dove tutt’ora sono conservate. In seguito Bari divenne
parte del Regno di Napoli, essendo stata conquistata nel 1442 da Alfonso V di
Aragona, diventando cosi’ dapprima parte del Regno di Aragona e poi di quello
di Spagna. Quindi: reliquie a Bari, Bari spagnola, Sinterklaas arriva dalla
Spagna. Chiaro no? Queste sue origini spagnole sono anche il motivo per cui gli
aiutanti di Sinterklaas sono degli strani personaggi, vestiti da paggi e con la
faccia dipinta di nero: la Spagna fu conquistata dai Mori, dopotutto...anche se
oggi e’ piu’ politicamente corretto motivare la loro faccia nera col fatto che
si siano sporcati di fuliggine scendendo lungo i camini per portare i doni ai
bambini. A dire la verita’ ci sono anche altre teorie che spiegherebbero la
presenza degli Zwarte Pieten accanto a Sint. Come sappiamo, le principali
festivita’ religiose trovano un’origine nei riti pagani precristiani. In questo
caso, Sinterklaas sarebbe la rappresentazione cristianizzata di Odino e gli
Zwarte Pieten incarnerebbero i due corvi, Hugin e Munin, che accompagnavano il
dio e lo tenevano informato su quello che succedeva in giro. Ed ecco spiegata,
in poche parole, l’origine del folklore legato a questa festivita’.
Sinterklaas si presenta come un anziano e distinto signore, con lunghi
capelli bianchi e una fluente e folta barba, anch’essa bianca. E’ vestito di
rosso, come un vescovo, con tanto di mitria, pastorale e anello di rubino. Tiene
in mano un grosso libro, sul quale ha segnato i nomi dei bambini dividendoli
tra buoni e ...bricconcelli. Cavalca un cavallo bianco, Amerigo, che ovviamente
e’ magico e puo’ volare sui tetti per consentire a Sinterklaas di infilare i
doni nei comignoli. De Sint e’ sempre attorniato da un plotone di Zwarte
Pieten, con le loro facce nere e sorridenti e i loro variopinti costumi da
paggio, che percorrono tutte le strade d’Olanda regalando dolciumi ai bambini e
intrattenendo grandi e piccini con musiche, danze e giochi. L’ aspetto un po’
carnevalesco delle celebrazioni legate a
questa festivita’, non smette mai di stupire i non Olandesi, ma anche qui c’e’
una spiegazione storica: nel Medio Evo la festa di San Nicola era sia
un’occasione per aiutare i poveri, mettendo soldi nelle loro scarpe, che una
specie di Carnevale, appunto, in cui i ruoli quotidiani venivano rovesciati e
le regole trasgredite per un giorno, la dissolutezza era permessa, se non
incoraggiata, e tutti quanti finivano ubriachi e stesi sotto un tavolo. Con
buona pace di San Nicola, poveretto.
Di questa celebrazione medioevale, ancora oggi sopravvive l’usanza di
mettere doni nelle scarpe dei bambini: dal 17 di Novembre fino alla fatidica
notte del 5 di Dicembre, ogni sera i bambini mettono una scarpa davanti al
camino, cantano una canzoncina e vanno a dormire. Nelle scarpe lasciano una
carota, del fieno o un pezzo di pane secco per Amerigo, il cavallo bianco, e
magari anche una poesiola per De Sint. Al mattino carote e biglietti sono
spariti e al loro posto i bimbi trovano un piccolo dono. E chi non ha un
camino? Beh, ci sono le stufe o i termosifoni!...ma i piu’ furbi lasciano le
loro scarpe davanti alla porta, dato che Sinterklaas ha una chiave magica che
le apre tutte! Anche l’aspetto giocoso e scherzoso delle celebrazioni
medioevali, molto piu’ contenuto, si e’
tramandato fino ai nostri giorni: ci si prende in giro e ci si fa degli scherzi non solo in
famiglia, ma anche tra amici, compagni di scuola e colleghi di lavoro, altra
cosa che spiazza e a volte infastidisce un po’ gli stranieri che risiedono e
lavorano in Olanda e che non hanno dimestichezza con le usanze di qui. Una bellissima
tradizione, a mio parere, legata alla festivita’ di Sinterklaas, e’ molto
simile al Secret Santa in uso negli Stati Uniti: sempre il 17 Novembre, la
famiglia si riunisce e ognuno scrive il proprio nome su un foglietto e lo mette
in un contenitore, insieme a quello di tutti gli altri; a turno, ognuno dei
presenti pesca un foglietto e quello sara’, in segreto, il destinatario del suo
dono. Da quel momento si comincia ad investigare, piu’ o meno discretamente,
per scoprire quale sia l’oggetto del desiderio, il dono tanto atteso da chi ci
e’ toccato in sorte. Bisogna anche confezionare con le proprie mani una
scatola personalizzata, costruita e
decorata in modo che rappresenti una passione, un hobby, una preferenza o un
aspetto della personalita’ del ricevente. Il dono, poi, dovra’ essere accompagnato
da una poesia, scritta come se l’autore fosse
Sinterklaas in persona, che prenda bonariamente in giro il suo destinatario, ne
sottolinei i piccoli difetti e le umane manchevolezze e lo esorti a comportarsi
meglio in futuro. Questo dono speciale, segreto e creativo, si chiama Surprise,
pronunciato alla francese. Le Surprise
verrano scambiate nella magica notte tra il 5 e il 6 di Dicembre, la
notte in cui arrivano anche i doni di Sinterklaas!
La famiglia si riunisce gia’ nel tardo pomeriggio della vigilia e per
l’occasione viene allestito un buffet di dolci tradizionali, che, si sa,
aiutano ad ingannare l’attesa dei regali. Regali che, ad un certo punto, come
per magia, si materializzano da qualche parte della casa: possono trovarsi in
un angolo nascosto, nello sgabuzzino o sulla soglia della porta d’ingresso o di
quella sul retro...in ogni caso saranno sempre contenuti in un grosso sacco di
juta lasciato da uno degli Zwarte Pieten. Una volta che tutti avranno ricevuto i loro
regali e letto le poesie di Sint, si va tutti a cena e si passa il resto della
serata in allegria.
Il menu della cena sicuramente varia da famiglia a famiglia, ma in genere
il buffet di dolci e’ piu’ o meno lo stesso in ogni casa e prevede: i kruidnoten,
piccoli biscotti semisferici molto speziati, i pepernoten, biscottini con anice
e miele, i dolcetti di marzapane raffiguranti i simboli della festa, le monete
di cioccolato, i borstplatz o roomborasplatz, caramelle fondenti simili al
fudge americano, e gli immancabili speculaas, i tradizionali biscotti con
zenzero e spezie. Un altro dolce tipico di questa festa, e’ la lettera di
cioccolato: gia’ da ottobre si trovano montagne di questi “cioccolatini” grandi
una spanna in tutti i negozi, le pasticcerie e i supermercati d’ Olanda.
Praticamente tutti ricevono uno o piu’
di questi “cioccolatoni” con l’ iniziale del loro nome. Un tempo si usava spargere questi dolcetti in
giro per casa, lasciando che i bambini li raccogliessero direttamente dal
pavimento. Lo so che a dirlo oggi fa un po’ impressione e dubito che questa
usanza sia ancora in voga ai nostri giorni, ma era un rituale che intendeva
propiziare l’abbondanza simulando lo spargimento dei semi nei campi e che
vedeva i bambini, simbolo vivente di fertilita’, come protagonisti.
Una precisazione: molto spesso anche gli stessi Olandesi fanno confusione
tra kruidnoten e pepernoten, ritenendo che siano due nomi dello stesso
biscotto. Invece tra i due dolcetti ci sono grandi differenze, sia nella forma
che nella sostanza. I kruidnoten, che possiamo considerare i fratellini degli
speculaas, sono di forma semisferica, sono croccanti e contengono zenzero e
un’infinita’ di spezie come cannella, chiodi di garofano, pepe bianco, noce
moscata e cardamomo. I pepernoten, invece, sono piu’ morbidi, hanno una forma
piu’ rustica e contengono semi d’anice in polvere e miele.
Tra tutti i dolci tradizionali tipici delle festivita’ invernali, gli
speculaas la fanno da padroni, protagonisti incontrastati della scena. Sono uno
dei simboli di questo Paese, insieme ai tulipani, ai mulini, agli zoccoli, alle
cuffiette con le ali in su, alle mucche e al formaggio...e ad altre cose che
qui non nomineremo... Infatti ormai si trovano ovunque, negozi di souvenir
compresi, durante tutto l’anno, ma fino a pochi decenni fa, si realizzavano
solo in occasione della festa di Sinterklaas e del Natale. Il motivo e’ molto
semplice: le spezie erano costose ed andavano usate con parsimonia. A dirla
tutta, le spezie sono costose anche oggi, ma noi siamo tutti piu’ ricchi...o
no? In ogni caso, di speculaas ce ne sono diversi tipi: si puo’ infornare un
unico grosso biscotto, con o senza scaglie di mandorle, che poi si servira’
spezzato grossolanamente, oppure si possono ricavare delle forme utilizzando
dei taglia biscotti o ancora realizzare una sorta di sandwich cookie, mettendo
uno strato di pasta di mandorle tra due strati di impasto degli speculaas,
cuocendo tutto in forno e tagliandolo poi in pezzi rettangolari prima che sia
completamente freddo. Gli speculaas piu’ belli, pero’, i cosiddetti
speculaaspoppen, sono quelli formati con l’aiuto dei tradizionali stampi in
legno, chiamati speculaasplanken, appunto. Questo particolare tipo di biscotto
ha origine antichissime al punto che se ne fa menzione anche in alcuni scritti
di epoca romana. I popoli germanici, usavano fare sacrifici agli dei. In
origine erano sacrifici umani, soprattutto giovani schiavi, poi sostituiti da
sacrifici di animali. Col passare del tempo queste pratiche vennero abbandonate
e per ingraziarsi i favori delle divinita’, si comincio’ a produrre un dolce a
base di prezioso miele al quale veniva data la forma di vari animali. Dopo
l’avvento e la diffusione del cristianesimo anche in terra germanica, i monaci,
gia’ nel primo Medio Evo, iniziarono a realizzare dei dolci a base di miele cotto e zenzero che venivano
poi cotti in forme di pietra scolpita, o di terracotta modellata, con le
sembianze dei santi. Il nome stesso, speculaas, deriva dal latino speculum,
specchio, perche’ il biscotto riporta impressa un’ìmmagine speculare rispetto a
quella dello stampo. Questi dolci venivano di solito offerti ai pellegrini di
passaggio. Nel XVI e XVII secolo, epoca
che vide affermarsi la supremazia olandese negli scambi commerciali con
l’Oriente, questi dolci si arricchirono delle pregiate e preziose spezie importate
da quelle terre e, praticamente invariata, la ricetta e’ ancora la stessa che
si usa oggi. Abbandonati gli stampi in pietra o terracotta, si comincio’ a
realizzarli in legno di pero o ciliegio, essenze particolarmente adatte allo
scopo, dato che non hanno odore e non rilasciano tossine, sopportano sia gli
sbalzi di temperatura che i frequenti lavaggi e, cosa piu’ importante, si
prestano ad essere finemente intagliati anche con minuziosi, dettagliati ed
intricati disegni. La richiesta di questi stampi aumento’ considerevolmente e lo
scultore di speculaasplanken divenne una vera e propria professione, con tanto
di gilda, l’equivalente delle
Corporoziani delle Arti fiorentine. Le immagini intagliate erano le piu’ varie:
fiori, animali anche esotici, uomini, donne, bambini, scene ed oggetti di vita
quotidiana, arti e mestieri, santi, re,
regine e imperatori. Pare che gli speculaas venissero utilizzati anche come
mezzo di comunicazione. Sembra
addirittura che Federico III, per aumentare la sua popolarita’, nel 1448
ne abbia commissionati 4000 con la sua effige da distribuire ai bambini del suo
regno (lo consiglierei anche ai candidati alle moderne elezioni, cosi’ almeno
non finirebbero cestinati come i volantini che si ostinano a mandarci) solo che
in Germania quei biscotti si chiamavano, e si chiamano tutt’ora, springerle.
Gli spekulaasplanken si trovano comunemente in commercio anche oggi, in Olanda.
Quelli intagliati a mano, costano una
fortuna, ovviamente. La maggior parte sono prodotti industrialmente, in legno
di faggio o quercia, ma conservano ancora un certo fascino, non fosse altro per
il fatto che mantengono viva un’antica tradizione. Sono sicura che se vi capitasse di fare una vacanza in Olanda, non potreste
resistere alla tentazione di comprarne almeno uno, ma vi avverto: realizzare
gli speculaaspoppen utilizzando gli speculaasplanken non e’ certo facile!
Richiede una buona dose di esperienza e di manualità e tanta, tanta pazienza.
Anche ammesso di acquisire la tecnica necessaria a toglierli dagli stampi senza
far perdere loro la forma, in cottura molti dei dettagli andranno persi. Questo
non vuol dire che dobbiate rinunciare a farvi in casa questi meravigliosi,
profumati e croccanti biscotti. Vale la pena provarci anche solo per sentire la
casa che si riempie del profumo che emana dal forno mentre cuociono. Limitatevi
ad usare dei tagliabiscotti, magari con le tradizionali forme natalizie. Oppure
fate uno o due speculaasbrokken, il grosso biscotto che va spezzettato
grossolanamente una volta cotto e reffreddato. O meglio ancora provate i
gevuldespeculaas, i miei preferiti, con il loro morbido ripieno di amandelspijs,
pasta di mandorle. A voi la scelta.
Speculaas
200 g di farina autolievitante
100 g di zucchero di canna scuro
100 g di burro a temperatura ambiente
3 cucchiai di latte
3 o 4 cucchiaini di miscela di spezie*
1 cucchiaino di bicarbonato
la buccia grattugiata di ½ arancia
1 pizzico di sale
facoltativi:
1 albume leggermente battuto
mandorle spezzettate o in scaglie per guarnire
In una ciotola mescolate la farina con lo zucchero, le spezie, il
bicarbonato, la scorza di arancia e il sale. Aggiungete il burro ammorbidito e
il latte e impastate bene, fino a quando sarete in grado si formare una palla
che non vi si appiccichi alle dita. Appiattite l’impasto ad uno spessore di
circa 3 cm, avvolgetelo in carta da forno e riponetelo in frigorifero per
almeno due ore, ma meglio se tutta la notte. L’impasto si mantiene in
frigorifero fino a due giorni e puo’ essere congelato fino a 6 settimane.
Accendete il forno a 175° e rivestite due teglie con carta da forno.
Stendete l’impasto ad uno spessore di circa 5 mm e ritagliatalo nelle forme
prescelte. Volendo, spennellare la superficie dei biscotti con l’albume e
cospargerli di mandorle.
Infornare per 20/25 minuti o fino a quando diventeranno di un bel colore
marrone. Gli speculaas devono essere croccanti allo stesso modo sui bordi come
al centro, ma questo si sa solo dopo che si siano competamente raffreddati.
Cuocetene alcuni per provare i tempi del vostro forno.
Una volta cotti, lasciateli raffreddare sulla teglia per qualche minuto e
poi trasferiteli su una gratella a raffreddare completamente. Se avete fatto
degli Speculaasbrokken, aspettate che siano completamente freddi prima di
romperli.
* Spleculaaskruiden,
la miscela di spezie per gli Speculaas:
§
30
grammi di cannella
§
10
grammi di noce moscata
§
10
grammi di chiodi di garofano
§
5
grammi di zenzero
§
5 grammi di semi di anice
§
5
grammi semi di coriandolo
§
5
grammi di pepe bianco
Macinate
tutte le spezie insieme in un macinacaffe’ e conservatele in un vasetto di
vetro a chiusura ermetica. Se non trovate tutte le spezie, potete tralasciarne
qualcuna, ma comunque non devono mancare la cannella, i chiodi di garofano, lo
zenzero, la noce moscata e il pepe bianco.
Gevulde
Speculaas con pasta di mandorle
Fate prima la pasta di mandorle mescolando, a mano o nel mixer, 200 g di
farina di mandorle, 125g di zucchero a velo, 1 uovo intero, il succo filtrato e
la buccia grattugiata di ½ limone. Copritela con la pellicola e tenete da
parte.
Dividete l’impasto degli Speculaas in due. Stendete ogni meta’ a formare un
rettangolo, ognuno su un pezzo di carta da forno. Spalmate su una meta’ la
pasta di mandorle in uno strato uniforme. Aiutandovi con il foglio di carta da
forno, capolgete il secondo rettangolo sulla pasta di mandorle. Eliminate
delicatamente la carta da forno, spennellate la superficie con l’albume e
cospargete di mandorle a scaglie. Infornate a 175° per 30/35 minuti. Togliete
dal forno e lasciate raffreddare per una decina di minuti. Con un coltello
seghettato tagliate dei rettangoli e lasciateli raffreddare completamente.
Tutto questo parlare di
Sinterklaas....Significa che gli Olandesi non festeggiano il Natale? Certo che
si’! Con l’albero, le luci colorate, le famiglie riunite, la Messa di
mezzanotte, le vacanze da scuola e dal lavoro...e se ci scappa un altro
regalino, nessuno ci trova da ridire...men che meno i bambini!