lunedì 19 settembre 2011

La mia Olanda: la nostra casetta, parte seconda

E' nostra! Cominciamo a sistemarla:  con una mano di pittura e dei mobili carini, vedrai come diventa bella...si'...magari! E' stato chiaro fin da subito, che il semplice lavoro di decorazione che ci eravamo aspettati non sarebbe stato sufficiente. Era altrettanto chiaro che non potevamo permetterci un'impresa, a 45 euro all'ora a persona piu' i.v.a. Dovevamo fare il piu' possibile da soli. Togliamo questa carta da parati vinilica tipo alfatone che c'e' in corridoio che fa veramente c....e, per non parlare dei quadrotti di moquette acrilica sul pavimento...tho', guarda! sotto alla moquette c'e' un linoleum a scacchi bianco e nero...togliamo anche quello e....sotto c'e' uno strato di colla-stucco...ok, via pure lui e...meraviglia! arriviamo al pavimento originale: delle bellissime cementine con un bellissimo decoro e dei bellissimi colori! Queste restano! Sono un po' rovinate, d'accordo, alcune mancano proprio, fa niente: in fin dei conti la casa e' stata costruita nella prima meta' dell'Ottocento, sono ancora in buono stato, per gli anni che hanno. Due giorni di olio di gomito, con acqua bollente e paglietta, sono stati sufficienti per eliminare lo strato di stucco e riportare alla luce le belle piastrelle...e per farmi venire una tendinite. Ora, dovete sapere che la maggiorparte delle case olandesi, soprattutto quelle vecchie come la nostra, non hanno fondamenta profonde, magari con locali tipo cantine o seminterrati. Sono costruite sulla sabbia e hanno la struttura in legno e mattoni pieni. Non chiedetemi come facciano a stare in piedi: secondo me sono un capolavoro di ingegneria e architettura...o forse si tengono semplicemente su una con l'altra. Tra la soletta in legno e il terreno, si lasciava un'intercapedine di circa 50 cm e sui muri perimentrali si aprivano dei buchi di aerazione, in modo che l'aria potesse circolare al di sotto del pavimento, favorendo l' evaporazione e quidi contrastando la formazione di umidita' di risalita. Decidiamo quindi di sfruttare l'intercapedine tra terreno e soletta, per farci passare i tubi del riscaldamento e le canaline con il nuovo impianto elettrico. Dobbiamo arrivarci, pero', all'intercapedine e infatti ci arriviamo, ma solo dopo aver tolto nell'ordine: laminato similbetulla, materassina argentata, pannelli di un materiale tipo masonite, 60x80, inchiodati alle assi del pavimento con un chiodino ogni 5 cm!...che problema c'e'? Fai leva da sotto e il pannello si schioda tutto intero. Invece il pannello, vecchio probabilmente di almeno 50 anni, si spezzetta e si sbriciola, lasciando tutta la malefica fila di chiodini ancora saldamente conficcati nelle assi di legno. Non so proprio dire quanti giorni abbiamo passato inginocchiati, seduti, accucciati sul pavimento per togliere uno ad uno i mille e piu' maledettissimi arrugginiti chiodini del cavolo, so che poi li ho pesati: erano piu' di mezzo chilo. E stiamo parlando di una stanza di 25 metri quadrati...comunque, alla fine, arriviamo alle assi originali, non resta che sollevare le due centrali per poter accedere all'intercapedine: facile, no? No! Complicatissimo. Perche' le assi sono inchiodate alle travi con dei chiodi enormi, lunghissimi e arrugginiti, che ormai sono diventati un tutt'uno col legno e...proprio...non...vogliono...saperne...di...uscire! Fortunatamente l'idraulico che avevamo assunto per fare il nuovo impianto, ci ha prestato un aggeggio, che non sto a descrivervi, molto potente con il quale siamo riusciti ad avere ragione dei ferocissimi chiodi. Finalmente solleviamo le assi, l'intercapedine si mostra ai nostri occhi pieni di ansiosa aspettativa...ormai ce la sognavamo di notte, manco fosse la caverna di Aladino...e cosi' scopriamo che i buchi dell'aerazione sono stati chiusi! Qui, in soggiorno, la situazione non e' pessima, ma come sara' nelle altre stanze? Dobbiamo scoprirlo. Il solo pensiero ci angoscia, ma e' necessario sapere.  Ed e' proprio qui che l'incubo ha inizio...(continua)

6 commenti:

  1. ...suspance... :) Buon inizio settimana! Aspetto la prossima parte del racconto!!!

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  2. @Ale:...arriva arriva...Buona settimana anche a te, a presto

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  3. Questa casa deve essere un sogno e quando avrete finito di sistemarla lo sarà ancora di più, mi sembra di immaginarla...attendo prosieguo del racconto....

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  4. @Sabina: fortunatamente abbiamo gia' finito da un po' e si', non ho la fila di riviste di arredamento che mi bussano alla porta implorandomi di poterla fotografare, ma devo dire che dall'incubo iniziale si e' trasformata in un sogno di casetta. Grazie della visita, ci vediamo da te

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  5. Credo che non ci sia niente di più bello di costruire il propfio sogno,con la fatica e con le proprie mani..e a lavoro finito ricordarsi ogni giorno di quel momento,di quella sera,di quel pomeriggio o mattina in cui,hai aggiunto qualcosa e sai che la tua casa parla di te e ti appartiene..
    A me,che sono notoriamente "fuera de cabeza" ^_^ è capitato sovente di parlare alle cose,o ai luoghi e alla mia casa,se mi ci ero particolarmente affezionata,ne ho cambiate già sette!
    E anche ora,nella casa in cui stò andando a convivere con la mia dolce metà,quando rientriamo la sera,di fronte alla sua faccia allibita e divertita mi ritrovo a dire : "Ciao casa,siamo tornati! "oppure"Noi partiamo,proteggi le nostre cose,torniamo presto!"
    ahahahha.non segnalatemi alle neuro però!

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  6. @Valentina:
    Non potrei mai vivere in una casa fatta da altri, per quanto bella sia. E non dirlo in giro, ma io do i nomi di persona alle cose che amo...

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