...quella alla quale ho pensato immediatamente, quando ho letto il tema della sfida di questo mese, proposto da Leo The Cozzaman, per l'MT Chalenge. Quale occasione migliore di questa per realizzarla? Finalmente. Dopo quasi 22 anni dalla prima volta in cui ho visto la ricetta. Potra' sembrare assurdo che sia rimasta tutto questo tempo nel famoso cassetto de "Le cose da fare", ma so che chi e' appassionato di cucina come me, mi puo' capire. Alzi la mano chi non ha libri e riviste che son raddoppiati di volume a furia di appicicarci post-it, inserire segnalibri o foglietti, fare orecchie e quant'altro, per segnare una ricetta che ci ha colpiti e che assolutamente dobbiamo realizzare...Solo che abbiamo una vita sola e, solitamente, mangiamo solo due volte al giorno e non sempre abbiamo la possibilita' di cucinare entrambe le volte. Poi ci piace inventare e creare piatti nuovi, tutti nostri, senza seguire ricette di altri, oppure non abbiamo tutti gli ingredienti e rimandiamo o veniamo attratte da altre ricette o ci chiedono di rifare quel piatto che era piaciuto tanto...Insomma, ci possono essere mille motivi per cui una ricetta, quella ricetta, resta in paziente attesa per anni. Ogni volta che riprendiamo in mano il libro o la rivista sulla quale e' pubblicata, ci ricordiamo di lei e ci ripromettiamo di farla, poi la storia ricomincia uguale a se stessa...
La ricetta l'ho presa da un allegato ad una rivista femminile di, appunto, 22 anni fa. Ricordo con esattezza il giorno in cui ho comprato la rivista: ero ricoverata in ospedale per una colica renale ed ogni mattina passava la titolare dell'edicola interna all'ospedale per vendere i giornali a chi, come me, era impossibilitato ad alzarsi dal letto. Oltretutto ero a digiuno stretto, nutrita con le flebo, e potevo, anzi, dovevo solo bere. Acqua. Tantissima. Ogni tanto, al colmo dello sconforto e della nostalgia, sfogliavo il libriccino e sognavo di realizzare, una volta tornata a casa, alcune di quelle belle ricette. E cosi' feci. Pur con le numerose limitazioni dovute alla mia convalescenza, non appena rientrata a casa ho cominciato a sperimentarne qualcuna, trovandole tutte ottime e facili da realizzare, grazie alle spiegazioni chiare e dettagliate. Molte di quelle ricette, sono diventate altrettanti miei cavalli di battaglia ed ormai fanno parte della mia personale Cucina Vintage anni '90 e ogni qualvolta le ripropongo, trovano entusiastici consensi. Questa, invece, e'sempre rimasta li'. Ora non potevo proprio piu' rimandarla. Mancava solo la parte croccante richiesta dal regolamento e volevo qualcosa di piu' di un semplice crostino, qindi ho optato per un crumble salato con le mandorle. Ottima anche la vinaigrette calda, anche se la prossima volta, perche' so gia' che ci sara', vorrei provare con l'aceto di lamponi, che non avevo.
Insalata con petto d'anatra e pompelmo rosa
con crumble salato alle mandorle
Ingredienti per due:
lattuga mista: Foglia di Quercia,
Lollo verde e rossa, cuore di baby Romana
1 pompelmo rosa
1 petto d'anatra di circa 300 g
per il crumble:
40 gr di mandorle non pelate
60 gr di farina 00
20 gr di grana grattugiato
75 gr di burro molto freddo
1 pizico di sale
per la vinaigrette:
succo di pompelmo
2 cucchiai di aceto di mele o di lamponi
2 cucchiai d'olio d'oliva delicato
1 cucchiaino di miele
1 cucchiaino di pepe rosa in grani
sale
Lavate ed asciugate la lattuga e tenetale in frgio fino al momento di utilizzarla. Accendete il forno a 200 gradi. macinate le mandorle, non troppo finemente, nel mixer, unite la farina, il grana ed il sale e mescolate per qualche secondo. Unite il burro freddo di frigorifero e tagliato a dadini. Con la funzione pulse, frullate il tutto per qualche secondo fino a che si formeranno delle grosse briciole. Versatele su una teglia coperta con carta da forno e infornate in forno caldo per circa 10 minuti. Sfornate e lasciate raffreddare completamente. Sbucciate il pompelmo, separate gli spicchi, pelatene al vivo la meta' e poi dividete ogni spicchio in tre pezzi. Frullate gli spicchi rimanenti e passateli al setaccio, premendo con il dorso di un cucchiaio per raccogliere maggior succo possibile. Fate scaldare una padella per due minuti a fuoco vivo. Nel frattempo incidete la pelle del petto d'anatra, praticando dei tagli obliqui e incrociati. Quando la padella sara' calda, adagiateci il petto dalla parte della pelle. Lasciatelo cuocere per tre minuti a fuoco moderato e quando la pelle sara' croccante, voltatelo e fatelo cuocere altri tre minuti dalla parte della carne. In questo modo avrete una carne ben cotta ai bordi, ma ancora rosa all'interno, come dovrebbe essere. Se, invece, preferite una maggior cottura, trasferite il petto d'anatra in una piccola pirofila e infornatelo a 180 gradi per una decina di minuti. Gettate il grasso rimasto nella padella, deglassate il fondo con il succo di pompelmo e l'aceto, facendo ritirare il liquido per circa un minuto, e quindi unite l'olio d'oliva e il miele. Fate scaldare per qualche secondo e poi, fuori dal fuoco, mescolate bene per emulsionare la salsa. Aggiungete i grani di pepe rosa leggermente schiacciati e tenete in caldo. Disponete le foglie di lattuga su un piatto da portata, distribuite i pezzeti di pomplelmo e il crumble. Tagliate il petto di anatra in fettine di circa mezzo centimetro di spessore e disponetele a raggiera al centro del piatto. Irrorate il tutto con la salsa e servite subito, eventualmente con il resto del crumble e della salsa a parte.
Con questa ricetta partecipo all'MT Challenge di Giungo 2013 del blog MTC in collaborazione con
Leo del blog Cozzaman