E' vero: la zuppa di piselli e' un classico primaverile. Pero' io avevo acquistato gia' un po' di tempo fa, una confezione di piselli secchi decorticati per fare la Erwetensoep, la tipica zuppa di piselli olandese. Inoltre avevo ancora un rimasuglio di mascarpone e giusto due fettine di pancetta da far fuori. Come ho gia' accenntao, in questi giorni sono alle prese con l'operazione "Svuota frigo e dispensa" e sto anche preparando alcune cose che posso congelare o conservare e portare in Francia.
Sul ricettario di KitcheAid ho trovato la ricetta per questa zuppa. Ne ho fatta un po', da mangiare subito, con il mascarpone che avevo da finire. Il resto, senza mascarpone, l' ho messo, ancora bollente, in un grande vaso di vetro, come si fa con le marmellate: pare che funzioni...vedremo. Non posso congelare troppe cose, perche' poi nella casina di Thiviers ho solo una piccola cella freezer, quindi dovremmo consumare tutto nel giro di due giorni.
Io sono da molti anni interessata alle esperienze di quelle persone che hanno deciso di vivere in autosufficienza, limitando al minimo la dipendenza da fornitori di beni e servizi vari. Molti di loro si sono trasferiti a vivere in campagna, ovviamente, dove possono coltivare l' orto, allevare piccoli animali...o anche grandi animali, tagliare la legna, raccogliere frutti e erbe selavatiche, funghi, tartufi...Spesso si costruscono anche casa e annessi, da soli e utilizzando materiali del luogo. Alcuni, pero', mettono in pratica i principi dell' autosufficienza anche senza muoversi dalla citta': coltivano ortaggi sul balcone, ad esempio, si fanno il formaggio o la birra in casa, fanno il pane...Seguo diversi siti e blog scritti da queste persone ed ho letto anche alcuni libri di John Seymour, che negli anni 70 ha rilanciato la " filosofia" dell' autosufficienza, anche se i suoi detrattori, e chi non ne ha?, sostengono che lui mettesse in pratica ben poco di quel che andava predicando. Comunque sia, io sono affascinata da questa idea. Purtroppo, non credo che sia possibile vivere in totale autosufficienza al giorno d' oggi, nemmeno in campagna: anche ammettendo di rendersi autosufficienti dal punto di vista alimentare ed energetico, dubito fortemente che polli e pomodori verrebbero accetati in pagamento delle tasse di proprieta' o di quelle comunali. Che il modello economico che ci siamo scelti...o che ci e' stato imposto, si sia rivelato, se non fallimentare, almeno non infallibile, ormai dovrebbe essere chiaro a tutti. Tuttavia un ritorno ad un' ecomonia e ad uno stile di vita preindustriale e' non solo irrealizzabile, ma anche non auspicabile. Ammettiamolo: certe nuove tecnologie sono sicuramente piu' utili che dannose. Chi potrebbe rinunciare all' acqua corrente o all' elettricita'? Della televisione se ne puo' fare a meno, e' vero...del computer? Ahia...la vedo un po' piu' dura....Per non parlare del telefono o dell' automobile o della lavatrice!...E i farmaci? Le cure mediche? Quindi, vedete, bene o male i soldi servono sempre e l'unico modo per averli, per la stragrande maggioranza di noi, e' avere un lavoro retribuito...e nessuno ti paga per farti l' orto o mungere la mucca. Vendere quello che si produce in piu'? Fosse facile...Non sapremo mai cosa ci sia nei cibi che acquistiamo al supermercato, ma se osassimo vendere le nostre marmellate o i nostri dolci casalinghi, rischieremmo la galera. Anche se devo dire che in Francia, grazie ai Mercati dei Produttori locali che si tengono periodicamente, la cosa e' un po' piu' semplice. Inoltre, contrariamente a quanto succede nei Bed and Brakfast, che sono obbligati dalle leggi europee a servire solo cibi confezionati, chi gestisce Maisons, Chambres e Tables d'Hotes e' tenuto a servire cibi di provenienza locale, meglio se di produzione propria.
Ma, come al solito, sto divagando. Tutto questo sproloquio, per dire che congelare i cibi, non e' l' unica soluzione per conservarli. Del resto i cibi si conservavano anche migliaia di anni fa. Con questo non voglio dirvi di farvi scaricare in giardino un bilico di sale grosso o di trasformare il bagno in un locale per l'affumicatura o ancora di appendere fettine di carne o filetti di pesce sullo stendibiancheria. Diamine! Ci sono metodi piu' moderni!
Veleggiando sul web in cerca di informazioni sull' autosufficienza, sono incappata in termini quali "survival" e "preparedness". Alcuni avvenimenti degli ultimi anni, come le varie epidemie e pandemie che si sono susseguite e, ovviamente, l' 11 Settembre, hanno riportato in auge certi comportamenti, passatemi il termine, nevrotici e certe psicosi collettive che erano abbastanza frequenti e diffuse nel periodo della guerra fredda e del pericolo nucleare. In conseguenza di cio', ci sono persone e anche intere comunita', non solo negli Stati Uniti, che si preparano, da cui il termine preparedness, per essere pronti a sopravvire, survival, anche in condizioni di prolungata emergenza dovuta a interruzione delle forniture di corrente, acqua e gas o ad altre situazioni che rendano impossibile l' approvvigionamento di beni di prima necessita'. Non solo nelle campagne, anche agli ultimi piani dei grattacieli newyorkesi, ci si prepara a poter sopravvivere per un anno in totale autosufficienza, facendo scorte di acqua, cibo, medicinali, carburanti e quant'altro possa servire al vivere quotidiano di una famiglia media. Si fanno prove generali, staccando i contatori e chiudendo i rubinetti di acqua e gas per un intero week-end, in modo da capire quali siano le reali ed effettive necessita' e le misure da prendere per poterle fronteggiare in condizioni di emergenza. Non si parla solo di nutrirsi, lavarsi, scaldarsi, ma anche di come intrattenersi senza televisione, musica o computer.
Pur non condividendo certi timori, devo ammettere che trovo affascinante la sfida...a volte mi prende persino l'insano desiderio di provarci...poi per fortuna mi passa. Pero', provate anche solo ad immaginare... un' improvvisa e prolungata interruzione di corrente e gas...magari abbiamo appena fatto la spesa e abbiamo il frigorifero e il congelatore pieni e non possiamo cucinare...niente acqua calda, niente riscaldamento...o aria condizionata...i nostri figli, non solo non possono andare a scuola, ma non possono nemmeno guardare la televisione, giocare con "la Play" o "la Wii" o il computer...ne' noi ne' i nostri mariti possiamo andare al lavoro...niente luce, niente corrente per ricaricare i cellulari...Inquietante, vero?
Timori catastrofici a parte, per quanto mi riguarda trovo che ci sia un che di rassicurante, di confortante in una dispensa piena. Sara' che sono cresciuta con i racconti sulla fame nera patita durante la guerra, sara' che forse proprio a causa di quella fame, mio padre ha sempre amato stipare la nostra cantina di ogni bendiddio, sara' che per rispamiare i miei hanno sempre acquistato in stock i generi non deperibili, sara' che, finche' era vivo mio padre, abbiamo sempre avuto un orto e qualche albero da frutto e mia madre ha sempre fatto conserve e marmellate, saranno tutte queste cose insieme o una naturale predisposizione d' animo, fatto sta che io uno scaffale, un armadio o almeno una mensola con una scorta di generi di prima necessita', lo devo avere. Anche adesso, nella bomboniera olandese, dove lo spazio e' risicatissimo.
Pero'...a pensarci bene...un fornello da campeggio e una bombola di gas...non sarebbe una cattiva idea tenerli a portata di mano...non si sa mai....
Zuppa di piselli, maggiorana e mascarpone
Ingredienti per 6 persone:
2 scalogni grandi
500 g di piselli secchi
1,5 l di brodo di pollo o vegetale
125 g di mascarpone
3 cucchiaini di maggiorana
6 fette di pancetta
fette di pane bianco
3 cucchiai di olio d' oliva
sale e pepe nero macinato fresco
Anche se non e' necessario, io metto sempre in ammollo anche i piselli decorticati per almeno un paio d' ore: abbrevia i tempi di cottura e permette di eliminare eventuali impurita'.
In una casseruola, fate scaldare l 'olio e fate imbiondire gli scalogni affettati finemente. Unite i piselli scolati dall' acqua di ammollo e fateli insaporire per un minuto. Aggiungete il brodo caldo e fate cuocere fino a che i piselli non cominceranno a disfarsi. Spegnete la fiamma e fate raffreddare la zuppa per una decina di minuti. Nel frattempo fate cuocere le fette di pancetta in una padella antiaderente, finche' tutto il grasso si sara' sciolto e saranno belle croccanti. Toglietele dalla padella e adagiatele su un foglio di carta da cucina. Aggiungete il mascarpone e la maggiorana alla zuppa di piselli e frullate il tutto. Aggiustate di sale e pepe. Riportate la zuppa sul fuoco e servitela ben calda, con le fette di pancetta spezzetate, dei crostini di pane bianco e un cucchiaino di mascarpone.
Volendo, potete sostituire il mascarpone con la ricotta e la maggiorana con il basilico.
Però...l'idea di provare un'esperienza così sai che ogni tanto viene anche a me?
RispondiEliminaChe bello poter viaggiare come fai tu da una parte all'altra...e che voglia di vedere la tua casina!
E che dire di questa densissima, vellutata e confortante zuppa? Che è super!
un abbraccio.
..passa da me se vuoi domani, c'è una sorpresa che sono sicura ti piacerà.
Ciao zia!! Interessante ricetta di vita!! :-) ...buona anche la zuppa!!
RispondiElimina@Simo: Vero che stuzzica l'idea? Chissa' se sapremmo reggere per due giorni interi!! Hai ragione cara, sono fortunata...vorrei solo avere ancora 40 anni!! Passo senz'altro, mi hai incuriosita...Un abbraccio, buona settimana.
RispondiElimina@Ely: Ciao amorino, che bello trovarti qui! Per te senza pancetta, vero? Un bacione dalla zia d' Olanda.
RispondiEliminaBellissimo post, molto interessante e illuminante. Anch'io devo avere sempre qualche scorta a portata di mano. Non ricordo quanto tempo fa ma in Italia c'è stato un black out che è durato 24 ore, Gilda doveva essere molto piccola se non erro. Beh insomma, l'idea di dover buttare tutte le scorte contenute nel freezer mi angosciava parecchio, credo che avessi il mio latte congelato conservato e sono entrata in panico. Però ricordo anche il silenzio. Un silenzio surreale che solo chi vive in città può percepire con tanta intensità.
RispondiEliminaTornando alla ricetta, molto interessante anche il metodo di conservazione della zuppa in barattolo di vetro. Da provare, fammi sapere com'è andata.
Ti abbraccio come sempre.
La zuppa era ancora ottima e con le giornate di intenso lavoro che abbiamo avuto, era piu' che consolotario poter avere una cena calda e genuina pronta in pochi minuti. Ricambio l'abbraccio, come sempre.
RispondiEliminaSono in Francia... e adoro i mercati dei produttori locali, che ti vendono cose superbe, sia fresche sia lavorate come succo di mela e pera, salumi, formaggi, un po' di carne secondo la più rigida stagionalità. Fare a meno del pc no, ma del cibo da supermarket secondo me si può eccome. Dopotutto lo facevamo fino a dieci anni fa! c'è un giusto buon senso in ogni cosa, ma vogliono farcelo sempre dimenticare.
RispondiEliminaCiao Pellegrine, benvenuta nel mio blog. Sabato mattina, incuranti della pioggerillina incessante e fastidiosa, ci siamo fatti un bel giro tra i banchi dei produttori locali della zona di Thiviers. Domenica, invece, mercato del tartufo nero a Sorge...non anticipo nulla, ho un post in elaborazione. Grazie della visita e del commento, che ricambiero' con piacere.
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