Ho paura dei ragni. Anzi, i ragni mi spaventano a morte. Ancora meglio: i ragni mi fanno davvero orrore E mi spaventano a morte. E non e' una cosa da poco quando si vuole vivere in campagna in una vecchia casa disabitata da quasi vent'anni. Disabitata dagli umani, intendo dire, perche' invece i ragni hanno continuato a viverci e a proliferare, felici ed indisturbati. Mi fanno talmente orrore, che il piu' delle volte non trovo nemmeno il coraggio di ucciderli e se proprio devo, perche' sono sola in casa, non ne raccolgo i miseri resti, ma li aspiro con l'aspirapolvere. A volte ho aspirato anche il ragno ancora vivo, pur di non dovermici avvivinare ad una distanza utile per poterlo terminare. E non venitemi a dire che "poveriragnettinonfannomaleanessunoesonotantoutili". Tantomeno voglio sentirmi dire " Non ucciderlo!! Anche lui tiene famiglia!" Appunto! Se lo lascio vivere questo si riproduce e poi non ne dovro' eliminare uno soltanto, ma decine. Quando ero piccola, mio padre mi diceva:" Non c'e' bisogno di avere paura, tu sei molto piu' grande di lui!" Si', ok papa'. Sono piu' grande anche di una granata. Cosa vorresti dirmi? Che non devo avere paura delle granate? Se il tuo sogno era di vedermi diventare una sorta di Rambo armato di tutto punto che non teme nemmeno le granate, ecco, mi spiace dirtelo, ma hai miseramente fallito con me! Che poi piccolo...questione di punti di vista. Quando lo vedo marciare verso di me, lesto lesto sulle sue otto orribili zampette pelose, per me ha le dimensioni di un panzer. E anche se nelle orecchie mi rimbombano i furiosi battiti del mio povero cuore impazzito e sento chiaramente il flusso del sangue che sembra voler abbandonare le mie vene, posso ancora udire la sua voce cavernosa ripetere ossessivamente: " Io ti uccidero'...ti uccidero'...ti uccidero'..." Lo vedo lo sguardo dei suoi molteplici occhi: malevolo, carico d'odio nei miei confronti, rea di avergli ammazzato parenti ed antenati....
Ovviamente non parlo di quelli piccoli e nemmeno degli opilioni, i cosiddetti "papa' gambalunga". Parlo di quelli grossi, neri e pelosi. Anzi, non parliamone proprio, che solo a pensarci mi sembra di sentirmeli camminare addosso...Tutto questo sproloquio sulla mia aracnofobia e' solo per dirvi che in questa insalata, la polpa di granchio e' quella in scatola, perche' cosa sono i granchi se non giganteschi ragni? Niente e nessuno potrebbe convincermi a maneggiarne uno, non importa quanto morto sia, per estrarre dal carapace la sua deliziosa polpa. E se c'e' qualcuno che inorridisce davanti all'utilizzo della polpa di granchio in scatola, beh, me ne faro' una ragione. Voi potete usare anche quella fresca, ovviamente. Chi sono io per giudicare?
Ma cambiamo decisamente argomento e passiamo a cose infinitamente piu' piacevoli.
Nel tempo trascorso dall'ultimo post, sono diventata prozia. La mia prima nipote, Valentina, figlia di mio fratello, ha avuto la sua prima bimba, uno splendore tutto occhi e capelli scuri che gli orgolgiosi genitori hanno chiamato Viola. Avrei potuto dedicarle una poesia, che magari il maritino avrebbe musicato per farne una ninna nanna solo sua, tutta per lei. Ma, a parte il fatto che nutro poca fiducia nelle capacita' canore dei due neogenitori e non volevo che la piccola crescesse odiando me e il maritino per l'inopportuno regalo, potevo io fare qualcosa di tanto scontato? Ovvio che no. Ed ecco, complici Leo, l'MTC, Escoffier e le sue ricette che spesso portano i nomi delle signore che le hanno ispirate, che la piccola Viola si ritrova a condividere il suo bel nome con una prosaica insalata. Aggiungere delle violette sarebbe stato si' un tocco delicato e poetico, ma ancora una volta, scontatissimo!!... La patata vitelotte viola la trovo piu' indicata, per un'adorabile patatina come la mia stupenda pronipotina. Di sicuro e' piu' adatta alla sottoscritta....e mi piace immaginare che un giorno, tra tanti e tanti giorni a venire, una Viola ormai adulta preparera' questa insalata per la sua famiglia e pensera' a quella scema della sua prozia Roby, che quando e' nata non ha trovato niente di meglio da fare che dedicarle questa
Salade Viola
con polpa di granchio, uova sode
e
patate vitelotte
Ingredienti per 2:
Lattuga foglia di quercia
1 cuore di lattuga romana
2 uova sode
1 scatola di polpa di granchio
4 patate vitelotte bollite
1 cipollotto fresco
4 cucchiai di olio EVO
2 cucchiai di succo di limone
qualche crostino di pane d'avena
per la salsa rosa:
2 cucchiai di maionese fatta in casa
1 cucchiaio di ketchup fatto in casa
2 cucchiai di panna fresca
1 cucchiaino di senape al miele
Per prima cosa preparate le lattughe seguendo i consigli di Elisa nel suo utilissimo post.
Sgocciolate la polpa di granchio, sciacquatela velocemente sotto l'acqua corrente e sgocciolatela nuovamente. Mettetela in una ciotola e conditela con un cucchiaio d'olio e uno di succo di limone. Salate e pepate a vostro gusto.
Sgusciate le uova, dividetele a meta'. togliete il rosso e metetelo in un colino, tagliate l'albume a dadini e unitelo alla polpa di granchio.
Tagliate anche le patate a dadini, volendo anche senza sbucciarle, e conditele separatamente con un cucchiaio d'olio e un pizzico di sale. Andranno aggiunte al resto degli ingredienti solo all'ultimo momento, per evitare che macchino tutto di viola.
In una ciotolina, mescolate accuratamente tutti gli ingredienti della salsa rosa.
Sminuzzate con le mani le lattughe e mettetele in un'insalatiera. conditele con il rsto dell'olio e del succo di limone e salatele poco. Ponete nel mezzo la polpa di granchio con il tuorlo dell'uovo, distribuite tutto intorno i tocchetti di patate e i crostini di pane. Distribuite sul tutto una cucchiaiata di salsa rosa, il tuorlo dell'uovo fatto passare dal colino e il cipollotto affettato non troppo sottilmente.
Servite subito con il resto della salsa rosa a parte.
E con tutta la mia aracnofobia e questa ricetta, partecipo all'MT Challenge di maggio 2013 del blog MTC in collaborazione con Leo del blog Cozzaman
Dedicata con tutto il mio affetto alla piccola Viola