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lunedì 8 luglio 2013

Le Perigord et ses Salades





Con il termine Perigord, si indica una zona geografica del Sud Ovest della Francia e che grossomodo corrisponde alla Dordogna, uno dei dipartimenti nei quaili e’ suddivisa la regione dell’Aquitania. A sua volta, il Perigord e’ diviso in quattro aree differenti: Perigord Rouge, Perigord Blanc, Perigord Noir e Perigord Vert.



Rouge, rosso, e’ la zona intorno a Bergerac e deve il suo nome ai pregiati vini prodotti nelle sue storiche cantine e al colore dei pampini in autunno; Blanc, bianco, ha Riberac come centro principale e la bella e candida pietra calcarea come prodotto tipico, da cui il nome. Inoltre, nel Perigord Blanc si trova anche Perigueux, la bella citta’ che e’ anche la prefettura della Dordogna; Noir, nero, per i fitti boschi di querce, ha la cittadina di Sarlat la Caneda come capoluogo; infine il Perigord Vert, cosi’ chiamato per  i suoi pascoli che, grazie alla presenza di numerose sorgenti sotterranee ed al clima mite, restano verdi per tutto l’anno. Nontron, Brantome e Thiviers sono i maggiori centri abitati.
La geografia e le ricchezze naturali del Perigord, ne fanno un luogo bellissimo e per lo piu’ incontaminato, ricco di storia e di vita selvatica che il neonato Parc Regional du Limousin-Perigord si propone di conservare.
Abitata fin da tempi antichissimi, l’intera zona e’ ritenuta una delle culle dell’umanita’ per l’insolita ricchezza di siti archeologici, il piu’ famoso dei quali e’ la Grotta di Lascaux che conserva innumerevoli opere di arte parietale risalenti al Paleolitico superiore, vale a dire a piu’ di 17.000 anni fa. La grotta originale oggi e’ chiusa al pubblico, per preservarne gli inestimabili tesori, e ne e’ stata costruita una copia esatta. Ma Lascaux non e’ la sola: la valle lungo il corso del fiume Vezere, dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanita’, contiene 147 siti dell’era Paleolitica e 25 grotte decorate.
Rovine di epoca romana, chiese e villaggi antichissimi e meravigliosamente conservati, le splendide bastides del Perigord Rouge, le abitazioni e i palazzi scavati nella roccia e i numerosi castelli completano l’interessantissimo quadro storico. Il Perigord e’ stato uno dei principali campi di battaglia della Guerra dei Cento Anni, combattuta tra Francia ed Inghilterra a cavallo tra il XIV ed il XV secolo, ed e’ ora la Terra dei 1001 castelli, sia medioevali che rinascimentali.
Se non bastassero i suoi paesaggi mozzafiato, i suoi pittoreschi villaggi e la sua storia millenaria a farci sognare di visitare questa bellissima parte di Francia, il Perigord ha un’altra carta pesantissima da giocarsi: la sua gastronomia. Non solo foie gras e tartufi neri, che gia’ da soli basterebbero, ma anche i meravigliosi salumi di suino Cul Noir cosi’ come di cinghiale, di cervo o di oca e anatra; formaggi di vacca, pecora e capra; fragole dolci, succose e profumate come non se ne trovano piu’; noci tenere e saporitissime dalle quali si estrae un olio davvero ottimo e poi i vini, famosi ed apprezzati in tutto il mondo, come i rossi e i bianchi di Bergerac o il dolce e dorato Montbazillac, compagno ideale e praticamente inseparabile del foie gras. La vicinanza con il Limousin e i verdissimi pascoli del Perigord Vert, forniscono una delle carni bovine piu’ apprezzate al mondo, a pari merito con la nostra Chianina.
Nel ricco menu’ perigordino, les salades, le insalate, occupano un posto di tutto rilievo. Costituiscono l’entree di pranzi o cene di piu’ portate, cosi’ come il piatto unico di un pranzo o una cena leggeri. Praticamente ogni bistrot o table d’hote le propone. Le principali e piu’ frequenti sono la Salade perigourdine, la Salade de gesiers de canard e la Salade de chevre chaude, quest’ultima non di origine perigordina, ma comunque molto diffusa, come nel resto della Francia, e qui proposta con gli ingredienti tipici della zona. A questi tre capisaldi si unisce la Salade landaise, originaria del vicino dipartimento delle Landes e che e’ la piu’ ricca e complessa. 
Non si tratta di vere e proprie ricette, piuttosto di suggerimenti su come utilizzare al meglio alcuni dei meravigliosi prodotti del Perigord.





Soprattutto per quanto riguarda la Salade perigourdine, si possono variare le lattughe, possono esserci o meno i pomodori o la pancetta rosolata, anche il foie gras non sempre e’ compreso, ma di sicuro non devono mancare il magret de canard séché, affumicato o meno, le noci e l’olio di noci. Il magret de canard séché, e’ uno dei meravigliosi salumi tipici della regione e altro non e’ che petto d’anatra messo dapprima sotto sale e poi fatto stagionare da pochi giorni ad un massimo di tre settimane con pepe ed altre spezie a scelta. Ne esiste anche una versione farcita di foie gras, che e’ di una bonta’ indescrivibile. Piuttosto facile da fare anche a casa a patto di avere un filetto di petto d’anatra di ottima qualita’ e ciccottello. Assolutamente sconsigliato il prodotto congelato, che perde troppi liquidi durante la saltura.




 Magret de Canard séché fait maison

1 petto d’anatra di circa 300 g
500 gr di sale grosso
1 cucchiaio di pepe macinato fresco
spezie ed erbe aromatiche a scelta, facoltative

Versare uno strato di sale in un contenitore poco piu’ grande del petto d’anatra, adagiarci la carne con la pelle in basso e coprire con il resto del sale. Chiudere il contenitore con il suo coperchio e con della pellicola e riporlo nella parte meno fredda del frigorifero. Il tempo di salatura varia da 12 a 24 ore a seconda del peso del filetto e dal gusto che si vuole ottenere. Per un filetto di 300 g ed un gusto non troppo salato, 12 ore sono piu’ che sufficienti. Trascorso questo tempo, togliere il petto dalla saltura e strofinarlo con un panno pulitissimo per eliminare tutto il sale. Ricoprirlo completamente con il pepe macinato, premendo delicatamente con le mani per far aderire bene il pepe alla carne, ed adagiarlo su un panno asciutto e pulito, possibilmente fatto precedentemente bollire per eliminare ogni traccia di detersivo. Cospargerlo con le spezie e le erbe scelte, per me pepe rosa e timo, ed avvolgerlo nel panno. Farlo stagionare in frigorifero, nella parte meno fredda, ma non nel cassetto della verdura, perche’ troppo umido. Anche il tempo di stagionatura varia a seconda del prodotto che si vuole ottenere e consumare: puo’ essere gustato gia’ dopo 48 ore, se si desidera una carne ancora rossa, morbida e umida, oppure attendere fino ad un massimo di tre settimane se si vuole una carne piu’ secca e stagionata. Al momento di utilizzarlo, affettarlo non troppo sottilmente e gustarlo accompagnato da pane fresco o tostato e ancora caldo, composta di fichi o fichi freschi o anche sottaceti o sott’oli.



 Come dicevo, il magret de canard séché, e’ il principale ingrediente della Salade perigourdine, composta da lattuga, meglio se una misticanza, condita con una vinaigrette di olio di noci, aceto di vino rosso - per me un aceto di vino Bordeaux invecchiato un anno in botti di quercia che chevvelodicoaffa’- e sale, sulla quale vengono disposte fettine di magret, noci e crostini di pane. Per una versione piu’ lussuriosa, una fetta di foie gras entier adagiata su  del pain campagne tostato e’ il massimo! Se poi vogliamo strafare, due lamelle di tartufo nero, quando e’ stagione, non ce le faremo mancare.






domenica 10 marzo 2013

Io vado a vivere qui, chi vuol venire con me?






Basta! Adesso sono proprio stanca. Stanca di non sapere quello che mangio. Stanca che la mia salute e la mia liberta' di scelta, siano nelle mani di gente priva di scrupoli che ha accettato di sottomettere la propria coscienza e il proprio senso di responsabilita' al profitto. In casa mia, nei limiti del possibile, i cibi confezionati non entrano. Nemmeno le marmellate. Mi faccio tutto in casa, ma sono comunque vincolata all'acquisto delle materie prime. Cerco sempre di acquistare cibi biologici. Poi ti scopro che sono biologici solo di nome, solo sull'etichetta. E allora? Allora non mi rimane che una cosa da fare: me lo coltivo e me lo allevo io, il mio cibo! Ho la fortuna di avere una casa in campagna con due ettari di terreno. E due ettari di terreno, se coltivati secondi i principi dell'agricoltura intensiva, con un'appropriata rotazione delle colture e del pascolo degli animali, possono garantire l'autosufficienza alimentare ad una famiglia di sei persone.

giovedì 26 gennaio 2012

La mia Francia: ristrutturazione e tartufi.










E' la mia ricetta per la felicita'. Per la mia felicita', intendo. Posso condividerla, ma difficilmente si puo' riprodurre uguale uguale. Gli ingredienti sono unici, introvabili altrove. Occorrono un marito, una gatta, una casa di campagna vecchiotta, malmessa e da ristrutturare, dei vicini anzianotti, ma cordiali, gentili e generosi. Il marito deve essere un po' fuori di testa, come sua moglie, del resto. La gatta deve essere rigorosamente francese, trovatella e, soprattutto, deve subire lunghe ore di viaggio in macchina senza dare i numeri. La casa deve essere in Dordogna, nel Perigord Verde, per la precisione, meglio ancora appena fuori il minuscolo paese di Thiviers, altrimenti rischiate di non trovare vicini altrettanto simpatici. Come unico condimento, indispensabile, una dose generosa di spirito di adattamento. 

venerdì 9 dicembre 2011

La mia Francia: Le clos Saint Jacques, parte seconda

Ci eravamo lasciati con le ghiandaie che si andavano a nascondere tra i rami. Dovevamo visitare altre due proprieta', in Charente questa volta. Durante il viaggio, durato circa un'ora, non abbiamo smesso un solo minuto di valutare i pro e i contro della casa che avevamo appena visto. Certo: la casina da sola era un po' piccola e con poco terreno. Le due proprieta' insieme facevano una buona metratura, ma il prezzo era al di sopra delle nostre possibilita'...

domenica 25 settembre 2011

La mia Francia: Le Clos Saint Jacques

All'inizio era solo una delle tante scelte tra le centinaia, non scherzo, di annunci visionati. Non era proprio quello che stavamo cercando: la casa un po' piccola, solo 6.000 mq di terra. Pero' avevamo gia' visto altre proprieta' nei dintorni, durante il nostro precendente viaggio; il paese di Thiviers e la zona circostante ci erano piaciuti molto. Avevamo comunque altre case da andare a vedere da quelle parti, un paio con la stessa agenzia che proproneva anche questa. Mettiamo anche lei nell'elenco. Era maggio. Una bellissima giornata di sole, una delle prime dopo una primavera insolitamente umida e piovosa, a detta di Cath, l'agente che ci accompagnava. L'edificio e' una piccola longere, minuscola rispetto a quelle che avevamo visto in Charente. Non ha nemmeno le belle caratteristiche architettoniche dello stile perigordino, quello tipico della zona in cui ci troviamo: il Perigord Vert, appunto. Qui le vecchie case hanno tetti  spioventi, leggermente concavi, ricordano un po' i tetti a cappello di strega, ma meno acuti ed appuntiti. La travatura del tetto e' particolare e molto bella, uno spettacolo da lasciare a vista, e la copertura e' composta di piccole tegole piatte, molto sovrapposte, a volte in ardesia, piu' comunemente in terracotta. I muri sono in pietra, la tipica pietra perigordina, arenaria tendente al giallo simile alla nostra pietra senese. Questa casa e' stata chiaramente costruita in epoche diverse, con alcune parti che si sono aggiunte nel corso degli anni. La parte piu' vecchia, il fienile, risale probabilmente ai primi del secolo scorso, mentre quella piu' recente, adibita ad abitazione della famiglia, deve essere stata costruita intorno agli anni trenta e alzata di un piano in un secondo tempo, probabilmente negli anni cinquanta. Quest'ultima e' in pietra intonacata, ma con l'intonaco composto di cemento e di sabbia locale, per cui il colore e' comunque quello naturale della pietra del Perigord. Il fienile, invece, e' in pietra a vista, con inserti di mattoni rossi nei punti in cui, all'interno, si aprono gli armadi a muro: in pratica si sostituivano le pietre, spesse anche 60 cm, con i mattoni, per creare una rientranza nel muro che, intonacata, dotata di mensole e chiusa da ante, potesse essere utilizzata come dispensa, nelle cucine, o come armadio. Lo stesso sistema veniva usato anche per far passare le canne fumarie di camini e stufe. La casa e' disabitata gia' da una quindicina d'anni, cioe' dalla morte dell'ultima e unica proprietaria, ed e' ancora completamente arredata con i vecchi mobili, a loro volta ancora pieni delle vecchie cose dell'anziana signora. Cath apre, non senza difficolta', il piccolo portoncino di ingresso, al di la' del quale c'e' una semplice porta finestra che da' direttamente nella cucina. Ovviamente e' buio e la corrente e' staccata, ma mentre Cath va ad aprire le imposte per avere un po' piu' di luce, alla mia sinistra, seminascosto dall'anta della porta-finestra, noto un vecchio pianoforte verticale in legno scuro. Sul leggio c'e' ancora uno spartito di Mozart...Adesso c'e' piu' luce: il pavimento e' coperto da un....linoleum a scacchi bianchi e neri, lo so, questa cosa mi perseguita. Sulla parete alla nostra destra c'e' un grande camino incorniciato da una quanto meno azzardata decorazione in finta pietra bianca con fughe nere...mah! Davanti al camino c'e' un tavolo quadrato coperto da una tovaglia scozzese sulla quale sono posati un fiasco impagliato e due bicchieri. Accanto al camino c'e' una nicchia ricavata nel sottoscala, con una piccola cucina a bombola smaltata di bianco e un frigorifero. Alla nostra sinistra una parete sottile divide il locale in due. In mezzo c'e' la porta che da' sulla sala da pranzo-salotto, a sinistra della porta c'e' il pianoforte, a destra una credenza, che mi arriva quasi alle spalle, anche questa in legno scuro, con un cassetto e due ante: sul piano impolverato, tra soprammobili dozzinali e una bella ciotola ovale in porcellana, ci sono alcuni vecchi libri, con le rigide copertine consunte e le pagine ingiallite, mentre i ripiani interni sono quasi per intero occupati da pile di vecchi dischi in vinile e degli ancor piu' vecchi 78 giri in bachelite. La sala da pranzo ha un aspetto leggermente meno campagnolo, piu' borghese, con le pareti rivestite con un alto zoccolo di perline smaltate in verde salvia e azzurropolvere e una carta da parati in nuance che si sta staccando in parecchi punti, il soffitto perlinato anch'esso, il pavimento a listoni di legno, coperto per meta' da un consunto tappeto, sul quale poggia un bellissimo, grande tavolo in noce con le gambe arquate in stile Queen Ann. In un angolo un'altro camino, questa volta con la cornice in legno, ma si vede che e' finto; nella bocca del finto camino, pero', c'e' una piccola meraviglia: una vecchia stufetta a legna, in ghisa lavorata e smaltata di bianco con la marca Godin stampata a rielievo sullo sportellino. Completano l'arredamento della stanza un divano a due posti e una poltrona in pelle capitonnee, che sicuramente hanno visto tempi migliori e che qualcosa mi dice i topi trovino molto confortevoli, e un buffet talmente grosso, scuro e scolpito, da farmi pensare ad un sarcofago medioevale. L'interno e' occupato da un servizio di piatti di Limoges dipinti a mano: ogni piatto diverso dall'altro, su ognuno una coppia di pesci e il bordo decorato in oro zecchino. Salsiere, zuppiere, piatti da portata...un servizio da dodici quasi completo, mancano solo tazze e tazzine. L'immancabile armadio a muro, con l'anta dipinta negli stessi colori delle perline, contiene invece servizi di bicchieri e bottiglie di vetro molato e un altro servizio di piatti: questa volta la marca e' Villeroy & Boch ed e' un servizio da dessert della serie Burgenland in blu. Su un altro ripiano un piu' modesto, ma sempre bello, servizio in terracotta smaltata completo di cocottes di varie misure....potrei andare a vanti cosi' per giorni: descrivere dettagliatamente una per una tutte le cose che abbiamo trovato dentro quella casa e' impossibile. Sembrava un piccolo museo di storia popolare...Dalla cucina una corta rampa di scalini conduce al mezzanino, un'ampia stanza anche in questo caso completamente arredata, con gli armadi pieni di biancheria di lino ricamata a mano e i letti coperti da trapunte di lana che, purtroppo, in alcuni punti mostrano i segni degli attacchi delle tarme. C'e' anche una vecchia macchina per cucire chiusa nel suo bellissimo tavolino con la base in ghisa e il piano intarsiato a scacchiera. Un'altra rampa di scalini porta al primo piano, composto da due camere da letto, uno sgabuzzino e un singolare bagno ricavato nel disimpegno del corridoio, proprio in cima alle scale: bisogna attraversarlo per raggiungere la seconda camera da letto...boh! Noto anche che non c'e' il water, ma solo il bidet...gia'...Cath, ma dov'e' la toilette? Ah si'...e' di sotto....Dove di sotto, scusa...non mi sembra di aver visto il bagno....No, no...di sotto...in cantina...Ossignurdeldom...quindi, facciamoci brevemente due conti a mente: water in cantina e bidet al primo piano...comodo! Scendiamo quindi a vedere la cantina: se la casa e' un museo, questa e' un mercatino dell'usato! Con una scala a pioli saliamo attraverso una botola al piano superiore e anche questo non fa' differenza: vecchi mobili e vecchie cose e tantissimi vecchi libri!...Un po' frastornati usciamo per dare un'occhiata al terreno. La casa viene venduta con circa 6000 mq di terreno attinente, con diversi alberi da frutto. Non possiamo camminarci in mezzo, perche' l'erba ci arriva al naso: il contadino che lavora il fondo per conto di Mmme Cipierre, l'attuale proprietaria, ci portera' le sue vacche Limousin a pascolare, tra qualche giorno. Facciamo comunque due passi intorno alla proprieta', delimitata da una stradina sterrata. A poche decine di metri dalla casa ci sono altre due costruzioni: un bel fienile a due piani, sempre in pietra, e una specie di legnaia, mezzo diroccata e rappezzata con assi di legno e lamiera ondulata. Anche questi sono di proprieta' di Mmme Cipierre e sono in vendita....Ah si'?...e quanto terreno? Circa un ettaro e due....Pero'!...e quanto chiedono?...La somma delle due proprieta' e' ben al di la' delle nostre possibilita', comunque Cath decide di andare a vedere se Madame e' in casa. Abita li' accanto, in una magnifica villa, costruita negli anni ottanta, ma seguendo lo stile tradizionale perigordino: una meraviglia di pietra a vista e tegole in terracotta, con tanto di torretta-colombaia, circondata da quattro ettari di terreno ben tenuto e con un panorama mozzafiato. E' lo stesso che si godrebbe anche dalle finestre sul lato nord della casetta, se non fosse per l'altissima siepe di lauro che blocca la visuale. Ma la siepe si puo' potare e se questo e' quello che avremmo davanti agli occhi tutte le mattine alzandoci ed aprendo le persiane...beh, un pensierino ce lo potremmo anche fare. Cath e' di ritorno accompagnata da Madame Cipierre. Insieme diamo una rapida occhiata all'interno dei due annessi. Anche qui una quantita' impressionante di vecchi oggetti e utensili da lavoro: grandi cassoni col fondo di rete sottile per far asciugare le noci, un torchio per le mele, una vecchissima mola, un'altrettanto vetusta bascula, una mezza dozzina di grandi pentole in ghisa ancora con i loro coperchi e cataste e cataste di legna piu' che stagionata, direi. A me, che ho un'insana, e per molte persone incomprensibile, passione per tutto cio' che e' vecchio, usato, consunto, indipendentemente dal suo effettivo valore intrinseco, sembra di stare nella caverna di Aladino. Dobbiamo salutare le due signore, siamo gia' in ritardo per il prossimo appuntamento. Torniamo all'auto e percorriamo la stradina che taglia in due la proprieta' di Mmme Ciperre e che la collega alla strada provinciale. Ci troviamo circondati da spighe di grano, gia' alte e piumose, ma ancora verdi, di quel verde argentato che e' il colore del grano a maggio. La strada curva dolcemente verso sinistra, costeggiando il boschetto che delimita sul fondo il terreno di pertinenza della proprieta' in vendita: due bellissime ghiandaie, spaventate dal rumore della nostra auto, spiccano il volo dai cespugli del sottobosco in un balenio bianco-marrone-turchese e si perdono tra il verde dei rami.

lunedì 19 settembre 2011

La mia Francia: come trovare la casa perfetta

Con l'esperienza da professionisti dello house hunting acquisita quando cercavamo casa in Olanda, sapevamo gia' come procedere. Ricerca su internet, selezione, contatti con le agenzie, appuntamenti, visite delle proprieta'. Quello che non abbiamo considerato, c'e' sempre qualcosa che si tralascia, e' che la Francia non e' l'Olanda come dimensioni, o meglio, il Sud-Ovest della Francia, non e' Den Haag. E semmai doveste farvi prendere dall'irrefrenabile desiderio di cercare casa in un paese straniero e che quindi non conoscete affatto, tenete sempre ben presente che le distanze reali tra un punto e l'altro, sono moooolto piu' grandi di come appaiono su Google map. Altra dritta che voglio darvi, assolutamente gratis, e' che gli agenti immobiliari sono abilissimi fotografi: sanno rendere bello anche quello che bello non e'. Quindi, se uno piu' uno fa due, il primo giro di visite alle proprieta', nell'ottobre del 2009, e' stato un francesissimo tour de force in cui abbiamo macinato chilometri su chilometri, non solo su scorrevolissime superstrade prive di traffico, ma anche su tortuose stradine di campagna, alcune delle quali non asfaltate, rimbalzando come palline da flipper da un villaggio all'altro della Charente, da una casa all'altra...una piu' deludente dell'altra. Oltretutto, altra cosa da evitare, avevamo prenotato tutte e tre le notti in un bellissimo agriturismo dove, con 18 euro a testa avevamo a disposizione una gite a due piani, piu' avanti vi spiego cosa siano le gites, inclusa la meravigliosa colazione con pane e marmellate fatti in casa, caffe', latte, te', yogourt e cereali...insomma, un vero banchetto mattutino. Solo che li' dovevamo tornare tutte le sere e da li' dovevamo partire tutte le mattine. Meglio farsi un itinerario e fermarsi a dormire ogni notte a meta' strada tra l'ultima proprieta' del giorno e la prima del giorno dopo. In ogni caso, non tutto il male vien per nuocere: alla fine dei quattro giorni di caccia, conoscevamo meglio la zona, le effettive distanze, la dimensione dei vari villaggi, paesi, cittadine e i relativi servizi. Avevamo anche un'idea piu' precisa di quello che stavamo cercando e sicuramente eravamo sempre piu' convinti di aver fatto la scelta giusta. Per non trascurare il fatto che avevamo anche trovato un paio di case che ci piacevano e per le quali avremmo anche potuto fare un'offerta: non capita mai al primo giro! Soprattutto una, una "longere": i Francesi chiamano cosi' le case a base rettangolare, piu' lunghe che alte, in genere solo due piani, che sono un susseguirsi di ambienti diversi, casa, fienile, rimessa per trattori, stalla, e che ben si prestano ad essere ristrutturate in piu' unita' abitative indipendenti. Si', perche' l'idea iniziale era quella di trovare qualcosa che fosse gia' in parte abitabile, ma che avesse anche delle potenzialita' di sviluppo future in una piccola struttura ospitativa, con appartamenti indipendenti, le gites di cui parlavo prima, da  affittare ai turisti, in modo da poter disporre di una piccola entrata che andasse a coprire le spese per quisquilie come tasse e bollette. Questa casa, di proprieta' di una simpaticissima signora inglese, Felicity, oltre ad avere due appartamenti gia' piu' che dignitosamente ristrutturati, disponeva anche di alcuni annessi ancora da ristrutturare ed era circondata da quasi 5 ettari di terreno pianeggiante. Questo compensava il fatto che fosse a due chilometri dal villaggio piu' vicino e a una decina dalla cittadina di Confolens. Ma, se devo essere sincera, quello che personalmente trovavo assolutamente irresistibile in quella casa, era altro. E' stata la prima cosa che ho visto appena ho varcato la soglia della cucina: nella bocca di quello che doveva essere stato un grande camino di campagna, sotto una bella cappa in muratura, se ne stava, in tutto il suo placido, caldo, domestico, rassicurante splendore una AGA-RAYBURN di un elegantissimo verde bottiglia. Credo di non essere mai stata piu' vicina di cosi' a perdere la dignita', non so che espressione avessi dipinta sulla faccia, ma ricordo che sia Suzanne, l'agente immobiliare, che Felicity scoppiarono a ridere. Io guardo Felicity incapace di parlare, ma con gli occhi che evidentemente parlano per me, perche' lei, sempre ridendo dice:" Si' si', quella resta. Mi costerebbe di piu' portarmela dietro, tanto in Inghilterra ne ho un' altra" Non potevo credere alle mie orecchie. Mio marito e mia figlia, che si erano attardati a fotografare l'esterno della casa, sono entrati in quel momento, giusto in tempo per vedermi superare con un balzo felino la distanza tra me e l'oggetto del mio piu' sfrenato e lussurioso desiderio e chinarmi ad accarezzare e baciare quella meraviglia di smalto e ghisa. Penso sia stato uno dei momenti piu' imbarazzanti della loro vita. Purtroppo, e nel dirlo devo trattenere le lacrime, la mia storia d'amore con la meravigliosa AGA verde bottiglia e' tristemente finita prima ancora di cominciare. Gia', perche' non e' che ce ne andiamo in giro con valigie piene di contanti, tutt'altro. Per poter fare un'offerta bisognava prima vendere la casa in Italia che ormai nessuno piu' utilizzava. Pensavamo anche di essere stati fortunati, perche' abbiamo avuto un'offerta equa proprio un paio di mesi dopo e quindi, tutti felici, abbiamo chiamato l'agente francese, solo per venire a sapere che Felicity aveva firmato appena due giorni prima con un altro acquirente. Non so dirvi la delusione. Siamo andati ancora due volte a caccia di case, spostandoci man mano un po' piu' a sud, in Dordogna. E qui, in un bel paesino di tremila anime che si chiama Thiviers, abbiamo finalmente trovato la casa perfetta. Ma, ormai lo sapete, anche questa e' un'altra storia....

giovedì 15 settembre 2011

...e perche' proprio la Francia?

Eh gia': mi sono accorta di averla un po' trascurata. Allora, come siamo finiti ad acquistare una casa in Francia? La risposta e' la stessa che vale anche per l'Olanda: per caso. E anche questa volta, quando il caso ci ha presentato un'opportunita', noi eravamo nelle condizioni adatte per coglierla. Voi avete un sogno? Un desiderio? Qualcosa a cui aspirate da molto tempo, ma che, per un motivo o per l'altro, anche se poi le ragioni sono sempre le stesse: soldi-lavoro-famiglia, non siete ancora riusciti a raggiungere, a realizzare... a vivere? Si' vero? Beh, il mio sogno e', da molti, moltissimi anni, quello di vivere in campagna. E siccome la cosa non disturberebbe piu' di tanto, anzi, anche il maritino, qualche anno fa abbiamo cominciato ad annusare in giro, in cerca di un posticino tranquillo dove andare a fare il nido. Ovviamente, complice anche la mamma maremmana, il primo posto dove siamo andati a cercare e' stata la Toscana. Per ben tre anni, ogni volta che potevamo rubare un paio di giorni al solito tran-tran, caracollavamo su e' giu' per le dolci colline di quella splendida regione. Dal mare agli Appennini e di nuovo al mare. E ogni volta, tornavamo un po' piu' delusi e frustrati della precedente. Per chi ancora non lo sapesse, la Toscana HA DEI PREZZI INCREDIBILI!! per quanto riguarda le case. Soprattutto per quanto riguarda le case che piacciono a noi. E poi di terreno, nemmeno a parlarne, mentre noi volevamo almeno due ettari di terra...Comunque, non avevamo ancora perso tutte le speranze e ci dicevamo che prima o poi l'avremmo trovata la casa giusta per noi. Poi il caso ci ha messo lo zampino. Il maritino e' stato ingaggiato, insieme a due suoi colleghi, per suonare tre sere consecutive alla festa di compleanno di una signora olandese. Questa mega festa, pero', si sarebbe tenuta in Francia. Problemi? Assolutamente no. Decidiamo di partire anche noi, figlia, cane e io, e di aggiungere una settimana di vacanza ai tre giorni di lavoro. A parte tre giorni a Parigi dieci anni prima, nessuno di noi era mai stato in Francia: era l'occasione giusta per visitarla. La festa si sarebbe tenuta nella residenza estiva della famiglia, in un piccolissimo villaggio della Charente. Ci arriviamo una sera di meta' luglio, dopo aver attraversato i due terzi della Francia, da nord-est a sud-ovest. Gia' tutto il viaggio era stato un susseguirsi di ooooohhhh e aaaahhhh e guardaaaaa e che beeeellooooo. Avevamo fatto sosta due giorni a Parigi, la figliola non c'era mai stata, e a Poitiers. Avevamo gia' assaggiato la cucina francese che, diciamoci la verita', poco ha da invidiare alla nostra...ma non eravamo preparati alla meraviglia di quel mare di colline a perdita d'occhio coperte ora di girasoli in piena fioritura, ora di mais verde brillante o di bassi filari di uva. Per non parlare dei fitti boschi di alberi secolari, degli splendidi villaggi medievali, delle vecchie fattorie in pietra gialla ....insomma: la Toscana!... ma piu' grande. Il giorno dopo durante il giro, breve, viste le dimensioni, del piccolo villaggio di Saint Severin, sostiamo incuriositi, deformazione acquisita in tre anni di cacciaallacasaperfetta, davanti alla vetrina dell'unica agenzia immobiliare del paese. Oooohhh...guarda questa!...che bella!...e questa qui? guarda che camino....e questa ha gia' i box per i cavalli e i paddok....quanto terreno ha questa?....eeeee maaaa...guarda che prezzi....750.000....980.000....1.220.000....no ma guarda...si sono dimenticati uno zero...settecinquezerozerozero...e no...guarda anche questa...noveottozerozerozero....e questa unodueduezerozerozero....ma...allora...nooooo, non e' possibile che costino cosi' poco....si sono sbagliati, daaaaiii...Rientrati dalla passeggiata facciamo qualche indagine, interrogando i proprietari dell'albergo riguardo ai prezzi delle proprieta' nella zona. E loro ci confermano che si', quelli sono i prezzi reali, nessun errore. Quindi la Toscana, non solo piu' grande, ma con case splendide, almeno per noi, a un decimo del prezzo. Mah...quasi quasi...per noi che differnza fa...in fin dei conti...lontani per lontani...la lingua l'abbiamo studiata tutti e tre, due mesi e siamo a posto...la Francia, rivalita' calcistico-enogastronomiche a parte, non e' poi cosi' diversa dall'Italia. Storia, arte, cultura, paesaggi, cucina...siamo li', dai. Finiti i tre giorni di lavoro, ricomincia la vacanza: Charente Maritime, Bretagna, Normandia....l'Ile de Re, La Rochelle, Saint Suliac, Saint Malo....e poi...la magia di Mont Saint Michel....nostra figlia con le lacrime agli occhi per l'emozione davanti allo spettacolo della marea che sale illuminata dagli ultimi raggi del sole al tramonto, centinaia di gabbiani che volano in cerchio lanciando le loro stridule urla di gioia per l'arrivo del cibo guizzante nell'acqua bassa ...e allora, che Francia sia. E ricomincia, stavolta da un'altra parte, la cacciaallacasaperfetta....ma questa, e' un'altra storia.

mercoledì 14 settembre 2011

Chevre chaud con gelatina di mele e pinoli


Uno dei piatti francesi che preferisco e' l'insalata con crostoni di pane e formaggio di capra caldo. Mi e' servita da spunto per preparare questi bocconcini.