...o Tjella, Taiella, Taiedda, Tiedd...o quant'altro. Io, anzi, la mia mamma l'ha sempre chiamata riso, patate e cozze. E se mi fermo un attimo a pensarci, mi sembra di sentire una vocetta di bimba, chiedere alla mamma di prepararle le cozze con il riso e le patate, ma, come dice il poeta: " Quella che noi chiamiamo rosa, anche chiamata con un altro nome, avrebbe lo stesso odore soave " ...si', lo so anch'io che le cozze e le rose non hanno lo stesso odore...era per dire....Comunque, quando ho visto la ricetta proposta da Christian per questa tornata di MTC, vi dico la verita', mi son quasi commossa. Senza il quasi. Per due motivi: il primo e' che finalmente mi sarei confrontata con un piatto non solo conosciuto, ma amatissimo; secondo, questa e' una di quelle ricette che anche solo a pensarci, mi catapultano indietro nel tempo, alla mia infanzia spensierata, alle estati senza scuola - quella scuola che io, asina dentro fuori e tutt'intorno, subivo come un supplizio dolorosissimo - ai pranzi domenicali, alla mamma in cucina...Si', perche' la mia mamma lavorava a tempo pieno, dal lunedi' al sabato, e molto spesso la domenica era l'unico giorno della settimana in cui si poteva dedicare alla cucina e tutto quello che usciva, e ancora esce, dalle sue mani e dalle sue pentole, aveva, e ancora ha,. un profumo e un sapore inarrivabili. Mi riporta le immagini e i ricordi legati alla nostra vecchia casa, la prima della mia vita e l'unica alla quale sia rimasta davvero affezionata. E adesso eccomi li', nella nostra cucina con il pavimento di graniglia bianco e nero, la porta finestra aperta sul piccolo terrazino che sporge sul giardino delimitato dalla siepe in fiore e con il vecchio pesco nel mezzo. Il mio cane Ali', bellissimo pastore tedesco, dorme pacifico, incurante dei gattini che gli giocano intorno e si azzuffano fra le sue zampe. Il cielo e' azzurro, il sole brilla, l'aria vibra di trilli, fischi, ronzii...e marmitte elaborate e profuma di glicine e di tiglio, di rosa e di acacia...e di cozze. Io, inginocchiata su una sedia accostata al tavolo, un grembiule della mamma che mi arriva alle caviglie e mi avvolge come un sari indiano. La mamma e' in piedi, accanto a me, davanti a lei la grossa pentola di alluminio e schierati in bell'ordine sul tavolo, tutti gli ingredienti: le patate tagliate a fettine, alcune spesse, altre piu' sottili, le cipolle anche loro affettate sottilmente, i pomodori spellati e privati dei semi, la bottiglia dell'olio, il sale, il pepe, il prezzemolo e il basilico....e le cozze, aperte e ancora nella loro mezza valva. Davanti a me, la ciotola con il riso, perche' era compito mio versarlo piano piano, quasi chicco per chicco, dentro al guscio delle cozze...
e si cominciava: un giro d'olio sul fondo della pentola, uno strato di patate, quelle piu' spesse, poi le cozze... e adesso tocca a me con la piogerella di riso, poi i pomodori, il parmigiano, il prezzemolo, il basilico, uno strato di cipolle e ancora le patate, quelle piu' sottili, un filo d'olio, sale e pepe...e si ricomincia con le cozze, poi il riso, il pomodoro.....
Ora, va detto che la mia mamma e' toscana, maremmana di Massa Marittima, il mio papa' era bergamasco e noi vivevamo in provincia di Milano. Per me questa ricetta che conosco ed amo da sempre, non era altro che una delle meraviglie che la mia mamma riusciva a compiere in cucina, uno dei miei piatti preferiti, perche' raro e anche perche' noi piccoli eravamo autorizzati a mangiarlo con le mani - e io mi divertivo un mondo a scavare i gusci di cozza con un dito, infilarmi in bocca il loro gustoso contenuto e poi ciucciarmeli e leccarmeli per bene - e soprattutto perche' buonissimo! Confesso qui la mia ignoranza: solo da pochissimi anni ho scoperto trattarsi di una delle ricette piu' tipiche e rappresentative della gastronomia pugliese, infatti ora so che mia mamma l'ha imparata da un'anziana signora barese, e mai e poi mai avrei pensato che potesse divenire oggetto di beghe di righiera! Eppure e' cosi': cozza col mezzo guscio, cozza sgusciata; prima le cozze poi il riso, prima il riso e poi le cozze; zucchina si' zucchina no; erbe aromatiche? ci vogliono! erbe aromatiche? nemmeno morta! tegame di coccio, teglia di alluminio...pirex!; sale? certo! ma che sei scema?! basta l'acqua delle cozze! io le cozze le faccio aprire in padella, aaaaaarghhhhh...la cozza aperta a crudo ci vuole! cottura sul fuoco, cottura in forno, cottura sia sul fuoco che in forno...a 160 gradi, manooooo 180, anche 200, coperto, scoperto, coperto all'inizio e poi scoperto per far gratinare le patate, scoperto all'inizio e poi coperto per non far bruciare le patate.....pecorino, parmigiano, pecorino e parmigiano insieme...e una bimba con gli occhi sgranati ad osservare con infantile stupore questo strano mondo dei grandi. Un gran bavaglio intorno all'esile collo a proteggere il vestitino della festa, cucito dalla mani d'oro della sua mamma...e in mano un guscio di cozza, nero e lustro, con il suo saporito, morbido, profumato e invitante carico. Sbatte le palpebre, squote la testa, alza le spalle e...gnam!
Quella bambina, ora che e' diventata grande, vive all'estero, fa la spola tra Olanda e Francia e molto raramente, quasi mai, ha a disposizione i prodotti che, insieme alla creativita' ed alla passione per il buon cibo, hanno fatto si' che nel nostro paese si sviluppasse una delle migliori cucine del Mondo. Ho rinunciato a mangiare italiano? Giammai! Mi arrangio con quel che trovo, adattando di volta in volta le ricette per far posto a nuovi, esotici ingredienti. Vi assicuro che il Gouda nelle lasagne, solo per fare un esempio, ha il suo perche'. Del resto, senza un minimo di elasticita' mentale, tolleranza e spirito di adattamento, non solo nei confronti del cibo, non avrei potuto fare queste meravigliose esperienze di vita in paesi diversi da quello in cui, per caso e non per scelta aggiungo, sono nata.
Per la mia ricetta della Taieddrha di riso patate e cozze, ho voluto riunire in un unico piatto la memoria e le nuove informazioni apprese da quando frequento i blog di cucina, quindi ho mantenuto il metodo della mia mamma, che potete trovare descrittoqui, ma ho usato un tegame di coccio e la cottura in forno, come indicato nella ricetta originale proposta da Christian.
La seconda versione, invece, e' un esempio di quello che puo' uscire dalla mia cucina quando mi trovo a dover soddisfare la voglia di piatti della nostra tradizione, con l'offerta dei supermercati olandesi: il riso, anzi, i risi di origine italiana sono sconosciuti e quando si trovano costano cifre ridicolmente alte, mentre i risi asiatici a chicco lungo sono diffusissimi. I pomodori gialli, invece, sono uno di quegli alimenti che ho conosciuto ed imparato ad apprezzare proprio in Olanda e che trovo senza difficolta' anche qui in Francia.
In entrambi i casi, ho mantenuto l'apertura delle cozze a caldo, perche' la mia mamma mi ha insegnato che si utilizzano solo quelle che si aprono con il calore, mentre si scartano quelle che restano chiuse.
Ovviamente queste NON SONO "la ricetta tradizionale pugliese", ma una rivisitazione fatta secondo il mio gusto e le mie necessita'.
Chi fosse interessato alla ricetta tradizionale....se la puo' cercare su Google, perche' si dice il peccato, non il peccatore....chi ha orecchie per intendere, intenda ...e gli altri in roulotte!
E nella mia roulotte oggi si mangia cosi':
Quella bambina, ora che e' diventata grande, vive all'estero, fa la spola tra Olanda e Francia e molto raramente, quasi mai, ha a disposizione i prodotti che, insieme alla creativita' ed alla passione per il buon cibo, hanno fatto si' che nel nostro paese si sviluppasse una delle migliori cucine del Mondo. Ho rinunciato a mangiare italiano? Giammai! Mi arrangio con quel che trovo, adattando di volta in volta le ricette per far posto a nuovi, esotici ingredienti. Vi assicuro che il Gouda nelle lasagne, solo per fare un esempio, ha il suo perche'. Del resto, senza un minimo di elasticita' mentale, tolleranza e spirito di adattamento, non solo nei confronti del cibo, non avrei potuto fare queste meravigliose esperienze di vita in paesi diversi da quello in cui, per caso e non per scelta aggiungo, sono nata.
Per la mia ricetta della Taieddrha di riso patate e cozze, ho voluto riunire in un unico piatto la memoria e le nuove informazioni apprese da quando frequento i blog di cucina, quindi ho mantenuto il metodo della mia mamma, che potete trovare descrittoqui, ma ho usato un tegame di coccio e la cottura in forno, come indicato nella ricetta originale proposta da Christian.
La seconda versione, invece, e' un esempio di quello che puo' uscire dalla mia cucina quando mi trovo a dover soddisfare la voglia di piatti della nostra tradizione, con l'offerta dei supermercati olandesi: il riso, anzi, i risi di origine italiana sono sconosciuti e quando si trovano costano cifre ridicolmente alte, mentre i risi asiatici a chicco lungo sono diffusissimi. I pomodori gialli, invece, sono uno di quegli alimenti che ho conosciuto ed imparato ad apprezzare proprio in Olanda e che trovo senza difficolta' anche qui in Francia.
In entrambi i casi, ho mantenuto l'apertura delle cozze a caldo, perche' la mia mamma mi ha insegnato che si utilizzano solo quelle che si aprono con il calore, mentre si scartano quelle che restano chiuse.
Ovviamente queste NON SONO "la ricetta tradizionale pugliese", ma una rivisitazione fatta secondo il mio gusto e le mie necessita'.
Chi fosse interessato alla ricetta tradizionale....se la puo' cercare su Google, perche' si dice il peccato, non il peccatore....chi ha orecchie per intendere, intenda ...e gli altri in roulotte!
E nella mia roulotte oggi si mangia cosi':
Taieddhra riso patate e cozze
Ingredienti
Cozze aperte, con una sola valva
riso per risotti
patate
cipolle
prezzemolo
basilico
pomodoro fresco o conserva se non e' stagione
parmigiano grattugiato
sale e pepe
olio extravergine d'oliva
Conservate il liquido rilasciato dalle cozze e filtratelo.
Preparate prima tutti gli ingredienti, in modo di averli sottomano quando dovrete fare gli strati. Sbucciate la cipolla e affettatela finemente. Lavate, sbucciate e tagliate a rondelle sottili,
circa 2 o 3 mm, le patate. Tagliatene alcune a fette un po' piu' spesse: serviranno per il primo strato. Lavate, asciugate e tritate al coltello il prezzemolo. Passate il basilico con un panno appena umido e tritate anche lui piuttosto grossolanamente. Se e' stagione di pomodori, scottateli, pelateli, eliminate i semi e tagliateli a fettine. Altrimenti utilizzate dei pomodori pelati a pezzetti. Versate il riso in una ciotola.
Versate poco olio sul fondo della casseruola. Fate un primo strato con le rondelle di patate piu' spesse. Coprite con le cozze nel loro mezzo guscio. Fate cadere il riso a pioggia, in uno strato sottile che non deve ricoprire le cozze, ma avendo cura di riempire le valve. Distribuite il pomodoro, cospargete di poco parmigiano, poi il prezzemolo e il basilico. Fate ora uno strato sottile di cipolla e coprite tutto con le fette piu' sottili di patate. Fate un giro d'olio, salate e pepate poco e ricominciate con le cozze. Finite con uno strato di patate. Versate l'acqua filtrata delle cozze lungo il bordo della casseruola fino a che, inclinando leggermente la pentola, non raggiungera' l'ultimo strato di patate.
Coprite e infornate in forno gia' caldo a 180 gradi per un'ora e un quarto, scoprendo il tegame dopo circa 40 minuti. Assaggiate le patate e il riso per valutare la cottura. Lasciate riposare una ventina di minuti prima di servire.
La taieddhra eretica
alla " bimbaminchia"
Ingredienti
cozze aperte con la loro mezza valva
riso jasmine
patate a rondelle sottili
zucchine a rondelle sottili
cipolla affettata
pomodorini ciliegia gialli
prezzemolo
sale e pepe
parmigiano grattugiato
olio EVO
Procedere come per la precedente ricetta, aggiungendo le zucchine allo strato di patate.
Con queste due PERSONALISSIME versioni della Taieddhra di riso patate e cozze
partecipo all'MT Challenge di maggio 2013